Sono fra i molti a deplorare la sparizione della sezione automodellistica dal vecchio forum Duegi. Del resto quando si ha a che fare con gestioni del tutto incompetenti, i risultati non possono essere che pessimi.
Risale a circa quindici anni fa una serie di montaggi da kit in plastica in H0 che pubblicai sul forum Duegi. Nulla di eccezionale, beninteso, giusto qualcosa per divertirmi senza tante pretese. Reperivo in quel periodo quelle scatole di montaggio da Delle Piane in Via Gordigiani a Firenze, negozio ormai chiuso dalla fine del 2018. Era un modo per tenere in esercizio la mia pur scarsa manualità. L’originalità dei soggetti, comunque, attirò l’attenzione dei frequentatori del forum che mi trattarono – bontà loro – con encomiabile benevolenza. M’è venuta voglia di riproporre alcuni di quei montaggi che documentai scrupolosamente, per la pubblicazione sul forum ma anche per il mio archivio.
SDV Model è un produttore ceco tutt’oggi esistente, specializzato in kit in piccola scala. Da Delle Piane trovai il Karosa B-732 linea urbana nella livrea della città di Liberec e decisi che mi sarebbe piaciuto tentare la fortuna in un montaggio che si annunciava tutt’altro che riposante. Questi “kittini” prodotti nell’est europeo sono adorabili ma chi si aspetta l’ingegnerizzazione e la precisione di un Tamiya è bene che lasci perdere.
La scatola, molto carina nella sua semplicità, ricordava quelle produzioni underground che fiorirono tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Tra l’altro, in questo caso, si trattava di una serie limitata con tanto di certificato che riportava numero progressivo e data di confezionamento. In Italia gli SDV Model erano distribuiti dalla DOC Models di Borgo San Dalmazzo fondata da Claudio Sturzi, scomparso nell’aprile del 2016 (poco dopo la DOC fu acquisita dalla Black Star).




L’intera carrozzeria era da comporre, e già quella non fu certo un’impresa facile, almeno per un dilettante come il sottoscritto. Ma in quel periodo cercavo proprio kit che mi occupassero più a lungo rispetto ad un tradizionale modello occidentale. L’esito finale avrebbe contato fino a un certo punto, l’importante era l’impegno.
Le fasi di preparazione e di verniciatura (con fondo e bomboletta Tamiya) furono tutto sommato divertenti anche se non prive di momenti “pericolosi” in cui rischiai di dover gettare tutto nella pattumiera. Da tutte queste manipolazioni, complice anche una buona dose di fortuna, ne uscì una carrozzeria tutto sommato dritta, simmetrica e senza troppi scompensi.































































Ancora più divertenti furono il montaggio e la rifinitura, per la quale usai anche alcuni aggiuntivi, come dei tergicristalli piccoli di Tameo, che si adattavano bene alla scala dell’autobus.
Il tutto si completò con la sistemazione del modello su una basetta di legno, con tanto di asfalto fermodellistico e di mini-transenna, giusto per dare un po’ di ambientazione all’insieme. Conservo ancora quel modello, che ha affrontato bene gli anni, segno che i materali di base – e anche quelli utilizzati per il montaggio – erano validi.







































E’ buffo ritrovare in queste foto il vecchio Minidrill comprato da Rocchi intorno al 1981, che mi accompagnava ancora dopo trent’anni. Successivamente avrebbe reso l’anima, sostituito da un più moderno e versatile Proxxon, ma non l’ho certo buttato via. Ora riposa in un cassetto a ricordo di tante ore di divertimento.















