Testo e foto di Riccardo Fontana
Oggi parliamo di un modello classico, dove l’aggettivo “classico” assume molti significati differenti: questo modello rappresenta infatti un’auto classica, è un esponente di una famosa serie di modelli dedicata alle auto d’epoca, ed è anche uno degli esempi migliori di modello “immortale”, letteralmente spremuto come un limone arrivato alla terza spremitura per quasi trent’anni dalla casa che lo produceva: la Citroën Traction Avant 15 Six di Solido, referenza 32, uscita a novembre del 1974 per la serie Age d’Or.

Bellissima la 15 Six modello 1939 di Solido, essenziale ma esatta, fedele, ricalcante in pieno i canonici stilemi della Serie 10: linee ineccepibili, dettagli giusti, e quello strano ed inimitabile compromesso tra collezionabilità e giocabilità che non si è mai visto né prima né dopo la nascita di quella generazione di modelli Solido.
Era inevitabile che una Traction Avant facesse prima o poi la sua comparsa tra le fila dell’Age d’Or, proprio lei che era e sarà sempre la più fulgida esponente delle auto d’epoca francesi (e fa sorridere il fatto che all’epoca dell’uscita del modello Solido la vera TA del 1939 avesse 35 anni, quanto cioè una macchina del 1990 ai giorni nostri, e che la TA stessa fosse definitivamente uscita di scena da appena 17 anni, come se ora parlassimo di un’auto uscita di produzione nel 2008), e venne scelta una versione di grande prestigio in quella gamma Traction Avant che, in realtà, comprendeva auto molto diverse tra di loro, ovvero l’ammiraglia, la 15 CV a sei cilindri su scocca “légère” (quella della 11CV quattro cilindri), resa molto accattivante dai bei cerchi Michelin Pilot asolati tipici delle versioni d’anteguerra.
Il modello Solido aveva i due semi-cofani apribili che lasciavano vedere una buonissima (per l’epoca) riproduzione del motore sei cilindri in linea di casa Citroën, e come di consueto… Venne molto bistrattato da una certa “intellighenzia” modellistica parigina che credeva costantemente di avere a che fare con degli AMR e riversava sui modelli industriali le medesime pretese, ma ottenne comunque un ottimo successo di vendite (com’era naturale che fosse, soprattutto oltralpe, dove la Traction è un vero e proprio simbolo).






E su quest’ultimo punto Solido inizio a spremere senza ritegno il limone…
Praticamente subito apparve una versione – numerata 32B – denominata “FFI”, contraddistinta dalla livrea mimetica e dalle croci di Lorena sulle fiancate: un modello molto evocativo, che riportava (e riporta) alla bella atmosfera della Parigi liberata, del Maquis e del Generale De Gaulle, ma che ben poco veritiera poteva essere: è pur vero che la Traction Avant è stata forse il massimo simbolo della motorizzazione nella Resistenza (vedasi anche in film come La Grande Fuga, che di per sé fotografa un cliché già ben radicato nella scena in cui gli uomini del Maquis arrivano e crivellano a colpi di mitragliatrice i nazisti al bar dal finestrino di una Traction nera), ma sicuramente ben poche Traction impiegate dal Maquis o dalle truppe della Francia Libera del Generale De Gaulle potevano essere delle 15 CV, limitandosi a delle ben più “popolari” 11 CV, quando non addirittura a delle vecchie 7CV.




Stesso livello di inverosimiglianza lo poteva avere l’altro modello derivato dalla referenza 32 originaria, e cioè la versione pompieri, totalmente rossa: anche in questo caso, la 15 CV nella realtà pochissimo si sarebbe prestata ad essere un’auto di servizio nei pompieri, essendo l’ammiraglia tra le ammiraglie allora disponibili sul mercato transalpino, delegando alle versioni “minori” tali gravosi compiti.

Si vendetta sempre molto bene la piccola 15 CV Solido, tanto che tra mille modifiche (ad un certo punto, nel 1982, guadagnò il “malle” ed i cerchi post-bellici per riprodurre la versione 1952, poi li riperse e tornò in versione 1939 ma comunque differente nel posteriore dalla prima) fino ai primi anni 2000, quando era normalissimo vederla nei grandi magazzini, nei negozi di giocattoli, ed addirittura nei più piccoli e sperduti Casino (da intendersi come supermercati, non come case di perdizione ludica) francesi, assieme a molti altri gustosissimi ma – al tempo – un po’ antiquati modelli Solido suoi fratelli.
Emblema di un tempo che non tornerà più forse, in cui uscendo in un supermercato non pensavi che ti fosse andata di lusso perché avevi trovato qualche insulsa Hot Wheels, e proprio per questo questo genere di modelli va saputo inquadrare, contestualizzare, e di conseguenza apprezzare.
Come sempre, sta alla memoria ed alla sensibilità mobilitare le coscienze in tal senso.
