Già dagli anni ’60 l’esigenza di catalogare e sistematizzare la già amplissima produzione automodellistica iniziò a farsi sentire tra i collezionisti. Uno dei libri che marcarono un’epoca fu il Catalogue mondial des modèles réduits automobiles, redatto da Jacques Greilsamer1 e Bertrand Azéma con la collaborazione dei soci del Mini Auto Club e pubblicato da Edita di Losanna. Era il 1967 e il volume venne accolto con grande interesse a livello europeo.
Gli autori non erano certo degli sconosciuti: Greilsamer era titolare del negozio Multisports in boulevard de Sébastopol, nel 3° arrondissement parigino; rivenditore autorizzato di Dinky Toys, aveva un accesso privilegiato alle tante realtà modellistiche che afferivano alla capitale francese e non solo. Azéma era già uno stimato modellista, che si era fatto conoscere anche per diversi modelli autocostruiti in grande scala. In seguito, a livello editoriale, sarebbe diventato il punto di riferimento per il marchio Solido.






Il Catalogue mondial si presentava come una piccola encoclopedia in volume unico. Copertina cartonata con elegante sovraccoperta, trecento pagine in carta di ottimo livello (ancora oggi la maggior parte degli esemplari non presenta alcun ingiallimento o altri segni tipici di invecchiamento) con inserti fotografici in bianco e nero e a colori.
Il libro traccia brevemente la storia dell’auto in miniatura accompagnandola a quella dell’origine e del primo sviluppo del collezionismo fino alla diffusione degli anni ’60: e sono proprio queste parti ad essere oggi le più interessanti, perché a parte considerazioni di metodo, di scelta e di criterio di raccolta – innovative all’epoca – si presentano decine di modelli rari, come i Jouets Citroën in condizioni pari al nuovo (chissà dove saranno finiti dopo sessant’anni?) o le realizzazioni di Manuel Olive Sans, di Claude Thibivillers (che lavorava dal 1965 alla Dinky France di Bobigny) o di Michele Conti.





Gran parte del volume è occupata da liste di fabbricanti di diecast, modelli artigianali e kit in plastica, che notoriamente non piacevano gran che agli autori del libro, i quali consideravano i materiali plastici meno nobili della zamac o della lamiera. Quelle liste, per la verità non troppo dettagliate sulle varianti ma complete nei loro elementi essenziali, costituirono per anni un punto di riferimento: nel libro sono elencati circa settemila modelli, con 485 foto in bianco e nero e 16 illustrazioni a colori. Oggi pare incredibile ma all’epoca già avere a disposizione una lista completa dei Solido serie 100 o dei Dinky era tutt’altro che scontato.
La prima parte (Catalogue mondial des miniatures) enumera 4000 modelli montati prodotti dal 1914 al 1967, secondo criteri di nazionalità e di marchio, con l’indicazione dell’anno di uscita e della loro scala. La seconda parte (Catalogue mondial des maquettes à construire) riunisce circa 3000 kit dalle origini alla pubblicazione del libro, elencati secondo gli stessi criteri della prima parte. Effettivamente non sempre è facilissimo ritrovare un modello e magari la sua foto, pubblicata altrove all’interno del volume, ma il merito di questo catalogo di Greilsamer e Azéma fu indubbio e da quel momento in poi le pubblicazioni di questo tipo aumentarono di numero, con sempre maggiori dettagli e documentazione.
Del Catalogue del ’67 non vennero pubblicati aggiornamenti2. Nel frattempo uscirono i preziosi fascicoli di Ma Collection, a cura di Michel Sordet. Intorno al 1980 un gruppo di modellisti e collezionisti ebbe l’idea di riprendere il lavoro dove Greilsamer e Azéma l’avevano lasciato, pubblicando L’année automobile des modèles réduits, appoggiandosi sempre a Edita di Losanna. Facevano parte del comitato redazionale Jean-Rodolphe Piccard (direttore), Alain van den Abeele (redattore capo) e vari collaboratori i cui nomi nomi vi saranno noti: possiamo citare Yves de Vooght o Bruno Godaert. Diversi corrispondenti furono interpellati, fra cui il nostro Aldo Zana ma anche Junichiro Hiramatsu, Brian Harvey, Hans Peter Lang o Jean-Michel Roulet. Insomma un comitato di veri esperti che dette vita, nel 1982, al primo volume, che ripercorreva le uscite automodellistiche dell’anno precedente. In appendice veniva pubblicata una sorta di continuazione-aggiornamento delle liste del 1967, in ordine alfabetico per marca. L’Année automobile des modèles réduits non ebbe molta fortuna, concludendo le proprie pubblicazioni col terzo volume, uscito nel 19843.
Tornando al libro di Greilsamer e Azéma, esso merita un posto nelle biblioteche dei collezionisti per il suo significato documentario: oggi nessuno andrebbe a consultarlo per cercare un Dinky o un Corgi ma le foto di modelli di un remoto passato ritratti in un tempo a sua volta ormai lontano non sono certo prive di fascino. Così non sono privi di fascino i capitoli in cui si tracciano le origini del collezionismo con uno stile che sembra provenire da un altro mondo. L’interesse di questo tipo di pubblicazioni è anche filologico perché consente di rendersi conto di come determinati modelli venivano percepiti nel passato, tema questo su cui ritorneremo con considerazioni più approfondite.
Oggi il volume è di facile reperibilità a prezzi bassissimi. Se non l’avete, cercatelo, vi piacerà.
- Su Greilsamer creatore qualche anno dopo del marchio Eligor si veda https://pitlaneitalia.com/2025/07/03/fra-evrat-ed-eligor-le-matra/ ↩︎
- Della rivista diretta da Greilsamer ci siamo occupati in un articolo del 2013: https://pitlaneitalia.com/2013/04/01/un-po-di-storia-modelisme-automobile-international/ ↩︎
- Ne leggete qui: https://pitlaneitalia.com/2025/10/15/documentazione-depoca-lannee-automobile-des-modeles-reduits/ ↩︎
