Attesa da molto tempo e festeggiata dagli oltre 300.000 spettatori accorsi a Le Mans per assistere al centenario della 24 Ore, la gara di quest’anno ha mantenuto tutte le aspettative. Le Mans ha deciso di coronare la Ferrari, marca che mancava ufficialmente dal panorama endurance dal 1973. L’ultima vittoria a Le Mans del Cavallino risaliva poi al 1965, allorché la 250 LM del NART vinse con Masten Gregory e Jochen Rindt (con la partecipazione in incognito in Ed Hugus, ma questa è un’altra storia). Ieri pomeriggio alle ore 16, quando il campione di basket LeBron James ha agitato la bandiera francese e dato il via ai 62 concorrenti, tutti gli sguardi si sono rivolti alla categoria Hypercar, più numerosa che mai, con sette costruttori (Ferrari, Porsche, Toyota, Cadillac, Peugeot, Glickenhaus e Vanwall) e un buon numero di modelli al debutto. Le prime battute hanno mostrato lo stato di forma di Ferrari e Toyota. Sébastien Buemi, partito terzo, si è installato in testa con la Toyota numero 8. Le prime ore di gara sono state contraddistinte da diversi incidenti, safety car e l’arrivo di acquazzoni che hanno rimescolato le carte.

La gara ha vissuto poi del duello interminabile fra la Toyota GR010 numero 8 e la Ferrari 499P numero 51. I piloti si sono marcati in pista ma anche ai box. La corsa si è decisa a favore della Ferrari pilotata da Calado, Pier Guidi e Giovinazzi, che hanno accumulato quasi un giro di vantaggio approfittando anche di un arresto temoraneo della Toyota. E’, questo del 2023, il decimo successo assoluto del Cavallino a Le Mans, dopo quelli del 1949, 1954, 1958 e poi i sei dal 1960 al 1965. La Ferrari avrà il privilegio di conservare il trofeo del centenario, pezzo unico realizzato dalla Monnaie de Paris.
In LMP2 l’Oreca-Gibson 07 dell’Idec Sport con Paul-Loup Chatin conservava a inizio della gara il vantaggio della pole position. Dietro seguivano Robert Kubica con l’Oreca del WRT e Pietro Fittipaldi (Oreca Jota). Presto uno dei maggiori candidati alla vittoria veniva penalizzato: l’Oreca della Prema Racing doveva modificare la propria strategia di gara anticipando il primo arresto ai box a causa dei detriti recuperati sulla pista. Nel cuore della notte, un’uscita alla curva del ponte provocava il ritiro della vettura pilotata da Daniil Kvyat.

L’Oreca-Gibson 07 dell’Inter Europol Competition di Jakub Smiechowski, Albert Costa e Fabio Scherer passava in testa per non lasciare più il comando malgrado un drive-through domenica mattina e un passaggio sulla ghiaia di una via di fuga. La squadra polacca ha dato prova di affidabilità, tenendosi oltretutto lontano da situazioni potenzialmente pericolose. Una vittoria di esperienza, davanti al Team WRT, altra referenza in categoria LMP2.
In GT, l’ultima apparizione alla 24 Ore di Le Mans delle vetture di categoria GTE prima dell’arrivo delle GT3 ha dato vita a una gara intensa. La categoria LMGTE-Am è stata falcidiata da incidenti e rotture meccaniche, con 12 vetture all’arrivo su 21 partite. Diversi equipaggi, come per esempio quello delle Iron Dames composto da Sarah Bovy, Michelle Gatting e Rahel Frey, hanno lungamente battagliato per la vittoria ma l’esperienza dei piloti Corvette ha fatto la differenza.


