Borsa di scambio a Saint-Germain-des-Fossés

Si è svolta oggi la quarta edizione della borsa multicollezioni organizzata dal Club Noeud Ferroviaire 03 a Saint-Germain-des-Fossés (espace du Levrault), nel dipartimento francese dell’Allier. Siamo passati a dare un’occhiata per toccare con mano cosa significhi una borsa di scambio rurale – e quindi non certo di primissima fascia – in Francia.

Altre volte PLIT si era occupato di questo genere di manifestazioni “minori”, rilevando come il proverbio secondo il quale nella botte piccola ci stia il vino buono sia valido quando si parla di borse di scambio transalpine. La borsa di Saint-Germani-des-Fossés è il classico piccolo evento come se ne trovano praticamente quasi tutte le settimane in Francia: organizzate in palestre o residenze di campagna, queste borse sono facilmente accessibili e frequentate da gente che non è convinta di avere in mano l’oro, pur offrendo spesso cose di ottimo livello. I prezzi sono competitivi e la trattativa è quasi sempre possibile, anzi addirittura incentivata.

Alla borsa di oggi, che peraltro era incentrata sui treni, era però presente un venditore che portava un’eccezionale collezione di Dinky francesi e inglesi, tutti perfetti con scatola, appartenuti a un signore che quando era ragazzino, tra la fine degli anni cinquanta e gli anni sessanta, se li faceva regalare da genitori e parenti nelle occasioni più classiche: Natale, Pasqua, compleanno e così via, oltre ad acquistarle di tanto in tanto con i propri risparmi. Il bello è che nelle scatole annotava la data e il contesto: “Maman”, “Pâques”, “Cagnotte à cigarettes”. Aprendo questi astucci di cartone giallo tornano in mente le note di una canzone di Renaud, Mistral gagnant. Se non la conoscete ascoltatela, è straordinariamente evocativa.

Ne viene quindi fuori una microstoria di vita che dà alla collezione un senso particolare, al di là del semplice accumulo di pezzi. Cresciuto e diventato farmacista a Roanne, nel dipartimento della Loira, il proprietario ha conservato con amore le proprie macchinine per decenni, finché ora non ha deciso di disfarsene. Chi compra qualcuno dei suoi modelli si porta a casa un frammento di una vicenda – forse banale ma toccante – che merita di essere raccontata e tramandata agli appassionati del futuro.

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