L’anello mancante nella nostra storia. Settimane fa, parlando della BMW 530i E12 di Solido (https://pitlaneitalia.com/2024/10/17/la-bmw-530-production-di-solido/)1 avevo accennato a un ultimissimo modello di cui avevo promesso di occuparmi quanto prima.
Nella seconda metà degli anni ’80 Verem faceva la felicità dei nostalgici di Solido proponendo versioni inedite di modelli ex-serie 100 e serie 10. Ricordo ancora la gioia provata nel ricevere da Paolo Tron, all’inizio del 1987, la Lola T280 Start Pilote di Le Mans 1973, la Porsche Carrera 6 di Poirot di Le Mans 1968 o la Giulia TZ verde di Le Mans 1964 (peraltro del colore sbagliato ma nessuno ci fece troppo caso). Altri tempi, in cui l’arrivo di una Lola un po’ meno nota (dico una, non venti o trenta come accade oggi con Spark o anche Trofeu) scatenava passioni degne di zio Paperone nel Klondike.
Se quelle memorie restano così vivide dopo decenni, una ragione ci sarà.



Torniamo alla BMW. Sul finire del 1987, Verem tirò fuori – un po’ a sorpresa2 – una E12 da competizione. Si trattava della vettura che Guy Fréquelin aveva pilotato a Montlhéry nel campionato francese Produzione 1980. Il modello, art. 717, veniva venduto montato e con le decals da applicare, come d’abitudine nelle edizioni Verem di quel periodo3. Il foglietto di decalcomanie, stampato da Cartograf, era datato ottobre 1987.


La particolarità di questa versione risiede nel fatto che si trattava già di una 528i, introdotta nel corso della stagione 1980, e non più della 530i, modello americano di cui la BMW si era servita per far approvare una serie di omologazioni a partire dal 1977, anno in cui Jean-Pierre Beltoise vinse il Production francese, campionato d’importanza cruciale per il marketing BMW in Europa4.
E trattandosi finalmente di una “vera” 528i, fu possibile mostrare con orgoglio la sigla della vettura, regolarmente commercializzata in Francia, in bella evidenza sulle fiancate, sul cofano e sul bagagliaio.


Insieme alle decals, nella confezione Verem forniva un foglietto posadecals con le immagini del modello visto di tre quarti anteriormente e posteriormente.
La scatola non era più quella in cartone rosso con gli interni verdolini ma venivano ormai utilizzate basi in plastica con teca in plexiglass a incastro, senza alcuna protezione supplementare. Numero di catalogo e descrizione erano stampigliati in color oro su una delle facciate corte della teca. Il modello veniva fissato alla base con vite e messo in sicurezza con l’aggiunta di un grosso pezzo di gommapiuma fra il tetto e l’interno del plexiglass.

Nel 1988 la stessa versione venne commercializzata in kit col medesimo numero di catalogo. La carrozzeria era preverniciata.
Questo modello non è raro ed è possibile trovarlo in condizioni originali a prezzi bassissimi. Resta un pezzo curioso e necessario in collezione per chi voglia ripercorrere in modo completo l’intera storia della BMW 530 di Solido.
- Si veda anche https://pitlaneitalia.com/2024/06/21/modelli-del-passato-bmw-530i-bastos-24-ore-di-spa-1981/ ↩︎
- Sulle scelte di Verem si potrebbero versare fiumi d’inchiostro. A volte uno cerca di vederci una logica; logica che sfugge a ogni tentativo di razionalizzazione. ↩︎
- Poco più tardi si sarebbero visti anche dei modelli preverniciati venduti in kit. ↩︎
- Con un motore 3 litri da 240 cavalli, la 530i rappresentò una transizione decisiva tra le 3.0 CSi coupé e la 635, dominando la categoria turismo gruppo 1,5 con vittorie sonanti come quella alla 24 Ore di Spa 1977. In Sud Africa un altro modello competizione, omologato dalla 525 prodotta per il mercato locale, venne impiegato con successo a partire dal 1976 (tipo 530 MLE, che sta per Motorsport Limited Edition), fino all’arrivo nel 1980 della M535i. ↩︎
