Nei giorni scorsi abbiamo evocato la Mercury a proposito di un bel ritrovamento di modelli 1:48 in uno sperduto negozietto di provincia1 ed ecco che riparliamo della mitica casa piemontese grazie a delle foto che tra ieri e stamani ci ha inviato il nostro lettore Jean-Marie Callagher, che ringraziamo sentitamente.


La Fiat 2300S Coupé (art.23) resta uno dei più bei modelli in 1:43 della Mercury, ma – citando la Settimana Enigmistica – non tutti sanno che ne venne commercializzata anche una versione in kit, che a quanto pare restò un caso isolato. Si trattò di una prova per tastare un possibile mercato di montatori? Esigenza di ammortizzare una quantità eccessiva di stampi? Difficile dirlo con esattezza. Fatto sta che nel 1963 la Mercury mise a catalogo questa scatola di montaggio.
In realtà casi come questo se ne registrano nella storia dei vari produttori di diecast anni ’60-70: basti pensare ai Togi ma anche a Dinky e poi a Solido, anche se su quest’ultima andrebbe fatto un discorso a parte, trattandosi di prodotti abbastanza specifici, mirati a collezionisti e modellisti, con versioni esatte e alternative alla produzione standard2.

Per la storia e lo sviluppo delle varie versioni della 2300S Mercury rimando all’eccellente sito di Alberto Spano3. Inutile ripetere informazioni che possono essere reperite in modo rapido e chiaro sul sito Aessemodels.
Concentriamoci invece sul kit: notiamo che la carrozzeria è grezza4. Troviamo poi le bustine con i pezzi in plastica e la calandra trasparente. Le decals ad acqua hanno due cruscotti e due targhe identiche.








Quanto è raro questo kit? Diremmo abbastanza insolito anche se non introvabile. Tutto sta – come sempre – nelle condizioni di conservazione.
Il valore di un oggetto di questo tipo consiste a maggior ragione nella sua completa originalità, che è il vero discrimine tra una valutazione di mercato media e una cifra di livello assoluto. Nel suo libro Modelcars made in Italy 1900-1990, stampato nel 2003, Paolo Rampini assegna al kit una rarità di livello tre su cinque, mentre il modello standard è catalogato a due su cinque, una collocazione che ci pare realistica.
- https://pitlaneitalia.com/2024/08/20/time-capsule/ ↩︎
- In questo si vede chiaramente come Solido avesse un approccio “inconscio” di natura modellistica, pur dichiarando sempre e senza la benché minima esitazione di lavorare e produrre per il settore del giocattolo. Una sorta di schizofrenia latente che ha finito tutto sommato per accontentare bambini e adulti. ↩︎
- http://www.aessemodels.it/homepage.htm ↩︎
- Alberto Spano osserva come alcune scatole abbiano scocche verniciate: variante di origine o sostituzione successiva con carrozzerie di modelli montati, visto che il kit vale parecchio di più rispetto al modello normale? ↩︎
