L’interesse del collezionare consiste anche nella classificazione delle varianti, in modo analogo a ciò che accade con la numismatica o con la filatelia, tanto per fare un paio di esempi. Nel nostro settore ci sono già collezionisti sensibili a questo tipo di approccio, che è fondamentalmente un atteggiamento storico e filologico. Individuare differenze e caratteristiche di un modello significa inquadrarne la produzione e cercare di ricostruire le sue vicende non solo commerciali ma anche tecniche, esercizio affascinante e per nulla pedestre.

La gamma Solido è ricchissima di piccole e grandi varianti, non solo di colore ma anche di stampi, di scatole e di altri dettagli, trascurati dalla maggior parte dei collezionisti. Anche modelli apparentemente banali come certi Gam1 possono offrire inaspettati spunti di approfondimento, anche basandosi esclusivamente sull’osservazione critica dei vari esemplari.
Prendiamo la Ford Escort Mk.II L, uscita nel luglio 1976. Contrassegnato col numero di catalogo 45, questo modello è un tipico prodotto della serie Gam1: linee esatte ma finiture semplici, pianale in plastica, ruote unificate in plastica con pneumatici separati.





Come consuetudine di Solido all’epoca, furono due i colori proposti al momento dell’uscita: nel caso della Escort furono un giallo chiaro e un verde smeraldo. Successivamente arrivarono il rosso e l’argento (non fotografato in questo articolo).

Il modello era inizialmente dotato di cerchi cromati, che come sappiamo davano problemi di reazione e che furono quindi aggiornati con una finitura alluminio satinato o opaco. Sugli esemplari della Escort, per fortuna, anche i cerchi cromati hanno retto bene, senza fondersi o reagire col pneumatico.
Va quindi individuato un primo discrimine di produzione: cerchio cromato / cerchio alluminio.

All’interno del lotto di modelli con cerchi cromati, esiste altre due varianti, meno conosciute: i vetri con o senza numerazione stampata. Guardando all’interno del modello, si noteranno infatti alcuni numeri stampigliati, che vennero eliminati già nella prima produzione. Esistono quindi modelli a ruote cromate con o senza numeri stampigliati all’interno del blocco vetri. I modelli con ruote alluminio ne sono sempre privi.


Ultima variante, il colore degli interni: esistono un grigio chiaro, un grigio più scuro e il nero, che sembrano essere stati utilizzati nell’arco di tutta la produzione. Nelle sue opere, Azéma non accenna né alla stampigliatura dei vetri né al colore degli interni.


La Escort Mk.II, uscita di produzione nel 1981, fu poi ripresa più volte e la ritroviamo ad esempio nella gamma Verem, con una leggera differenza di stampo che si può notare solo smontando il modello: dietro il paraurti, infatti, il Solido ha un’unica grossa “bocca”, mentre il Verem presenta un dente al centro dell’apertura, forse come rinforzo.

Accenniamo alla disgraziata variante rally, ricavata dalla numero 45: col catalogo 61, nel giugno del 1977 Solido produsse una versione competizione, che fece imbufalire non solo gli snob parigini ma anche tutti i collezionisti in generale.
Si trattava di un modello completamente falso, con decals del tutto inadatte a una versione “stretta”. Solido si era accontentata di aggiungere un paraurti provvisto di quattro fendinebbia rotondi, da cui aveva eliminato gli indicatori di direzione.

Della Escort Rally, Solido annunciò un kit (61K) che non venne mai prodotto forse perché ci si rese conto del limite legato alla forma della carrozzeria, che permetteva comunque la realizzazione delle versioni “strette”.
La Escort Solido è rimasta nel cuore dei modellisti grazie ai molti kit, transkit e variokit prodotti da AMR, Tron, MRF, CG Hobby e così via, tema che meriterà una trattazione specifica.
