In un recente articolo abbiamo parlato del Catalogue Mondial des modèles réduits, a cura di Jacques Greilsamer e Bertrand Azéma, uscito nel 19671. Agli inizi degli anni ’80 l’idea di proseguire quell’opera si fece avanti in un gruppo di esperti di modellismo, che potevano avvalersi su una nutrita schiera di referenti e collaboratori in giro per il mondo. Il progetto iniziale, che si limitava a un aggiornamento delle liste pubblicate nel Catalogue, venne ben presto ampliato, con la proposta di pubblicare annualmente un volume che facesse il punto generale sulla produzione e sulla situazione del modellismo, non escludendo i mezzi pesanti e le moto. Molto dal 1967 era cambiato, con la definitiva affermazione dei kit in plastica e la nascita, la decadenza di alcuni marchi faro del diecast e il parallelo sviluppo dei modelli artigianali. Insomma, era un mondo in rapida evoluzione.






L’editore della nuova collana fu ancora Edita di Losanna, e ci si inventò un titolo che si richiamava alla “sorella maggiore”, L’année automobile: venne quindi fuori “L’année automobile des modèles réduits”, il cui primo tomo, che in Italia era distribuito dalla Libreria dell’Automobile a Milano, fu pubblicato nel 1982: le liste di aggiornamento e di integrazione al Catalogue appaiono in appendice: un vero lavoro da certosini perché le liste furono riprese in toto, corrette e arricchite di ulteriori dettagli. Nel primo volume ovviamente non si pubblicò tutto: il progetto era quello di riproporre una panoramica completa nel corso degli anni.






Ma il motivo di interesse dell’Année Automobile des modèles réduits risiedeva in tutto il resto del volume: quasi 170 pagine di attualità, con un riassunto molto completo e dettagliato di tutto ciò che era uscito nel corso del periodo tra il giugno 1980 e il maggio 1981. E c’era di più: come se si trattasse di una maxi-rivista, i curatori avevano aggiunto degli ampi articoli tematici di approfondimento: troviamo quindi uno speciale su Western Models, una retrospettiva sulla borsa di scambio di Windsor, la cui prima edizione risaliva al 1971, recensioni di modelli (la Bugatti T50 di Pocher, la Renault RE20 di Tamiya…) e via di seguito. In questa prima esperienza non mancarono gli errori e le incoerenze ma il libro venne accolto con interesse.






Seconda uscita nel 1983, con la panoramica relativa al giugno 1981-maggio 1982. Continuarono gli articoli monografici (i modelli del Centro Stile Fiat, l’Auto Union 16 cilindri di Revival, un’intervista con un emergente Jean-Paul Magnette…). Erano molto centrate e ficcanti le note di commento scritte a mo’ di editoriale, senza troppi peli sulla lingua. Il volume voleva porsi come uno strumento critico il più possibile onesto e imparziale. Certo, i criteri di giudizio all’epoca erano diversi: certi modelli oggi molto appetiti dai collezionisti perché ormai “rari” o “storici” in quegli anni erano stroncati senza pietà.
Per l’edizione del 1984, l’Année automobile des modèles réduits cambiò editore: a Edita subentrarono le Editions 24 heures, ancora di Losanna. Fu, quella, l’ultima uscita della serie. Se il mondo del modellismo cambiava, anche quello dell’editoria andava incontro a trasformazioni di non poco conto. I costi di produzione aumentavano e l’esigenza di tirature molto alte non invogliava a continuare pubblicazioni tutto sommato di nicchia. Nel settore dell’automobilismo c’era ancora margine, ma il modellismo offriva probabilmente più incertezze che altro, per lo meno nel settore librario.
Si concludeva così un’esperienza che a livello documentario aveva prodotto tre volumi di ottimo livello, ricchi di spunti, di fotografie e di informazioni che ancora oggi possono rivelarsi di grande utilità per gli appassionati e per i ricercatori. La reperibilità dei tre libri è piuttosto facile e la loro quotazione bassa. Cercate esemplari in buone condizioni, visto che se ne trovano, evitando esemplari “vissuti” quando non sporchi o ammuffiti. Con l’intera serie passerete ore di sano divertimento, immergendovi in un passato ormai lontano e semi-dimenticato.
