Marchi del passato: ABM

testo e foto di Riccardo Fontana

Gli anni settanta sono coincisi con l’esplosione del fenomeno artigianale legato al mondo dell’automodellismo in scala, con miriadi di appassionati che, dal nulla, prima per le proprie collezioni e poi come logica evoluzione per quelle altrui, si sono cimentati con alterne fortune e vari risultati nella costruzione di linee di modelli che avevano lo scopo di riempire i troppi buchi lasciati dai costruttori generalisti in un’attualità – e non solo – che non conosceva limiti.

Anche i materiali utilizzati e le tecniche costruttive erano le più svariate, lontanissime dall’omologazione dualità resina-metallo bianco che dominerà il mercato per gli anni a venire, e tutti facevano un po’ come meglio potevano.

Nella Milano dell’epoca nasceva quindi una firma dedita alla riproduzione di monoposto di Formula Uno, proposte montate, realizzare in lamierino: la ABM, acronimo di Alberto Balestrini Modelli.

Il tema ricorrente della produzione di Alberto Balestrini (proprio quello che darà vita a BBR qualche anno dopo) erano le Tyrrell, per le quali il dinamico modellista sembrava avere una vera e propria predilezione, ma non mancavano altri soggetti, uno su tutti la Brabham Alfa Romeo BT46B col ventilatore di Anderstorp 19781.

Si trattava di bei modelli, proposti come detto ottimamente rifiniti e corredati da una decorazione molto precisa, di diffusione peraltro abbastanza discreta nonostante la pubblicazione classica sui TSSK del tempo: come facesse, data la natura costruttiva di questi modelli, il buon Balestrini a farne uscire due uguali resta abbastanza misterioso, probabilmente operava con dime preconfezionate come coi comuni cartamodelli, fatto sta che il risultato finale sia di ottimo livello, meglio di quanto fosse ricavabile da molti kit di fascia media dell’epoca.

Chi ha buona memoria ed un buon archivio può trovare traccia di uno di questi modelli sul numero di Mini Autosprint del 1978, in cui compare la Tyrrell di Patrick Depailler neo-vincitrice al GP di Monaco, con didascalia in cui non si menziona la firma ABM, ma si dice che faccia parte della serie in lamierino prodotta da Alberto Balestrini.

La P34 in versione 1977 è stata trovata da Tiny Cars qualche mese fa in una grossa collezione di kit montati: non era segnata la marca sotto la basetta cui era incollata, ma date le modalità costruttive chi scrive aveva intuito la sua possibile origine, e quindi fu un passo dovuto, se non altro per amor di storia, accaparrarmela.

Alberto Balestrini (a destra) insieme a Fernando Reali a Saronno nel 2015

Sono modelli veramente molto rari, che valgono sia come testimonianza tecnica e storica del tempo che fu che come obsoleti veri e propri: a tutti gli effetti, si tratta dei nonni dei modelli BBR, misconosciuti, rarissimi, ed estremamente fragili, il che ha portato i pochissimi prodotti ad essere ancora più rari oggi di quanto non fossero da nuovi.

Le cose, come al solito, vanno sapute riconoscere ed apprezzate, e non è da tutti.

Appendice (a cura di David Tarallo)

Nell’articolo, Riccardo accenna al TSSK. I fratelli Tron erano un tramite importante per tutti i piccoli e piccolissimi marchi che pullulavano negli anni ’70. La sigla ABM compare regolarmente nei primissimi TSSK. Intorno al 1977 un modello ABM costava sulle 35.000 lire. Per fare un confronto, i Tron vendevano i factory built MRF a 45.000 lire o un kit AMR a 22.500 lire (ma in quel caso presumo ci fosse tutta una serie di spese d’importazione). Venendo alla produzione nostrana, un factory built della romana King costava 24.000 lire, mentre un ABC andava sulle 45.000. Ricostruire l’intera gamma ABM resta piuttosto complicato: il fondino della P34 di questa pagina riporta la sigla F9, che non corrisponde alla referenza catalogo (la 9 era la Tyrrell 007 di Ian Scheckter) ma è probabilmente la matricola del singolo esemplare. Il primo modello ABM fu la Tyrrell P34 del GP di Svezia 1976. Seguirono altre P34 (Argentina 1977, Spagna 1977, Austria 1977) e ulteriori soggetti assolutamente originali e indovinati: le Tyrrell 007 di Pesenti-Rossi (GP d’Italia 1976) e di Ian Scheckter (GP del Sudafrica 1975), la March 2-3-0 sei ruote e la March 761B di Merzario. Gli ABM sparirono verso il 1979.

  1. Alcune note e foto sulla Brabham: https://pitlaneitalia.com/2025/09/08/ancora-su-abm-brabham-alfa-romeo-bt46b-fan-car/ ↩︎

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