La zona di Le Mans è ricca di manifestazioni modellistica, come borse di scambio, raduni, riunioni, concorsi e così via. E’ soprattutto nel corso della settimana della 24 Ore che le varie associazioni si attivano, ma tra l’autunno e l’inverno vengono organizzate tre borse piuttosto importanti, ricche di espositori e di pubblico. La più importante è probabilmente la borsa di Arnage in dicembre, seguita da quella di Coulaines, a febbraio. Oggi si è svolta la più “piccola” delle tre, a Saint Saturnin, un villaggio appena fuori Le Mans, verso la zona industriale nord.







Organizzata dall’ARPAC (Association relations des passionnés de l’automobile et de la compétition), la borsa di Saint Saturnin sarà anche non enorme, come abbiamo scritto, ma in compenso rappresenta bene lo spirito che è ancora presente nella Sarthe. Le borse a Le Mans si contraddistinguono per una notevole parte di modelli vecchia scuola, siano essi kit montati e da montare, transkit e alcuni obsoleti di notevole qualità.












L’edizione 2025 dell’evento a Saint Saturnin non ha deluso: gradita la presenza di Bruno Allinand venuto dalla Charente, ma anche degli artigiani di Restart, tanto per fare un esempio. L’offerta è stata estremamente varia e dai costi ragionevolissimi: in particolare un bel lotto di Dinky, Corgi, Mercury, Solido e Politoys perfetti con scatola venivano ceduti a prezzi che avrebbero fatto invidia alle quotazioni post-mortem di un famoso negozio milanese.












Guardando bene, emergevano curiosità davvero difficili da lasciare lì, come una coppia di Singer prodotte da RD Marmande nel 1971 e nel 1972. E poi tanti altri modelli particolari, come diversi Automany ben montati, Top43, Sport Cars, Solido 2, Solido elaborati (notevoli alcune Daytona di Le Mans) e così via.
In manifestazioni come queste si respira un’aria diversa, a volte straniante se si è troppo abituati a produzioni contemporanee. A questo proposito, davvero pochissime le categorie che vanno per la maggiore in altri eventi: quasi nulla in 1:18, non tanti i modelli da edicola e tutto sommato limitata l’offerta di resincast in 1:43. Il collezionista di quelle zone è in parte un nostalgico o un estimatore di cose rare o poco conosciute. La 24 Ore di Le Mans è il tema principale e la fa quasi da padrone.












Come succede sempre alle borse in Francia, la convivialità e la socializzazione sono un elemento caratteristico: bello, tra l’altro, è stato scambiare due chiacchiere con un montatore AMR e Le Phoenix, Olivier Thuet, forse conosciuto meno dei “grandi nomi” ma ugualmente importante nella storia dei modelli che fanno capo ad André-Marie Ruf. Thuet mi raccontava di alcuni montaggi personali destinati alla sua collezione, come una Daytona Spyder bianca ma con interni diversi da quelli blu proposti al pubblico.
Da borse come questa si parte sempre malvolentieri, tante sono le cose da vedere e le persone con cui parlare. Fare delle generalizzazioni è sempre pericoloso, così come è abbastanza imprudente categorizzare troppo ma si può dire con sufficiente sicurezza che Le Mans e dintorni non sono speciali solo per la storia dell’automobilismo, con la 24 Ore e tutte le gare che vi sono fiorite nel corso dei decenni; sotto l’aspetto modellistico, laggiù vi sono una vivacità e una ricchezza difficili da ritrovare altrove.







