Cadillac 16 cilindri: un monumento della storia del motorismo

testo e foto dei modelli di Marco Nolasco

Premetto che la fonte principale delle mie analisi è questo sito:

https://www.newcadillacdatabase.org/static/CDB/Dbas_txt/V6_4108c.htm

ricchissimo di informazioni sia sulla vettura reale che sui modellini, in tutte le scale..

La Cadillac 16 cilindri a V è un vero monumento della storia dell’automobile americana e non solo. Viene presentata per la prima volta nel 1930 e attraversa, con due versioni principali, tutta la decade fino al 1940.
La seconda serie è del 1938.
Incomincio… dall’inizio, perché è disponibile il modellino della prima V16, la tipo 452 A Fleetwood style 4108C, un imperial landaulet presentato al salone di New York del gennaio 1930.
452 è la cubatura del motore ovviamente in pollici cubi.
Fleetwood è il carrozziere che vestirà tutte le V16 (e non solo quelle) e il numero o style identifica la carrozzeria. Questa versione fu prodotta credo in quattro esemplari ed è nota anche come “Madame X”, perché lo stile è fortemente ispirato ad un paio di Cadillac del 1929 così denominate.

Il modellino (qui a sinistra e nella foto di apertura) appartiene alla serie Age d’Or di Solido, reca il n. 85 e uscì alla fine del 1979.

Successivamente, a metà degli anni ’80, uscirono delle versioni ambulanza dei Vigili del Fuoco e furgone della Cadillac, ma sono di fantasia perché la V1y6 non ebbe mai un impiego così “plebeo”, che interessò invece altri modelli della casa americana di rango inferiore. All’epoca mi fidavo ciecamente della Solido e abboccai comprando i tre modelli della foto.

Fedele invece il Rio n.77 del 1983, la 452 A convertibile a 2 posti e 2 porte Fleetwood style 4235 del 1931, dal caratteristico profilo inferiore della portiera curvo.

Il modellino dispone di cofano rimovibile, non apribile perché dovrebbe essere incernierato al centro, ed è più ricco di particolari rispetto al Solido, che però appare più pulito.

Non avendo altri modelli della prima serie passo alla seconda, la serie 90 del triennio 1938-40. In mezzo ovviamente ci sono molte altre versioni della 452.

I tre my si distinguono per minime differenze  come la forma dei paraurti, le maniglie o i tre fregi sui parafanghi.
La nuova denominazione serie 90 fu introdotta nel 1936, nel ’38 il motore fu ridisegnato e la cilindrata passò da 452 pollici cubi (circa 7,4 litri) con V di 45° a 431 pollici cubi, circa 7 litri, a 135°, il che permise di abbassare il profilo del cofano motore. La sigla non fu però 431, ma 90 seguita dal numero del Fleetwood style della carrozzeria.
Questa imponente vettura è stato riprodotta in molte versioni dalla Rex Toys del conte svizzero Giansanti Colussi negli anni ’80. Erano però fabbricate dalla portoghese Vitesse. Buona parte di esse sono sbagliate o di fantasia, però erano di un certo pregio, con dettagli pressofusi molto fini. Erano piuttosto costosi, forse troppo, all’ epoca. Purtroppo in tutti mancano i caratteristici tre fregi sui parafanghi. Io ho raccolto quelli che mi interessano.
Comincio con questo modello definito Coupé de Ville fermé, ma non è vero. Per esserlo dovrebbe avere un telo di servizio sul divano dell’autista non allineato con il tetto della zona padronale, come si vede nella terza foto (Fleetwood style 9053). In realtà riproduce una formal sedan Fleetwood style 9059 per 5 passeggeri, che monta l’ intero padiglione in lamiera rivestita di pelle (falso cabriolet). Tutte le 9059 (e anche le quasi identiche 9033F, da 7 passeggeri) lo avevano.

Il modello esiste anche in tinta unita, ma credo che sia sbagliato, perché delle due l’una: o riproduce uno di questi tipi: 9019, 9019F, 9023 o 9033 (tutte quasi identiche e in tinta unita), ma allora dovrebbe avere tre luci laterali, oppure riproduce il 9039, sempre in tinta unita e questa volta a due luci, ma con un diverso taglio della coda.

PS La vettura vera rossa è un my 1940, differente per pochi dettagli dalla 1938, tra cui la forma dei paraurti

Il precedente, Fleetwood style 9059, è il n. 3 di catalogo del 1987.

A seguire il coupè 9057B, sempre my 1938. Nella seconda foto cerco di evidenziare la finezza della statua sul radiatore, pressofusa.

N. 5 di catalogo del 1988.

Passo a questa convertibile sedan a 5 posti Fleetwood style 9029.
Una versione di questo modello fu dotata di bandierine e personaggi e spacciata per una delle due vetture speciali in dotazione alla Casa Bianca, ma era del tutto errata. Quelle auto avevano il passo allungato ed erano identificate dallo style 9006.

Modello n. 12 del 1988.

Di seguito la Fleetwood style 9006, cabriolet di rappresentanza costruito in due esemplari, Queen Mary e Queen Elisabeth, e usata sia da Franklin Delano Roosevelt che da Harry Truman.

Qualche foto di confronto con la cabriolet “normale” di Rex Toys. Come si vede le due vetture sono ben diverse.
Il modellino è di Norev.

Vado avanti con le Caddies con la Town car 7 posti Fleetwood style 9053.
La n. 11 di questa serie fu donata al Vaticano nel dopoguerra, ma credo che non ebbe mai la targa SCV 1, quindi non fu mai usata dal Pontefice. Rex Toys l’ha riprodotta, ma non ce l’ho. Sto invece pensando ad un moderno TSM, giusto per cambiare un po’, ma è piuttosto caruccia…

Qui c’è la storia della Caddy “vaticana”:
https://www.newcadillacdatabase.org/static/CDB/Dbas_txt/V6phovat.htm

Il Rex Toys è il n. 2 del 1987.

L’ultima versione è il Fleetwood style 9067, convertibile coupé a due posti, anche se in realtà c’è un comodo divano posteriore…

Il Rex Toys è il n. 6 di catalogo del 1988.


Nel catalogo Rex Toys vi erano altre versioni, ma, come i furgoni Solido, errate o di fantasia, vedi le Cicciolina cars. Anche le versioni militari penso proprio che siano errate. Gli alti comandi U.S.A. credo che si dovessero accontentare di “plebee” serie 70-75, simili alle serie 90, ma con la metà dei cilindri, o al più di serie 80-85 a 12 cilindri.

Di seguito due militari, una 60 e una 75, rispettivamente a 8 e a 12 cilindri.

Se si osservano e feritoie laterali del cofano si dovrebbe percepire la differenza, aggiungo anche dei figurini della Sixty Special (serie 60, otto cilindri) e della sixteen (16, sta per V16). Tutte le V16 avevano le stesse feritoie come nel figurino (e nei Rex Toys), indipendentemente dalla carrozzeria.
La luce sul parafango della foto d’epoca si sovrappone allo spazio tra una griglia e l’altra e sembra che sia una griglia unica, ma sono due separate e la terza è dietro alla carenatura della ruota di scorta.
Inoltre mancano i tre fregi orizzontali sui parafanghi, presenti in tutte le V16 del triennio 1938-40. Mancano anche sui Rex Toys, ma è un errore.

Spero così di aver dimostrato che le Rex Toys militari sono errate e con questo chiudo il mio sproloquio e mi rimetto alla clemenza della corte…

Lascia un commento