Devo dire che noi media siamo privilegiati. Hospitality, sale stampa, agevolazioni varie rendono le trasferte non dico facili ma almeno un minimo confortevoli. Da tempo immemorabile non affronto una gara nei panni dello spettatore, né penso che lo rifarò una volta che la mia vicenda professionale sarà conclusa. Però può essere istruttivo e interessante capire cosa sia una gara pesante come la 24 Ore di Le Mans sfidata da semplice visitatore. E se si tratta della prima volta, la cosa può essere ancora più intrigante. Lascio quindi spazio a una serie di scritti di Riccardo Fontana, che pubblicherà una sorta di Diario di Le Mans 2024, a perenne monito per chi vorrà tentare l’avventura… the hard way, come avrebbe detto Perry McCarthy. [David Tarallo]
testo di Riccardo Fontana
Per capire come abbiano fatto due trentenni semi-milanesi – e pertanto teoricamente appartenenti ad una generazione (nonché genia) infame che apprezza le automobili ed il Motorsport poco o nulla – occorre fare un passo indietro, e presentare i “protagonisti” di questo viaggio della speranza, cioè io ed il mio amico Luca.
Luca ha trentatré anni, anni addietro ha sciaguratamente deciso di fare ingegneria condannandosi ad una vita di stenti iper-responsabilizzati e sottopagati, ed è molto appassionato di motorsport, tanto da imbarcarsi in lunghissime maratone su Eurosport per seguire la 24 Ore di Le Mans da molti anni a questa parte. È la vera mente alla base dell’idea di questo viaggio folle, in cui ha coinvolto il secondo protagonista – che sarei io – dopo il vicendevole acquisto di un Yamaha Ténéré 700 nuovo a testa, quasi due anni fa (cara Yamaha, sono 500€ per il servigio. 300€ senza fattura, n.d.r.).
Di me invece che dire… Ho trentadue anni, sono l’autore, con David Tarallo, di Generazione Hypercar 2021-2023 (compratelo, sennò la Von der Leyen vi vede e vi impone le domeniche a respirazione alterna per non inquinare, n.d.r. 2) e anch’io ho sciaguratamente scelto di fare ingegneria condannandomi alla stessa vita del cazzo: volevo progettare (e magari guidare) auto e moto da corsa, ma complice disastri familiari accaduti nel pieno degli anni dello studio per ora ho ottenuto solo di affannarmi l’anima su degli scatolotti grigi sputa-freddo pieni di cagate di piccioni su dei tetti in certe aree industriali improbabili ma disagiate: sopravvivo, ma tento ancora di fare altro.
Luca è addirittura fuggito in Repubblica Ceca, completamente logorato dal modo di vivere alienante e folle tipico degli impiegati italiani del 2024: dice di trovarsi meglio, se ha ragione siamo messi bene, non c’è che dire…
Dopo un primo tentativo di partecipazione all’edizione 2023 andato a vuoto causa esaurimento dei biglietti, ci abbiamo riprovato quest’anno, comprando i biglietti a settembre 2023, appena resi disponibili dall’ACO: una follia, dopo meno di un’ora erano già pressoché esauriti, erano rimasti solo quelli praticamente senza tribune, e con quelli abbiamo fatto.
Viaggio da farsi rigorosamente in moto, con una tappa intermedia all’andata ed una al ritorno, autostrada vietata fuori dai confini nazionali.
Comprati i biglietti, pronte le moto, restava un punto apparentemente semplice ma insidioso: farsi dare le ferie.
Luca ha avuto pochi problemi, a me hanno provato a piantare storie, risolte con un serafico “non vi sto chiedendo il permesso, vi sto informando che lo faccio, se vi sta bene è così, altrimenti mi licenzio e ci vado lo stesso”, al che – al netto di alcuni subdoli tentativi di ripensamento stroncati sul nascere nei medesimi termini – si è potuto ufficialmente dare il via all’avventura, dividendo la preparazioni in maniera… empirica.
Già, perché data la mia allergia verso la tecnologia e l’home banking, Luca ha pensato a tutta la parte online, dall’acquisto dei biglietti a quello delle tute antipioggia (indispensabili data la collocazione geografica dell’evento), mentre a me era delegato il reperimento delle borse, il loro acquisto, fissaggio, e collaudo della relativa tenuta, nonché la risoluzione di altre problematiche minori come lo studio del codice della strada transalpino e l’adeguamento di piloti, moto ed equipaggiamento.
Corrono i mesi, si avvicina la data, e quasi ci siamo: arriva giugno, e questa allegra mezza traversata dell’Europa ci corre incontro senza remore.
Penso – anzi ne sono assolutamente convinto – che l’edizione imperdibile sia in realtà stata persa non andando a quella del 2023, ma il dado è tratto, e come dei Giulio Cesare al contrario ci accingiamo a cimentarci in un percorso quasi contrario a quello del celebre proto-imperatore romano.
Il tempo ci dirà che no, l’imperdibile non era (fortunatamente) ancora stato perso, ma ad inizio giugno non potevamo ancora saperlo…
