Devo dire di essere stato piacevolmente sorpreso dalla valanga di visualizzazioni del misero articolo sui BBR del passato pubblicato ieri1. Pezzo puramente estivo (non direi tappabuchi ma quasi), ha fatto schizzare le visite verso medie degne dei post-Novegro. Evidentemente c’è fame di questo tipo di pubblicazioni. Battiamo quindi il ferro finché è caldo con una sorta di seconda parte. Nel primo pezzo non avevamo parlato delle Formula 1, che rientrano per lo più in un periodo leggermente successivo ai modelli pubblicati il 25 agosto.
BBR ci mise del tempo prima di mettere le mani sulla Formula 1. Negli anni ’90 l’azienda di Saronno produceva anche dei kit e le Formula 1, piano piano, riempirono la gamma delle scatole di montaggio. Di ogni referenza veniva commercializzato anche il factory built, cosa piuttosto complessa quando si tratta di monoposto, per la loro intrinseca fragilità costruttiva. Si dovette quindi trovare la quadratura del cerchio assicurando i modelli alla loro base senza rischiare disastrose rotture nei lunghi viaggi intorno al mondo. La cosa venne concepita a dovere, perché non mi risulta che le Formula 1 di BBR ponessero particolari problemi nelle spedizioni. Si trattava di prodotti di alta gamma che all’epoca non avevano concorrenti: Tameo, almeno ufficialmente, non offriva modelli montati (lo aveva fatto negli anni ’80 e avrebbe ripreso negli anni Duemila), Meri Kits men che meno e, a parte qualche marchio francese, in giro non c’era molto. Chi voleva un bel modello di una Formula 1 d’attualità doveva arrangiarsi. I BBR quindi furono ben accolti, almeno da un certo tipo di pubblico facoltoso. Le confezioni comprendevano ormai la vetrinetta in plexiglas con la scatola in cartone più grande. I soggetti erano quelli più conosciuti (Ferrari, Williams, McLaren) ma nella produzione appare anche qualche sorpresa come la Lambo 291 del 1991 progettata dall’ingegner Forghieri.
Oggi BBR continua a produrre le Ferrari Formula 1, in 1:43, 1:18 e 1:12 ma ovviamente non è la stessa cosa. Quei BBR factory built degli ormai lontani anni ’90 raccontano ancora di una realtà artigianale che stava comunque affrontando con lungimiranza le sfide di un mercato in evoluzione.



































ho parecchi kit bbr ancora da montare nel mio “deposito”. Alla facilità e estrema qualità del kit, fotoincisioni e decal, spesso non si può dire anche delle linee dei modelli, sovente non esattamente azzeccatissime e molto più sovente , sovradimensionate , tanto da farli sembrare dei 1/42 o 41 . Altrettanto non posso dire delle f1 dato che prediligo sport e gt
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Ma gli sponsor “tabaccai” erano già banditi dai modelli venduti montati? Veniva aggiunto un foglietto aggiuntivo di decals per completare la livrea?
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Erano già banditi e se i piccoli marchi se ne fregavano, produttori in vista come BBR dovevano far buon viso a cattivo gioco. BBR non accludeva alcun foglietto addizionale ai montati, ma commercializzava foglietti supplementari da acquistare a parte, molto ben fatti e del tutto completi.
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