La pesa della 24 Ore di Le Mans

“Le pesage” di Le Mans ha una tradizione lunga quanto la gara stessa. Oggi è un evento, anche mediatico, irrinunciabile ed è anche una delle poche occasioni per il pubblico dei non addetti ai lavori di fotografare auto e piloti con una relativa facilità, sebbene le zone interne della piazza siano riservate alla stampa accreditata. Già nelle primissime edizione della 24 Ore all’inizio degli anni venti, la pesa si teneva poco lontano da place de la République. Le operazioni, che comprendevano anche le verifiche tecniche, si spostarono poi in place d’Alger, poi in place des Jacobins per spostarsi, dal 1960 al 1976, in circuito. L’allontanamento dal centro città poteva avere forse un’utilità pratica ma certamente privava il pubblico di uno spettacolo in uno scenario d’eccezione. Ricordate comunque le foto di quel periodo? La pesa era il momento in cui si scoprivano le vetture, spessissimo nella loro livrea non definitiva, a volte con numeri di gara posticci e senza alcuni degli sponsor. Nel linguaggio dei modellisti “foto della pesa” finì per prendere il significato di immagini magari interessanti ma non del tutto attendibili. Molti fotografi, soprattutto locali, ci hanno però costruito preziosi archivi. Preziosi perché a volte alla pesa comparivano vetture destinate a non qualificarsi o a non partire per ragioni varie, che sparivano dai radar fino a diventare in certi casi rarità mitologiche. Dal 1977 al 2012 la pesa tornò in place des Jacobins, per poi riguadagnare, a causa di imponenti lavori, place de la République, comunque più adatta allo scopo. Nelle due edizioni segnate dal covid (2020-2021) le procedure di pesa e verifica sono tornate in circuito. Nel 2022, per fortuna, la rinascita, con una bellissima edizione in cui era tangibile la voglia di lasciarsi alle spalle due anni distopici. Ormai il nuovo calendario di Le Mans, che comprende la tre giorni composta dalle sessioni di pesa (venerdì-sabato) più i test della domenica che precede la gara, permette una più efficace organizzazione dell’intero evento, contenuto ora in meno di due settimane contro le tre del recente passato, cosa che riduce i costi per i concorrenti e per gli organizzatori oltre a creare meno problemi logistici ai commissari e a tutti gli altri addetti ai lavori, fotografi e giornalisti compresi. Venire alla pesa, si dice da queste parti, equivale già un po’ venire alla gara. Per chi non ha potuto acquistare i biglietti – in vendita quest’anno esclusivamente on line parecchio prima dell’evento – l’attività fuori pista è ricchissima, e va da raduni a rievocazioni storiche, da mercatini a proiezioni di film a cielo aperto, senza parlare dell’eccezionale esposizione in corso al museo del circuito, inaugurata lo scorso 31 maggio e visibile fino al weekend della Classic.

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