La Ferrari 312 PB di Norev, fonte inesauribile di idee

testo e foto di Renato Scotti di Uccio

La 312 PB della Norev, fonte inesauribile di idee!

Mi è piaciuto molto leggere gli articoli precedenti su questo modello perché mi hanno confermato che la scelta del Norev per completare la mia tematica delle 312 PB non è stata né temeraria né impropria. Così ho pensato che non potevo esimermi dal partecipare alla riunione dei “manipolatori” della 312 P della Norev…
Come è stato in parte già detto, la Ferrari prototipo del 1972 è una delle vetture più vincenti e nel contempo tra le meno considerate dalle case di modellismo.
Non voglio però entrare in questo discorso ma solo aggiungere, alle belle elaborazioni già presentate, un piccolo contributo che, dalla sua, ha il pregio dell’originalità.
Una sola premessa è d’obbligo: il modello Norev, ancorché bruttino da vedere, è forse quello più rispettoso delle dimensioni di passo e larghezza in scala!
In fondo, per renderla più simile alla vettura vera, mi è bastato:

  • modificare l’assetto (perché l’altezza da terra era decisamente da SUV)
  • montare un motore (anche se poco visibile… ma la soddisfazione di montare il motore della EMME*, opportunamente modificato, non la potevo perdere!)
  • fare un accenno meccanica visibile posteriormente
  • modificare il roll-bar
  • rifare il parabrezza (completamente sbagliato nel modellino)
  • cambiare le ruote
  • realizzare lo specchietto retrovisore esterno
  • ritoccare gli interni

Dice: “Ma dov’è allora l’originalità?”.

L’originalità è nello scegliere una versione caratterizzata da una coda particolare, usata solo a Brands Hatch.

Nel 1972 infatti, a partire dalla gara inglese, per motivi regolamentari era stato stabilito che vi fosse una “carenatura” completa delle ruote posteriori. La soluzione della Ferrari aveva un aspetto che definirei “estemporaneo”: qualcosa simile ad una lamiera ripiegata, aperta lateralmente, senza altre modifiche al cofano posteriore, che rimaneva quello corto delle versioni che avevano corso in America.
Ho quindi:

  • modificato il posteriore accorciandolo,
  • ho ridotto la dimensione delle le “paratie” dietro le ruote posteriori,
  • le ho aperto lateralmente,
  • ho eliminato l’alettone ed i suoi sostegni,
  • ho aggiunto i due spoiler verticali,
  • ho rifinito con riverniciatura e decalcomanie.


Dalla successiva gara di Monza la vettura avrebbe avuto il cofano più lungo e le paratie “chiuse”, con un aspetto complessivo più filante.

Forse il modello non è così bello e lucente come quelli dei modellisti bravi ma sono soddisfatto di avere ancora una volta completato, con i miei modelli, il “racconto” dell’evoluzione tecnica di una vettura importantissima nella storia della casa modenese.

*nota 1) il motore EMME
Un ricordo di anni passati, realizzato nel 1975.
Riproduceva il motore della 312 F1 del 1970 per cui ho fatto alcune modifiche per adeguarlo a quello del prototipo e utilizzarlo sia sul modello Norev che nel piccolo diorama con la 312 PB di Merzario e Munari!


Postilla: l’unico modello che riproduce la versione di Brands Hatch, trovato sul Web, è di Tameo, complessivamente molto bello ma con le paratie laterali posteriori chiuse (nota di D.Tarallo: esiste anche il Marsh Models, catalogo MM260, con le paratie giuste, foto sotto a destra).

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