Nella sconfinata produzione dello storico marchio giapponese Tomica, c’è una bella serie di 1:43 (denominata Dandy), uscita tra la fine degli anni ’70 e i primi ’80. Si trattava di diecast piuttosto massicci – anche il pianale era in zamac – con parti apribili e diversi dettagli. La scelta dei soggetti era di chiara ispirazione europea, con veicoli spesso inediti o quantomeno originali. Del resto, i produttori nipponici avevano capito che bisognava puntare su temi in grado di attecchire al mercato locale ma anche a quello esterno, dove peraltro le merci arrivavano contingentate, tranne in paesi che non avevano posto limiti alle importazioni, come la Svizzera, il Lussemburgo o il Liechtenstein.
Le Formula 1 della Eidai, ad esempio, erano state un tipico caso di idea fresca e abbastanza innovativa. Tomica, invece, nella serie 1:43 aveva puntato su vetture stradali (soprattutto turismo), furgoni e van. Anche all’epoca, il marchio Abarth aveva una certa presa sugli appassionati giapponesi e saranno in molti a ricordare la 131 Abarth di Tomica (art. F-20), uscita sia in versione stradale – rossa o blu metallizzata – sia in livrea Alitalia. La 131, peraltro non era certo un modello inedito, neppure in diecast: è appena il caso di ricordare il Solido ma anche il Luso Toys, due ottimi modelli ampiamente utilizzati per trasformazioni ed elaborazioni. Molto più particolare fu invece un altro modello italiano, la Fiat X1/9 Dallara (art. F-18) che riproduceva la vettura elaborata dallo specialista emiliano, vettura che ebbe anche una buona carriera nelle gare di durata e nelle cronoscalate, in configurazione Silhouette Gruppo 5.





La riproduzione era abbastanza fedele e diciamo pure accattivante. Forse la parte meno riuscita era la sezione del muso, che aveva un aspetto troppo robusto e allungato. Quattro le aperture, precise e ben progettate: porte, cofano anteriore e griglia centrale.
Se la 131 Abarth ha raggiunto anni fa quotazioni abbastanza alte per poi ripiegare su prezzi più ragionevoli, la X1/9 Dallara ha sempre viaggiato su livelli superiori. Probabilmente il modello venne prodotto in un numero di esemplari inferiore rispetto alla 131. Si conoscono due versioni: quella gialla “stradale”, che è la più comune, e quella nera con strisce oro e numeri di gara, con tanto di pilotino, più rara e quotata (il pilotino, incastrato al sedile tramite un alloggiamento cubico, tende con molta facilità a sparire…).
Oggi per un esemplare perfetto con scatola della gialla si può spendere un centinaio di euro, cifra che può anche raddoppiare per la nera e oro. Un consiglio: cercate solo esemplari assolutamente perfetti, con scatola e accessori integri. E’ e sarà sempre inutile affastellare roba mediocre o difettosa.






In definitiva un bel modello. Permettetemi di chiudere questo breve articolo con una nota personale. Ho citato all’inizio la Svizzera. Nel 1983 ho il ricordo di un meraviglioso negozio a Sankt Gallen, in cui presi la X1/9 gialla, la 131 Abarth blu, oltre alla R5 Turbo di Saby di Solido Top43, modelli che in Italia si trovavano con parecchia difficoltà. Tanto per fare un esempio, il negozietto in Via Martelli a Firenze – quello che sarebbe diventato “Teorema” – aveva nel giugno 1982 alcuni Citroën Type H, Candy e Michelin, che costavano quasi quanto un kit AMR!
Mi piacerebbe sapere cosa fosse quel grande magazzino a più piani di San Gallo, di cui ricordo in maniera nitida la sparata di scatole Tomica dietro a un bancone. “Facciamo una cosa di giorno, eh”, disse mio padre. Conosceva i suoi polli.

Dei Tomica Dandy ho sempre apprezzato la verniciatura
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Al di là delle bucce di banana sulle quali i produttori di laggiù erano soliti scivolare quando si trattava di auto europee, dietro a queste produzioni si nota un approccio veramente serio e maturo dal punto di vista industriale, e gli investimenti non dovevano essere da poco. E in generale questi modelli sono affascinanti perché raccontano di come i giapponesi vedevano noi europei nel periodo in cui i ragazzini occidentali iniziavano a conoscere il mondo giapponese tramite gli anime diffusi dalle TV private.
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