Moto: Sportiva vs Maxi

testo e foto di Roberto D’Ilario

Il perché

Questo articolo è nato per caso, dopo una splendida giornata passata su e giù per le strade dell’Abruzzo, Lazio e Umbria. Abbiamo cavalcato due moto di segmenti diversi e filosofie opposte, eravamo curiosi di trovare un punto in comune tralasciando le prestazioni pure e focalizzandoci solo sul piacere di guida.

Il percorso

Pescara, Lago di Campotosto, Posta, Leonessa, Cascata delle Marmore, Rieti, Lago del Salto, Torano, Pescara, per un totale di 450 km. Un tragitto affascinante che attraversa il Gran Sasso, i Monti della Laga, la Valnerina e il bacino idrografico del fiume Salto. Paesaggi e scorci mozzafiato, picchi maestosi, placide distese d’acqua dove si specchiano boschi multicolori e profondi cieli azzurri. Il ristoro dell’anima tra mille e mille curve. L’asfalto, invece, alterna tratti lisci e puliti ad altri sconnessi, pieni di buche e di breccia traditrice. Un tormento per la schiena.

Le moto

Ducati Supersport 937 e KTM 1290 Adventure S, ovvero una piccola sportiva un po’ addomesticata e una maxi-enduro super-dotata e top di gamma in tutto.

Dotazioni tecniche

La Supersport è magra, leggera, svelta, appuntita, con elettronica ridotta solo alle mappature motore e al cambio. Posizione di guida un po’ rannicchiata con semimanubri “digeribili” perché non da sportiva pura. Il motore V2 è un cuore pulsante, sempre un po’ scorbutico ma regala bassi profondi e spinta piena sempre. E poi è rossa.

La KTM è alta, imponente, quasi minacciosa nel suo vestito total black con uno sprazzo di arancio, larga anche a causa delle borse laterali montate. La dotazione tecnica è fuori dal comune, elettronica a profusione, sospensioni adattive che leggono la strada in tempo reale. Pura fantascienza. Motore V2 strapotente, infinito, morbido o cattivissimo a seconda delle mappature scelte. Manubrio largo, posizione di guida ovviamente eretta, naturale e comoda.

Guida

La Ducati è sempre una Ducati e va condotta come una Ducati, guida di corpo altrimenti è meglio stare a casa. È svelta in inserimento con il suo avantreno granitico, rapida nelle uscite, preferisce traiettorie secche e veloci tipo on-off, è stabile, sincera e divertente, un godimento puro.

La 1290 sembra un pachiderma e invece fa i numeri. Il pilota, con la sua postura composta, sembra non faticare mai; la Kappona scivola tra le curve con la grazia di una danzatrice, con la ruota da 19″ predilige traiettorie dolci e rotonde ma è una bestia che può sfidare, vincendo, anche le super sportive. Guai ad incontrarla per strada.

Sensazioni

In sella alla Supersport ci si sente campioni della pista anche se si va a 50 km/h. E’ rigida, sente tutte le asperità e le sconnessioni, anche se le assorbe egregiamente; il rumore dello scarico è cattivo, appagante, brontola, scoppietta e rimbomba, il motore fa la sua parte come un’instancabile macchina da cucire. Il silenzio non è il suo forte e vibra come una dannata. Quando vede le curve però si anima di vita propria, ti chiede di spingerla, piega, accelera, frena senza soffrire, è un giocattolo che sembra divertirsi insieme a te e non scenderesti mai. Scomodina ma appagante.

La KTM sembra più educata, ci sali come un mototurista e ne scendi da pilota. E poi ci puoi caricare di tutto, borsa frigo, bevande, biscotti, l’insalata di riso, abbigliamento di ricambio e quant’altro. Qualsiasi fondo stradale ci sia lei ingoia tutto, nulla la scompone e il pilota continua beato la sua guida in poltrona. Confessiamo che, a vederla dall’esterno, è alquanto irritante.

In autostrada non c’è storia, la KTM ha una protezione aerodinamica perfetta, non vibra e con il cruise control puoi anche staccare la mano destra dal manubrio per riposarti un po’.

La Ducatina invece ti impone la posizione caricata in avanti che ti indolenzisce schiena, collo e polsi, con le vibrazioni che ti passano da una parte all’altra del corpo e il vento che non smette quasi mai di prenderti a sberle. No, l’autostrada non fa per lei.

Conclusioni

Alla fine della lunga giornata di guida siamo felici e soddisfatti, ognuno ha avuto modo di trovare il proprio piacere di guida, soggettivo e ingiudicabile. I dolori vincono 2 a 0 sul proprietario della Ducati, il compagno della KTM invece sembra bello fresco e riposato ma l’importante è essersi divertiti. Però ad ogni sosta con le moto affiancate le persone si fermano a guardare sempre e solo la Ducati. Chissà, forse perché è rossa… anche questo fa parte dei piaceri della vita.

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