In margine al libro del generale Vannacci

Figuriamoci se il libro del generale Vannacci (Un mondo al contrario) non diventava un caso politico.

Ovviamente, a Firenze, il duo Nardella & Giani non ha perso un attimo per gridare all’intolleranza, resa ancora più odiosa in una città tradizionalmente accogliente (è questa la vulgata del PD). Certo, accogliente. Forse Nardella potrà essere esentato, ma una persona che si definisce di cultura come Eugenio Giani dovrebbe ricordare che Firenze spesso è stata accogliente sì, ma solo con ricchi viaggiatori, come accadeva nell’Ottocento con inglesi e americani. Gli altri, e soprattutto quelli di religione non cattolica, dovevano accontentarsi di Livorno.

Ci sono motivi che noi non conosciamo dietro l’uscita del volume? I provvedimenti presi contro il colonnello Vannacci sono leciti dal punto di vista procedurale?

Uscendo da Firenze, troviamo i soliti paladini di Corriere. Stavolta Aldo Grasso si produce in una breve (ma non mai abbastanza, vista la debolezza concettuale) accusa alle idee espresse in un libro che speriamo abbia letto per intero. Insomma, come spesso accade in questi tempi di pensiero debole: “Vannacci ha torto perché ha torto”. Grasso è un personaggio che, dagli anni in cui brillantemente commentava i fatti di televisione su Radio Due, è andato incontro ad una sclerotizzazione paurosa.

Neppure un altro paladino, Beppe Severgnini, che molti ricordano col ditino alzato nell’era-Covid ad accusare chi lecitamente si poneva dubbi sulle politiche statali e sull’obbligo del vaccino, non ha saputo dire niente di originale, se non ripetere ad nauseam concetti che i quotidiani istituzionali ormai hanno fatto propri rendendoli delle specie di dogmi.

Una cosa, però, Severgnini l’ha azzeccata: “Non c’è dubbio che l’arroganza di alcune minoranze possa indispettire”. E’ proprio questo, il punto. Il pensiero unico (la cui esistenza viene negata dai giornaloni, per carità) agisce come un martelletto sui nervi e a volte accade che chi non si sognerebbe mai di menare un nero in quanto nero o di insultare un gay in quanto gay, inizia seriamente ad avvertire un profondo disagio quando ne incrocia uno. E’ l’effetto aberrante della propaganda, che ottiene risultati opposti, trovando poi una facile autolegittimazione quando è chiamata a ristabilire l’ordine per “questioni di sicurezza”.

L’informazione veste i panni dell’ideologia e finisce per avallare ulteriori discriminazioni, spesso ben peggiori di quelle che vorrebbe combattere. “Ma questo – puntualizza Severgnini – accade in America, non in Italia, dove in termini di diritti civili abbiamo ancora strada da fare”. Non mi risulta. I diritti civili italiani sono in teoria anche più avanzati di quelli americani.

E, per non farsi mancare niente, Severgnini scredita l’autore puntualizzando che Un mondo al contrario è stato stampato con Amazon: “Il desiderio di vedere il proprio nome in copertina è alla base di una fiorente industria che gli americani chiamano «vanity publishing». Anche nel caso di «Il mondo al contrario» la vanità deve aver giocato un ruolo”. Argomento debolissimo. Spesso libri importanti (certo ben più importanti di quelli del generale) non hanno trovato editore per decenni. L’affermazione della stampa digitale, con tanto di ISBN, non deve essere vista di buon occhio da parte di Rizzoli, e c’è anche da capirli. D’altro canto la maggior parte dei libri editi da case tradizionali finisce al macero senza aver raggiunto le dieci copie vendute. In questo modo, almeno, Vannacci di libri ne ha venduti parecchi, ricavandoci sicuramente più di quanto non gli avrebbe liquidato un editore tradizionale di medio-piccolo livello, visti che quelli grossi sono riservati sempre ai soliti noti.

13 pensieri riguardo “In margine al libro del generale Vannacci

  1. Non pensavo di trovare il caso del momento anche qui.
    In realtà è una vicenda che offre tanti spunti di riflessione, che ha una sua morale.
    Quelli che ne hanno parlato e scritto, infatti, il libro non lo hanno neanche aperto, si sono fermati alla quarta di copertina e, magicamente, hanno capito tutto di Vannacci e del suo mondo.
    Anzi, lo sapevano già prima di leggerla la quarta di copertina perché, in fondo, Vannacci è un Colonnello della Folgore, del Col Moschin, un personaggio, per dirla alla Scanzi, utile solo in teatri di guerra.
    Dove sono le riflessioni? Dov’è la morale?
    Ecco, esiste una categoria, il tuttologo di facebook, a cui tutti noi comuni mortali siamo iscritti di diritto.
    Non possiamo esprimere opinioni perché non abbiamo gli strumenti, la capacità, la conoscenza per poterlo fare.
    Mentre qualsiasi giornalista in Italia, al contrario, può scrivere qualunque cosa a proposito di un libro, farsi tutti i filmini del mondo, senza neanche aver aperto, il libro…
    Basta (e avanza) conoscere la biografia dell’autore.
    E questo mi pare sia veramente fantastico.
    In tutti i sensi

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    1. Alfonso, ho un sito e da giornalista, ancora prima che da normale cittadino, mi sento in diritto e in dovere di commentare ciò che non mi torna o che stuzzica la mia sensibilità. Preferisco farlo qui piuttosto che nella cloaca massima di Facebook. Posso dirlo? Io il libro l’ho letto.

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      1. Indottrinamento?
        Mah, è più un gioco al rilancio…
        A chi la spara più grossa, a chi è più inclusivo, a chi è più “accogliente”…per farsi trovare sempre pronti sul pezzo.
        Ma è tutto finto, è tutta facciata.
        Piuttosto, tornando al cuore della vicenda Vannacci, è divertente notare come, per non sbagliare, Crosetto lo abbia subito scaricato, senza un minimo di approfondimento o le attenuanti generiche che si concedono a tutti.
        D’altro canto il colonnello era sacrificabile ed era inutile aprire un altro “fronte” dopo i casi La Russa e Santanchè.

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        1. Io più che un affastellamento peloso di buone intenzioni ci vedo una direttiva precisa che viene da lontano ma mi rendo conto di essere complottista. Del resto i complotti ci sono sempre stati. Un complotto ha ucciso Giulio Cesare.

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          1. No, purtroppo non sono le “buone intenzioni” a spingere all’esasperazione certi atteggiamenti, certi discorsi, è puro egocentrismo e carrierismo, mali che affliggono il paese da tempi remoti e che sono stati spesso alla base di vicende ben più tristi.

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  2. Ciao David,
    Nessuna polemica con te.
    Ce l’ho solo con quelli che sostengono di venderci informazione e fanno, al contrario, solo propaganda.
    Del libro ne ho letto giusto un paio di pagine (quelle “incriminate”) su un blog e il contenuto non corrisponde per nulla a quanto sbandierato dai vari pennivendoli, se non si è prevenuti, ovviamente.
    Ha voluto esprimere solo il suo dissenso nei confronti di una società sempre più finta e ipocrita.
    Almeno io l’ho letto così.
    Senza offendere o minacciare nessuno.

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    1. Figurati, l’avevo capito che non c’era polemica contro di me. Sono pienamente d’accordo con ciò che scrivi e d’altra parte l’occasione per certi partiti era troppo ghiotta per non gettarvisi a pesce, esasperando i toni di una campagna di indottrinamento che non so dove porterà.

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  3. Non ho letto il libro , ma lo comprerò. Ma che é successo ? Un uomo , un soldato, UN GENERALE CHE DICE COME LA PENSA ? DICE LA VERITA ? Caspita , ho passato una vita di guai per aver fatto le stesse cose , ovvero NON TACERE MAI !! E non ho ancora imparato .

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      1. Una cosa condivido pienamente con lo scellerato individuo del kremlino ed è il decadente inesorabile declino dell’occidente. Abbiamo perso valori ed identità

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        1. Putin parla ovviamente pro domo sua ma quale altro capo di stato non lo fa? Ogni volta che Putin proferisce giudizi sull’occidente, viene ridicolizzato dai media mainstream, che lo trattano come un deficiente. Invece avviene che, dietro l’apparato retorico o sibillino si celino delle verità scomode, sia per l’Europa, sia per gli Stati Uniti. Resta da verificare se agli Stati Uniti l’Europa interessi ancora, ma questo è un altro discorso.

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          1. Le verità scomode solo per pochi . La maggior parte non le condivide . Il politicamente corretto è la nuova religione da cui tutti noi dobbiamo inchinarci . Ricordi quando hamilton si inginocchiata e chi non lo faceva era additato ?

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  4. Semplicemente perche’ un funzionario pubblico non puo’ fare affermazioni di questo tipo se e’ in servizio effettivo. Quando sara’ in pensione, con gli amici, al bar, potra’ dire quello che vuole. Meno male che nell’elenco non ci ha messo pure gli ebrei cosi’ facevamo il pieno….. E’ vergonoso cancellarmi, un tempo c’erano pure i nani e le ballerine!!!!!.

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