Modelli del passato: Ferrari 225S Mille Miglia 1952 di Progetto K

La King Models, creata nel 1973 da tre modellisti romani, fu uno dei primi marchi italiani di modelli artigianali in resina. In scala 1:43, venduti solo montati, i King Models furono apprezzati per la qualità di riproduzione (in un’epoca in cui incontravi i Corgi con le ruote veloci) e anche per l’originalità dei soggetti, per lo più vetture anni ’30-’40, con qualche felice incursione in periodi più recenti, come l’Alfa Romeo 1750 Berlina o la Giulia GTAm competizione. In totale furono prodotte 32 referenze, più alcuni master supplementari che non arrivarono mai allo stadio finale.

Nel 1976 la King cambiò gestione, venendo ripresa completamente da Fabrizio Petrucci, che lanciò parallelamente una nuova serie di modelli montati (poi anche in kit) in resina, denominata Progetto K, sullo stesso stile dei King Models, che continuarono ad essere prodotti. Come nel caso dei King, anche la gamma Progetto K si dedicò quasi esclusivamente a vetture italiane, esordendo con la Ferrari 250 LM delle prove di Le Mans 1964, quella col lunotto lungo, raccordato al cofano posteriore. Si proseguì con un paio di GTAm, con un Fiat 1100A furgone, la Giulietta SZ, la Fiat 1400 Berlina, la Ferrari 340 Mille Miglia 1953 e così via.

Nei primi anni ottanta, “Progetto K” voleva anche dire negozio, in verità uno dei più belli di Roma e di tutta Italia. Situato in Via dei Gelsi, era portato avanti da Fabrizio Petrucci e suo fratello. Verso la fine del decennio il negozio cambiò sede e passò da Via dei Gelsi a Largo De Sanctis. Fu intorno al 1985-1986, che a Fabrizio Petrucci venne l’idea di iniziare una produzione industriale di modelli 1:43, sulla scorta del successo che alcuni nuovi marchi avevano conosciuto nel corso del decennio, a cominciare dalla portoghese Vitesse, che per certi versi poteva essere considerata quella che aveva rimpiazzato una sempre più evanescente Solido, per continuare con Idea3, Box Model, Sibur o Silhouette, per non parlare di marchi che avevano tentato la strada delle riedizioni, come la francese Sport Cars.

Le possibilità di scovare soggetti inediti e rari non mancavano: tanti marchi artigianali si facevano concorrenza soprattutto sull’attualità, e in generale le auto ancora da scoprire erano talmente numerose che era solo questione di conoscerle e trovare una documentazione adeguata, cosa per nulla scontata all’epoca.

Per l’esordio della nuova gamma industriale Progetto K si decise che anche la carrozzeria sarebbe stata in plastica e non in zamak, rischiando di scontentare tutta una serie di collezionisti ai quali questa soluzione non sarebbe andata a genio, né allora né mai. Sia come sia, il primo modello, uscito nel 1987, fu la Ferrari 225 S Vignale, e la referenza 001 venne assegnata alla versione Mille Miglia 1952: in realtà la vettura col numero di gara 614, pilotata a Piero Taruffi, aveva un motore 4,1 litri da oltre 260 cavalli, derivato da quello della 340 di F.1 del 1950 e a rigore non avrebbe dovuto essere chiamata 225 S. A parte questo, il modello, nonostante inevitabili semplificazioni, si presentava piuttosto bene: finiture pulite, pochi pezzi sistemati bene, ruote a raggi in plastica cromate, pneumatici abbastanza fedeli. Gli interni erano molto sommari ma tutto sommato un modellista con un minimo di pratica avrebbe potuto facilmente renderli più che buoni.

Nelle pubblicazioni promozionali, Progetto K insisteva tra le altre cose sul fatto che i modelli potessero essere considerati in un certo senso come dei “pezzi artigianali”, perché rifiniti completamente a mano nonostante la concezione industriale. Vi ricorda qualcuno?

Le referenze immediatamente successive furono ulteriori varianti della 225 S, due versioni di Le Mans 1952 e due stradali. La seconda novità fu un’altra Ferrari, la 250 TR58, anch’essa un modello molto gradevole, dalle linee e proporzioni azzeccate. Nei programmi diffusi tra il 1987 e il 1988 figuravano anche la Maserati Birdcage 60/61 (stavolta in metallo) e la Ferrari 250 S Berlinetta. Si iniziava anche a parlare di Alfa Romeo GTA 1300-1600, un modello destinato a far compiere alla gamma Progetto K un ulteriore passo avanti in termini di successo commerciale; altri soggetti annunciati, come Ferrari 250 GTO 64, Fiat 1100 Mille Miglia 1938 o Ferrari 250 TR61 non furono mai realizzati, soppiantati però da tanti altri modelli ugualmente indovinati.

I due esemplari di Progetto K numero 001 di queste foto provengono dallo stock invenduto di un ex-distributore francese, che le ha conservate fino a pochissimi mesi fa. Si noti la scatola di primissimo tipo, che venne presto sostituita da quella più piccola, gialla con base in plastica nera, molto più conosciuta. La base è in cartone e i modelli sono fissati alla confezione con una vite e un’asola in plastica. Le decals ad acqua della strumentazione sono graffate a un lembo interno del cartone.

Da questi modelli iniziò una vicenda lunga e importante per la storia del nostro automodellismo, che proseguì con la fondazione di Pego Italia s.r.l. col capannone in provincia di Firenze, a Sesto Fiorentino, la produzione di linee in resina (Pinko, Exem), la distribuzione di marchi molto in voga come Spark, Bizarre, Le Mans Miniatures, Corgi, M4, Rio, Starline e anche una sfortunata produzione cinese.

Per ora ci fermiamo qui. Su Progetto K tanto è stato scritto (esiste anche un bel gruppo su Facebook consacrato al marchio) ma tanto resta ancora da indagare, su una gamma vastissima e piena di “stranezze” e modelli semisconosciuti o del tutto misteriosi. Una storia italiana che merita la considerazione e l’attenzione che a volte le sono state ingiustamente negate, per ignoranza o per puro snobismo.

7 pensieri riguardo “Modelli del passato: Ferrari 225S Mille Miglia 1952 di Progetto K

    1. Progetto K è uno dei classici marchi da lacrime di coccodrillo. Quando i modelli erano facilmente disponibili, tanti facevano a gara a chi se ne faceva più beffe. “Sono grossolani”, “guarda che brutto questo tergicristallo in plastica”, “che schifo questo”, “che schifo quello”. Poi quando hanno chiuso, quei soliti si sono magari resi conto del fatto che il valore di un modello spesso trascende la sua esattezza chirurgica per abbracciare altri aspetti, più irrazionali se vogliamo, ma ugualmente pregnanti. Che si godano le loro Spark con i cerchi che si squagliano, strombazzando anche ai quattro venti il fatto che se le possono permettere. La storia del modellismo ha una sua logica, se non vogliamo chiamarla giustizia.

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  1. Progetto K è un marchio che mi è sempre piaciuto e che ha prodotto anche modelli da rally davvero interessanti (vedi le Alfa GTA e GT Am, le Alfetta GTV o le 75, tanto per fare qualche nome).

    Fare (o rifare) luce su questa ditta è un’ottima cosa, un plauso a David ed a Riccardo!

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  2. Articolo molto suggestivo, almeno per chi, come me, ha potuto all’ epoca acquistare le Ferrari riprodotte da questo Marchio ( a partire dalla 225 S con la scatola che appare in copertina ). Sarebbe bello, un giorno, dedicare uno spazio a due realtà italiane del passato, Jolly Model e Top Model, che in qualche misura seguivano la stessa filosofia di Progetto K.

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    1. Grazie! Volendo fare una battuta, potremmo dire che Jolly Model e Top Model sarebbe meglio dimenticarli in aeternum, ma mi rendo conto che tutto – a distanza di anni – diviene storicamente interessante. Va però detto che i modelli delle due marche citate nascevano da un contesto direi molto “particolare” ed erano già estremamente scadenti nella loro epoca. I Progetto K, pur restando prodotti tutto sommato umili, avevano quasi sempre linee e proporzioni giuste e si facevano apprezzare per la loro accuratezza storica, laddove Jolly Model e Top Model erano spesso completamente sbagliati, con particolari, colori e livree raffazzonate sulla scorta di qualche mezza foto trovata in giro. Comunque ne riparleremo, certamente.

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      1. Si, lo so, Jolly e Top Model hanno proposto ai collezionisti prodotti spesso indifendibili. Tuttavia, in qualche misura, hanno anch’ essi
        ” sdoganato ” l’ artigianato Made in Italy della prima ora proponendo, con tutti i limiti del caso, modelli e versioni spesso inediti. Con tutti i limiti del caso…

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