Si conclude oggi la tre giorni lionese di Epoqu’Auto. Il modellismo è naturalmente uno dei settori trainanti di questo come di tutti gli altri saloni similari. Nelle hall dell’Eurexpo l’esposizione e vendita di modelli e di giocattoli d’epoca occupa ormai spazi considerevoli: una vera e propria manifestazione nella manifestazione. Potremmo quasi dire, in questo caso, l’equivalente di un Novegro o di una qualsiasi altra borsa europea di alto livello all’interno dei padiglioni di Epoqu’Auto.
Con gli anni la sistemazione degli spazi consacrati al modellismo si è fatta sempre più pratica e razionale, fino ad accorpare quasi tutti gli espositori di queste tematiche in un’unica area. La varietà e la qualità di questa 44ma edizione di Epoqu’Auto sono eccezionali. La presenza di espositori esteri (italiani, belgi, tedeschi) porta ad una scelta notevole e l’alto livello degli specialisti francesi conferma il valore assoluto di questa manifestazione anche sotto l’aspetto modellistico.
Ormai Epoqu’Auto è puntualmente frequentata da marchi ufficiali come Spark e da negozi di fama internazionale. Il bello, però, è che a fianco di queste realtà affermate e conosciute da tutti convivono i medi e i piccoli venditori: era il caso di uno stand belga, visto anche a Rétromobile, che presentava una scelta eccezionale di vecchi Tomica e Diapet, Mebetoys, Solido e alcuni modelli speciali di notevole valore storico, come una Ferrari 250 GTO Tourist Trophy 1962 Maranello Concessionaires o una Lotus XI realizzata da Provence Moulage per un club di Clermont-Ferrand: questo tanto per rimarcare quanto la varietà dei soggetti proposti fosse in grado di meravigliare anche il più disincantato dei collezionisti.
Si conferma l’interesse per i Solido d’epoca (serie 100 edizioni anni settanta), con diversi esemplari immacolati, praticamente mai usciti dalla scatola, e anche per i Norev in plastica, sistematicamente ignorati dai collezionisti per diverso tempo e ora parecchio più ricercati rispetto anche solo a cinque anni fa.
Non passa ormai settimana senza che qualche grande collezione si affacci sul mercato: il ricambio generazionale sembra ora più consistente per quanto riguarda modelli prodotti tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni novanta. Stanno riaffiorando non solo kit artigianali o elaborazioni particolari ma anche tutta una serie di marchi che produssero speciali in resina “low cost” come Duvi, Elysée, GTS, Leader e così via, spesso in condizioni pari al nuovo, testimonianza del fatto che siano rimasti nella collezione del primo proprietario fino ad oggi.
Per quanto riguarda il giocattolo d’epoca, ormai la plastica, che via via sostituì la latta a partire dalla fine degli anni sessanta, sta conoscendo una domanda crescente: i modelli di Rico, Paya, Joustra o Mont Blanc, oltre a essere bellissimi, sono forse visti (a torto? a ragione?) come forme d’investimento in un settore nel quale questa parola sarebbe forse prudente o opportuno cassarla del tutto.
foto copyright David Tarallo / pitlaneitalia.com




















































































