Duemilaventicinque!

testo e foto di Marco Giachi

Duemilaventicinque! L’inizio di un nuovo anno è sempre una faccenda molto personale e ognuno ha i suoi pensieri allo scoccare della mezzanotte. Spesso si fanno calcoli del tipo “cribbio, sono già venti anni da quando …” oppure “mamma mia, quaranta anni fa accadde …” e simili. E anch’io quest’anno non sono scappato a questa trappola nostalgica quando mi sono reso conto che sono passati cinquanta anni (cioè MEZZO SECOLO) dal titolo mondiale di Niki Lauda.

Era il millenovecentosettantacinque, per noi “boomer” appassionati di Formula 1 un anno “iconico” (parola abusata ma quando ci vuole ci vuole). L’anno prima Clay Regazzoni era stato sconfitto, va detto più dalle circostanze avverse che dagli altri avversari in pista, all’ultima gara a Watkins Glen. E’ cosa nota che Mauro Forghieri aveva il passaporto scaduto e non era potuto partire per gli Stati Uniti con tutta la squadra. Inoltre una bufera di neve, all’arrivo a New York, lo aveva ulteriormente rallentato e, alla fine, non era arrivato in pista in tempo per le prove e la messa a punto della 312B3. Vinse il titolo Emerson Fittipaldi su un’altra vettura anche lei niente male in quanto a ricordi, la McLaren M23. Si arriva così al millenovecentosettantacinque caricati a dovere per una rivincita e, lentamente, tutti i tasselli vanno al posto giusto: la coppia di piloti è ben affiatata (nonostante che Clay capisca che il giovane Niki Lauda gli sta facendo le scarpe in Ferrari), il direttore sportivo Luca Cordero di Montezemolo sprizza energia solo a guardarlo con quell’aria tirata sotto un ciuffo ribelle e la macchina, la 312T, è un prodigio di tecnica per i suoi tempi. Forghieri e tutta la gestione sportiva Ferrari sono reduci da un periodo abbastanza turbolento (verrebbe da dire … come sempre a Maranello) nel quale è stato anche allontanato dalla progettazione delle vetture di Formula 1, le leggende parlano addirittura di telai costruiti di nascosto e segati in due nottetempo. Ma questo allontanamento dalla quotidianità dell’ufficio tecnico gli ha permesso di maturare idee innovative e la vettura che viene presentata in primavera è proprio bella e (almeno a me) richiama per eleganza l’altra vettura regina progettata da Forghieri, ovvero la P4 prototipo della metà degli anni sessanta.

La 312T ha una forma caratteristica con la grande presa d’aria a periscopio, e i radiatori all’interno delle ruote anteriori che le conferiscono una linea personale e unica. I primi Gran Premi vengono disputati con la vecchia 312B3 e in Spagna, il primo con la nuova 312T, una collisione al via mette subito fuori sia Lauda che Regazzoni. Ma poi non ce n’è per nessuno: Montecarlo (1° Lauda), Belgio (1° Lauda), Svezia (1° Lauda, 3° Regazzoni), Olanda (2° Lauda, 3° Regazzoni), Francia (1° Lauda), Germania (3° Lauda), Italia (1° Regazzoni, 3° Lauda), Stati Uniti (1° Lauda). A settembre, nel mio piccolo, per dare una forma concreta alla mia gioia di bambino (diciamo ragazzo a 17 anni) mi feci il modellino della 312T in legno di balsa, praticamente scavato da pieno, che è ancora sulla mia scrivania.
Buon duemilaventicinque a tutti (e chissà se Lewis Hamilton…)!

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