Ad uno dei coffret Solido – il Touring Course – avevamo dedicato un capitolo della rubrica Storie di modelli (https://pitlaneitalia.com/2023/10/18/echi-della-coppa-renault-il-coffret-solido-course-n618/), parlando delle molteplici vite della Renault R12 Break. Ebbene, stavolta focalizziamo l’attenzione su un altro di questi coffret, importante perché è il primo della nuova serie 600.
Solido ha sempre puntato abbastanza nei cofanetti, un modo semplice ed economico – come si è detto spesso – di rianimare modelli meno fortunati, di riproporre stampi ormai datati o semplicemente di diversificare l’offerta con investimenti minimi. Nei primi anni ’70 il marchio cercò di riportare in auge lo spirito dei Major d’anteguerra creando i Maxicar in 1:32 (Peugeot 504, Opel Commodore, Renault R16). Dei coffret Maxicar apparvero dal 1970; non riscossero mai grande successo, resi poco appetibili anche dalla sproporzione fra la vettura (tra l’altro in una scala “strana” anche se non del tutto peregrina) e certi rimorchi proposti – vedi la roulotte o il traino con la barca – che erano dei vecchi 1:43 riciclati. I Maxicar furono rilanciati nel 1976, ma nel frattempo Solido aveva opportunamente imbastito una gamma di coffret in 1:43, approfittando delle nuove proposte della Serie 10.


La prima confezione di questo nuovo corso fu un insieme a tema Gendarmerie, con una Renault R12 Break blu, la moto BSA (si faceva con quello che c’era), due figurine di gendarmi di produzione Starlux e – udite udite – un bel radar tipo Mesta 206 nascosto dietro un cespuglio, probabilmente la prima comparsa in assoluto di questi malefici attrezzi nella storia del modellismo. Non si può dire che Solido non cercasse di precorrere i tempi! Il set, uscito nel 1975-76, è noto in due varianti minori: nella prima, l’antenna della moto, infilata in un apposito foro accanto alla sella, è nera e abbastanza lunga; nella seconda è grigia ed è stampata in corpo unico con la sella stessa. Su alcune R12 (forse della produzione più tarda?) la scritta in decal ad acqua Gendarmerie compare solo sulla portiera sinistra, ossia il lato visibile nella presentazione. I fari erano dipinti, come d’abitudine nelle R12 Solido prima serie, quella in produzione fino al 1977. La confezione riprende la classica grafica con i colori Solido tipici dell’epoca: rosso e giallo col rhodoid trasparente su due lati e il logo della marca bianco in campo nero.
Questi coffret non saranno rarissimi ma la vera difficoltà consiste nel trovarli in condizioni perfette, con la scatola intatta e tutti gli accessori. I modelli erano fissati alla base mediante dei fermi in plastica nera a forma di doppia freccia, che si perdono abbastanza facilmente se il cartone è indebolito per l’umidità o per l’usura, cosa tutt’altro che improbabile. Il gendarme sulla moto era tenuto in posizione da un elastico.


La serie dei set di questo tipo andò avanti fino alla fine degli anni ’70, anche con alcuni pezzi del circo Amar, le cui quotazioni non hanno mai risentito più di tanto dell’arrivo negli anni ’80 dei Verem, per i quali venne scelto il tema Pinder.
E la R12? La sua vita continuò a lungo. La versione blu Gendarmerie non venne mai commercializzata separatamente; fu invece fatta, proprio nel 1975 una versione Gendarmerie della Peugeot 504 Break (numero 23B). In livrea Gendarmerie – prima blu, poi bianca – la R12 familiare si rivide come Verem, ma questa è un’altra storia.
