di Marco Giachi
Due anni fa ci lasciava l’ingegner Mauro Forghieri, una figura unica di tecnico, ingegnere, direttore tecnico … ma anche di uomo decisamente al di sopra delle righe. La sua vicenda professionale è stata ampiamente raccontata in decine di libri e documentari disponibili in libreria e in rete ma per quelli come me, che hanno avuto la fortuna di lavorarci insieme, Forghieri (o semplicemente Mauro come lo ricordiamo noi) è più legato a episodi, aneddoti, piccole storie vissute insieme.
Io ricordo un viaggio in macchina al Paul Ricard, sarà stato l’autunno del 1990, con Carlo Nicolazzi alla guida (motorista della Lamborghini, anche lui scomparso nel 2015), accompagnati dalla musica di Paolo Conte e dai continui consigli sulla guida: “…vai troppo forte…”, “… ora vai troppo piano…”, “…la marcia è sbagliata…”, “…diceva Niki Lauda…”. Praticamente Carlo rifece l’esame di guida in quel viaggio.
Oppure una trasferta a Estoril e tre o quattro colazioni in albergo, la mattina prima di andare in pista, piene anche quelle di raccomandazioni: “…mangi troppo, la colazione deve essere leggera…”, ed il giorno dopo “…mangi poco, bisogna alimentarsi bene la mattina …”, infine il terzo giorno “… la quantità è giusta, gli alimenti sono sbagliati…”. Un corso di nutrizionista in tre giorni.
Eppure questo modo di fare, che può sembrare pedante e insopportabile a raccontarlo, aveva un fascino tutto particolare tanto era il suo carisma. E anche quando mi è capitato di parlare con qualche meccanico mi hanno confermato lo stesso rapporto con lui anche nei momenti peggiori e carichi di tensione in pista.
Erano “altri tempi”, come si dice generalmente in questi casi, quando le persone di successo si affermavano (in tutti i campi non solo dello sport) anche per le loro qualità umane e il fascino personale che riuscivano a emanare.
In questi giorni è uscita la sesta edizione del libro che rappresenta per me una “chiusura del cerchio” meravigliosa: dopo avere avuto l’opportunità di lavorarci insieme anche la soddisfazione di scrivere insieme un libro, curato dal punto di vista editoriale da Daniele Buzzonetti.
Il libro narra la storia della tecnica delle vetture di Formula 1 (molto dal punto di vista aerodinamico), dagli anni ’70 a oggi, ripercorsa attraverso ricordi e appunti originali di Forghieri (note personali, report di prove in galleria del vento…), combinati con una “rivisitazione” moderna delle vetture con gli strumenti che vengono usati per la progettazione oggi dai team. Tanto colore e “zero formule” per quanto sia un libro scritto da due ingegneri che ha riscosso sempre approvazione per il suo carattere divulgativo e premiato con il secondo posto nel “Concorso Letterario CONI Tecnica” del 2018.

