Per chi non sia pratico di gare, accrediti, sale stampa e roba simile, basti dire che prima di installarsi per benino in qualsiasi manifestazione che non sia la cronoscalata della parrocchia ci voglio almeno tre quarti d’ora (a Le Mans ti parte una mattinata ma quella è un’altra storia). Arrivato al Mugello direttamente da Novegro, ho deciso di vedere di recuperare tempo su domani e mi sono subito fiondato al centro accrediti che stavolta – per fortuna – è stato posizionato proprio accanto all’entrata del paddock. Parcheggiata l’auto al P14, salendo le scale della palazzina della sala stampa ho incrociato il Bianconiglio che urlava “è tardi, è tardi!” indicando col dito l’orologio. Se è tardi per lui, che è un coniglio, figurati per uno che doveva essere qui ieri. Pazienza.
Sala stampa piena di gente che evoca più weekend da FIA-WEC che da ELMS e questo è tutto sommato un buon presagio. Non so cosa ne pensino i responsabili dell’ACO (glielo chiederò fra stasera e domani mattina) ma speriamo che il Mugello passi a pieni voti l’esame ELMS per potersi candidare a prova del mondiale. Del resto se ce l’ha fatta Imola, ce la può fare anche la pista di Scarperia, che proprio quest’anno compie cinquant’anni (non se n’è accorto nessuno ma vedremo di rimediare presto a questa dimenticanza quasi collettiva). Pomeriggio di rovesci e di afa. Difficile seguire l’azione in pista, arrivando trafelato alla fine dei turni. Mi sono accontentato di parlare con un po’ di gente e oltre il Bianconiglio trafelato è stato simpatico ritrovare Mauro Casadei che ora lavora in Lamborghini e che è uno di quei personaggi che mi accompagnano da una vita nelle mie peregrinazioni automobilistiche. Rassegnatomi ad essere almeno riuscito in tutte le pratiche burocratiche (scongiurate così per domani mattina ad ore antelucane) mi sono accontentato di scattare qualche foto nel paddock, come facevo quando avevo solo la Canon AF35MM. Come dite? Sì, parliamo dei primi anni ’80. Della serie vecchi dentro e pure fuori.

















