[Nota di David Tarallo] Ricorrono nel 2025 i cinquant’anni dalla vittoria di Niki Lauda nel Campionato Piloti di Formula 1, che interruppe quello che i giornalisti, non si sa se con più fantasia o banalità, avevano battezzato il “grande digiuno”. Un digiuno le cui origini – lo ricordiamo – risalivano all’anno di Surtees (il 1964) e che poi sarebbe parso poca cosa a confronto con i diciott’anni d’intervallo tra la vittoria di Scheckter nel ’79 e il primo titolo di Schumacher col Cavallino, nel 2000. I ferraristi contemporanei saranno contenti di trovarsi nel bel mezzo di un terzo grande digiuno, che non ha nulla da invidiare ai primi due. Ma si sa che il titolo più importante è quello dei Costruttori. Battute a parte, mi fa particolarmente piacere che nell’articolo sia stato incluso uno dei kit di Marcello Giorgetti, del cui marchio fiorentino Hobby Tecnica ci siamo occupati più volte su PLIT1.
CONFRONTO: FERRARI 312T FORMULA 1 1975
testo e foto di Marco Nolasco
Riprendo il tema dei confronti tra modelli di formula 1 con tre modellini della Ferrari 312 T del 1975, tutti in versione Niki Lauda. Spero che possa interessare. Il più vecchio è un kit in metallo bianco, il n.5 della Hobby Tecnica che fu il più tempestivo, se ricordo bene, e uscì nel 1975. Era confezionato nella tipica ed elegante scatola piatta nera e rossa, con all’interno un pre-formato chiuso da un plexiglass sagomato e diviso in vari scomparti che dividevano le varie parti del kit. Un dettagliato foglio con istruzioni e storia della vettura vera arricchiva la confezione. Il contenitore interno è ricoperto da un “vellutino” simile agli interni di certi modelli Politoys M, Un foglietto con le famigerate decals a secco completava il tutto. Che dire del modello? Direi buono per quei tempi, a parer mio, ma penalizzato da dimensioni troppo generose, soprattutto la larghezza, ma non solo, come si vede nella tabella allegata. Di seguito alcune foto del mio montaggio dell’epoca.







Come forse si legge nel foglietto, la versione riprodotta è quella che vinse il Gran Premio di Monaco del 1975, ovviamente con Niki Lauda, telaio 023. L’anno dopo, nel 1976, uscì il primo modellino industriale, un die cast della Safir Super Champion n.80. E’ ovviamente più semplice dell’Hobby Tecnica (costo 3000 lire contro 9800), ma la resa è molto buona, la scala è decisamente più vicina all’1/43 e la decorazione, anche se non completa, è di effetto. Troppo piccole le ruote anteriori. Presenta alcune differenze rispetto al kit toscano che potrebbero giustificare una classificazione del modello in un’altra versione. Infatti le paratie dell’alettone posteriore sono diverse rispetto all’Hobby Tecnica e mi sembrano molto simili a quelle che la vera sfoggiava al vittorioso Gran Premio di Francia sul circuito di Le Castellet, sempre nel 1975. Anche la striscia di decals sui fianchi è
diversa, ma non giurerei sulla sua fedeltà al vero. La confezione è un semplice ma pratico cofanetto in plexiglass con basetta in plastica bianca. Al mio manca il cartoncino blu.





La terza e ultima interpretazione della 312T è un ben più moderno Quartzo, precisamente il n.2 della serie “La Storia” dedicata alle formula 1 del Cavallino. Uscì nel 1998. Qui siamo nel campo dei modelli industriali per collezionisti di livello medio alto, almeno per l’epoca. Anche questo riproduce la vettura vittoriosa a Montecarlo e, piaccia o meno, è dotato di pilotino. E’ quello dei tre che rende meglio le proporzioni della vera grazie soprattutto alle dimensioni del corpo vettura e a quelle delle ruote. Eccessiva la lunghezza, come del resto negli altri due, forse a causa di un eccessivo sbalzo dell’alettone posteriore. La tinta è un rosso intenso, più convincente di quello del Safir tendente all’arancio. La confezione è il solito ed elegante cofanetto nero di quella serie, che non ho a portata di mano. Dei tre il Safir è quello che presenta una migliore definizione dei particolari della
carrozzeria. Di seguito qualche foto del modellino e delle due versioni Monaco e
Francia per illustrare la diversa forma delle paratie dell’alettone posteriore.






Ecco le dimensioni in forma di tabella. Le misure sono in millimetri. Non conosco la larghezza del corpo vettura reale, quindi ho inserito le misure dei modellini a titolo di confronto.
| Dimensione reale | Scala 1/43 | Hobby Tecnica | Safir | Quartzo | |
| Lunghezza | 4140 | 96,3 | 102 | 98 | 98 |
| Larghezza | 2030 | 47,2 | 50(*) | 45(**) | 50(**) |
| Passo | 2510 | 58,4 | 57,5 | 58 | 58 |
| Corpo vettura | 38 | 32 | 34 |
(*) misurata all’avantreno / (**) misurata al retrotreno
Infine, le foto del confronto diretto tra i modellini. Nelle ultime due si dovrebbe notare la differenza tra la paratia tipo Monaco e quella tipo Francia.







- Si veda ad esempio il seguente link, ma ci sono altri articoli sparsi qua e là sul sito: https://pitlaneitalia.com/2017/12/25/una-marca-del-passato-la-hobby-tecnica-di-firenze/ ↩︎

Scusate, ho dimenticato di evidenziare l’ etichetta bianca applicata in diagonale sulla scatola dell’ Hobby Tecnica, dove si legge che l’ autorizzazione della Ferrari a riprodurre la vettura è del 18 novembre 1975.
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Ma come kit all’epoca uscirono subito dopo l’Hobby Tecnica, il FDS e il Conti Models, criticabili senz’altro ma in quei giorni si godeva ad averli….
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