Il Salone di Ginevra del 2006, uno dei più interessanti di inizio secolo, venne fortemente influenzato dal maltempo. Furono in molti i visitatori e gli addetti ai lavori a restare bloccati dalle forti nevicate che si abbatterono sulle Alpi svizzere in quell’inizio marzo. Il sottoscritto riuscì ad arrivare a bordo di una Fiat Punto noleggiata a Firenze insieme a un collega fotografo. Un’odissea dai tratti anche divertenti che un giorno forse vi racconterò.
Lo stand Aston Martin attirò l’attenzione per la presenza di una concept car già molto avanzata come progetto. Denominata Rapide (un nome ripreso da quello della Lagonda quattro porte), si poneva l’obiettivo di far concorrenza alle berline di lusso stile Maserati Quattroporte. Il concetto era basato sulla piattaforma VH (Vertical/Horizontal) e le linee richiamavano volutamente quelle della DB9, come aveva puntualizzato lo stesso Ulrich Bez, CEO del marchio britannico.
La Rapide misurava 5 metri di lunghezza contro i 4,38 della V8 Vantage e i 4,7 della DB9. Rispetto alla DB9 il passo aumentava da 2,74 a 2,99 metri. Il “linguaggio visuale” della Rapide, come lo chiamava Aston Martin nei comunicati dell’epoca, doveva richiamare i tratti distintivi della gamma integrando l’inserimento delle quattro porte con un’irrinunciabile armonia e sportività. Il gruppo di design che sviluppò l’aspetto della Rapide era guidato da Marek Reichman.












Ne risultò una vettura dalle forme indubbiamente armoniose, immediatamente identificabile come una Aston. La prima vettura del marchio a essere dotata di quattro porte era stata presentata all’Olympia Motor Show nel 1927, seguita nel 1931 da un’altra berlina, disegnata da Bertelli, che l’aveva dotata di una carrozzeria pannellata di alluminio. Nell’anteguerra la Aston aveva spesso sperimentato metodi costruttivi all’avanguardia, come nel caso del progetto Atom, avviato nel 1939 con lo scopo di contrastare la scarsità e il costo crescente dei materiali in un mondo che stava per affrontare gli anni della seconda guerra mondiale. Berlina a quattro porte, la Atom era costruita su un telaio tubolare in acciaio, su cui era montata la carrozzeria non portante. Le linee strettamente geometriche erano in qualche misura avanti con gli standard stilistici dell’epoca, e la vettura risultava più piccola, più leggera e anche più aerodinamica rispetto alla produzione dei marchi concorrenti. Nei decenni successivi alla guerra, durante il periodo di David Brown, l’Aston Martin costruì il proprio prestigio su eleganti coupé 2+2, approfittando – è un elemento che spesso viene trascurato – delle esperienze d’anteguerra con la Atom.
Negli anni settanta e ottanta, l’unico modo di restare competitivi su un mercato che cambiava rapidamente era quello di offrire alla clientela una gamma di personalizzazioni pressoché infinita, peculiarità tipica dei marchi britannici in crisi. Nacquero comunque delle interessanti vetture a quattro porte basate sulla V8 e sulla Virage. Della V8 quattro porte si conoscono otto esemplari più un prototipo, tutti ancora in mano a collezionisti privati.
Già nel 2006 la Rapide concept ricevette una meccanica concreta e funzionante, il V12 della DB9, con potenza portata a 480 cavalli. La trasmissione era una ZF Touchtronic, adattata al passo allungato e alla vocazione più “turistica” dell’auto. Le prestazioni erano praticamente le stesse della DB9, malgrado il peso e la mole.


















Nella conferenza stampa di presentazione, la Aston Martin insisté molto sulla sportività della Rapide, che però non avrebbe sacrificato la praticità d’uso “con un ampio spazio per un weekend di golf in Scozia, un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti o anche una puntata a Bordeaux con un bagagliaio sufficiente a portarsi a casa venti bottiglie di vino. Potrete arrivare in un hotel, un ristorante o una première e le quattro porte vi permetteranno di entrare e uscire dalla vettura con stile”.



La Rapide entrò in produzione tre anni dopo la presentazione a Ginevra, nel 2009. Fino al 2013 venne utilizzato il V12 da 480cv, sostituito da una versione da 558cv (Rapide S). Dal 2018 al 2020 è stata la volta della Rapide AMR, meno elegante ma più grintosa e con ancora più cavalleria (603).
Nella foto di apertura, l’Aston Martin Rapide esposta al Salone di Ginevra, 1° marzo 2006 (foto David Tarallo).
