Mazda MX-5

testo e foto di Roberto D’Ilario

La Mazda MX-5 non ha bisogno di presentazioni per cui ve la voglio raccontare per sensazioni dal vivo e in scala 1/18. La versione NA è la prima ed unica con i fari a scomparsa, la più pura e semplice, tonda e simpatica che sembra un cartone animato anzi lo è, visto che era presente in coppia anche nel film Cars nei panni di Mia e Tia fans di Saetta McQueen. Un’auto tascabile che sprigiona una sorta di magia per il piacere di guida e la complicità che trasmette, è sincera e divertente, ti insegna a guidare con lo sterzo diretto, il cambio da riferimento e ti avverte con grazia sculettando quel tanto che basta. Il motore non è un fulmine e va tenuto tra i 4.500 e i 7.000 giri come una moto, ci vorrebbe quello dell’ultima versione ND, gran bel pezzo. Comunque sorriso assicurato e brutti pensieri che scappano via. Auto galeotta. Il modello in metallo 1/18 è della Gate, linea facente parte del gruppo AUTOart insieme a Gateway e UT Models. La produzione risale al 1999 nei colori rosso, verde, blu, argento e nel 2000 vennero messi in commercio i kit con gli stessi colori. Le linee sono indovinate, specchi maniglie frecce fanalini di posizione ben riprodotti, c’è persino l’alloggiamento cromato dell’antenna. Sul cofano c’è il logo Mazda e non la scritta per esteso sotto il faro sinistro, segno che hanno preso a riferimento la versione dopo il 1993, mentre nel posteriore mancano totalmente le scritte cromate MX-5/Mazda. Belli i cerchi a 7 razze ma senza valvola di gonfiaggio e pinza freni, interni corretti e sedili giusti con il poggiatesta integrato. La plancia verticale riproduce autoradio e condizionatore, anche questi non di serie nella primissima produzione. Unico neo è il volante che non assomiglia per nulla all’originale e neanche ai MoMo successivi. Peccato. Ci sono 4 aperture con i tagli accettabili e meccanismi di apertura importanti ma obbligatori visto il materiale usato. Bagagliaio con ruota di scorta e motore ben riprodotto, qualche tocco di colore e la scritta Mazda sulle testate sarebbe un bel vedere. Il sottoscocca riproduce la meccanica e lo scarico cromato. La cosa più urtante è la verniciatura della scocca nella parti interne e nelle aperture, a tratti assente in altre con spruzzi sommari che non coprono bene il metallo. Ma perché? Comunque un modello accettabile vista l’anzianità del progetto. Sarebbe interessante un confronto con le Kyosho che però hanno la guida a destra. Mentre scattavo le foto mi scappava da ridere perché mi sono accorto che stavo “giocando a macchinine” come un bambino. Potenza dei modellini! Ultima nota sull’esemplare vero delle foto: è ASI Targa Oro immacolata, tutta originale con hard-top e prima vernice con soli 49.000 Km veri verissimi.

Guai a chi me la tocca perché è il mio giocattolo preferito, tutta mia, è il mio tesssoro (Gollum docet).

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