Di Michel Elkoubi, scomparso di recente, non ci siamo occupati spesso su PLIT, ed è un peccato, vista la sua inventiva e la sua capacità modellistica. Ho pensato di rendergli un piccolo omaggio presentando un modello meno conosciuto della sua vasta gamma.
Da modellista, Elkoubi si fece apprezzare verso la metà degli anni ’70 con elaborazioni su base industriale, un po’ come facevano tutti gli appassionati dell’epoca. Il kit speciale, nato da non molto, stava percorrendo i primi passi della sua storia e anche Elkoubi, che abitava ad Asnières – Bois Colombes (nelle Hauts-de-Seine, non lontano da Parigi) decise di mettersi alla prova nel settore. Esordì non con dei kit completi, ma con dei transkit ante litteram, provvisti di pezzi in metallo bianco, decals e istruzioni da adattare alla base Solido, inclusa nella confezione, a differenza di quanto si sarebbe visto nei transkit veri e propri.
I soggetti iniziali furono dei set di trasformazione per la Porsche 917/10, con cui si potevano ottenere varie versioni della 917/10 e della 917/20 Interserie. La gamma fu chiamata MS (Modification Solido) e le prime referenze, distribuite dalla BAM, uscirono nel maggio del 1976 insieme ad un’edizione montata della BMW 2002 Gr.2 Jägermeister sulla base del kit X-Solido, che riproduceva invece la versione blu Atomic Ski. Nell’autunno dello stesso anno arrivarono altri due transkit per la Porsche 917 Solido (Can-Am 1971 Siffert e Kauhsen Interserie 1972) e nel dicembre venne la volta di due Porsche Carrera, sempre su base Solido, la IROC 1973-1974 di Mark Donohue e la Tarte Tropezienne Almeras Ronde Cévenole 1976.


Il primo dei due è quello fotografato in questa pagina. Col numero progressivo MS7, questo transkit era prodotto con la collaborazione diretta di Solido, che forniva le scocche grezze e i vari pezzi in plastica della Carrera RS.
Al posto del fondino Solido, si trovava un pianale in metallo bianco con i paraurti specifici per questa versione; tra le parti in metallo bianco, vi erano il largo spoiler posteriore e il rollbar. Le decals permettevano di realizzare la macchina pilotata da Donohue nella prima edizione dell’IROC, disputatasi tra l’ottobre 1973 e il febbraio 1974.


Un foglietto d’istruzioni piuttosto dettagliato accompagnava il modello. Le decals non erano di qualità eccelsa ma erano tutto sommato migliori di ciò che proponevano all’epoca i produttori britannici (di lì a poco, con l’arrivo di Cartograf, le cose sarebbero cambiate radicalmente in meglio).

E, a proposito di artigiani inglesi, ci fu chi all’epoca definì Elkoubi il “John Day francese”, direi soprattutto per la grande prolificità. In effetti, il buon Elkoubi riuscì a tirar fuori non meno di cinquanta modelli nel giro di due anni, iniziando – nel luglio del 1976 – la produzione di kit in metallo bianco cui fu affiancata anche, per un certo periodo, una gamma in resina, Poly Racing Kits, che debuttò alla fine del 1977 e che non ebbe grande successo anche a causa delle difficoltà di montaggio legate a vari fattori, non ultimo dei quali la poco felice idea di accoppiare carrozzerie in materia poliestere a fondini stampati nel tradizionale metallo bianco. Alcuni master di kit MRE – come la Porsche Carrera RSR Turbo del 1974 – si debbono a Dominique Esparcieux (ESDO). Elkoubi collaborò anche con altri piccoli marchi: ad MRE si deve ad esempio la Matra 670C 1000km di Spa 1974 in metallo bianco, commercializzata alla fine del 1977 da Jean Draux (J.D. Kits), collezionista belga, amico di Jacky Ickx1.
E i transkit MS? La serie continuò fino a 1977 inoltrato, quando Elkoubi fece uscire l’ultimo modello, la Mirage Renault in versione presentazione 1977, da adattare alla Gulf Solido numero di catalogo 38. La collaborazione fra Elkoubi e Solido non si limitò ovviamente agli MS ma spaziò con altri prodotti, in cui spesso c’era lo zampino della BAM diretta da Jean-Marc Teissèdre, sempre molto attento alle tendenze e alle richieste di un mercato in continua evoluzione. Su PLIT abbiamo già parlato di un’Alfa Romeo 33TT122. Rinviamo il lettore anche alla particolare edizione della Carrera RS interamente di color argento, di cui abbiamo raccontato la storia nel gennaio del 20243.
Foto di apertura: l’MRE MS7 completo di tutti i suoi pezzi, con la caratteristica scatolina rosso-arancio utilizzata per l’intera produzione di quel periodo.
- Di questo modello furono realizzati 300 kit e 45 factory built numerati. ↩︎
- https://pitlaneitalia.com/2024/03/30/modelli-del-passato-alfa-romeo-33tt12-1000km-del-nurburgring-1975/ ↩︎
- https://pitlaneitalia.com/2024/01/18/modelli-del-passato-porsche-911-carrera-rs-solido-per-mre/ ↩︎

bellissimo!! Ottimo articolo su aspetti del modellismo ormai sparkizzato
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Splendido articolo, che rende omaggio ad un modellista e ad un marchio, che produsse ottimi pezzi, nel corso di un periodo troppo breve. Ne ho diversi nella mia “Porsche Collection”. Alcuni kit recentemente reperiti, li ho montati con estremo piacere, pur richiedendo un certo lavoro. Che bello il white metal e l’assenza di fotoincisioni. Modellista dagli anni ’70 (come la mia età!), ricordo con grande nostalgia i vari A.M.Ruf, Franco Morelato e Carlo Brianza, ormai scomparsi. Ora anche M.El Koubi ci ha lasciati. Chissà se Denis Schweizer, altro grande è ancora fra noi? Ancora grazie. Danio.
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