In genere parliamo poco di grandi marchi ormai diventati dei classici come Dinky o Corgi, non per mancanza d’interesse (anzi…) ma perché spesso preferiamo evitare di ripetere cose dette e stra-dette preferendo altri temi più inediti. Nel Diario di uno scrittore Dostoevskij osservò che non esiste argomento troppo vecchio che non se ne possa dire qualcosa di nuovo, e a volte questo vale anche quando non si posseggano elementi inediti ma ci si sforzi di riconsiderare o di reinterpretare fatti già noti. A volte, nell’impossibilità di scoprire cose nuove o di analizzarle sotto una luce diversa, qualche spigolatura storica potrà ugualmente (almeno lo speriamo) stuzzicare la curiosità del lettore non specialista.

Fin dall’anteguerra, l’accessoristica costituì un filone interessante per i produttori industriali. E cosa viene subito in mente pensando ad oggetti da abbinare ai modelli se non i classici segnali stradali? Nel 1935 la Dinky Toys presentò una serie di segnali britannici (dalla referenza 47e alla 47t), molto dettagliati per l’epoca, venduti singolarmente senza scatola o nella serie completa con scatola (ref. 47). La produzione continuò fino al 19411 e riprese nel 1948 con la stessa referenza 47 (scatola da 12 pezzi assortiti), per essere poi soppressa nel 19542.

Negli anni successivi l’assortimento dei segnali stradali della Dinky inglese fu ridefinito e nel 1959 uscirono le nuove scatole: nel 1953 fu la volta di una referenza destinata a durare, la 771 con 12 segnali internazionali (corrispondono ai Dinky France 40 e 41, rinumerati 590 e 591 dal 1959), che restò in produzione fino al 1965. A questo set si aggiunsero nel 1959 il 766 (British road signs country set A), il 767 (British road signs country set B), il 768 (British road signs town set A), e il 769 (British road signs town set B), ognuno con sei segnali. Contemporaneamente uscì il numero 772 che conteneva tutti i 24 segnali delle quattro serie appena citate. Ed è questo set onnicomprensivo che potete osservare in queste foto. Come detto, i segnali Dinky erano particolarmente curati3 , ben dipinti e a volte accompagnati da foglietti esplicativi, come nel caso della confezione 771. Tornando alla 772, essa restò in produzione fino al 1963, mentre un anno più tardi uscirono di catalogo i quattro set “minori”.
I segnali stradali continuarono ad apparire nel catalogo della Dinky francese, fino al 1968 con le due confezioni 590 e 591 (ex 40 e 41), poi con due nuove serie in plastica, la 592 e 593, in vendita fino al 1971.






Come al solito, il consiglio per gli appassionati è quello di concentrarsi su esemplari perfetti (o quasi perfetti) con scatola e imballi originali, che sono gli unici a rivestire un valore collezionistico soprattutto oggi in presenza di un’offerta ampia, facilitata dai contatti su Internet. Certo, con qualche pezzo un po’ rovinato ci si può decorare una vetrina e divertirsi lo stesso ma questa è un’altra storia.



- Le serie anteguerra sono spesso colpite da metal fatigue, fenomeno assente nelle serie successive. ↩︎
- Nell’ultimo anno fu rinumerata 770. ↩︎
- Non scendiamo ulteriormente in dettagli come colori delle basi e caratteristiche di singole produzioni, incluse quelle per i mercati extra-europei, ma se ci sarà interesse ne riparleremo con maggiore precisione. ↩︎

Da segnalare anche i segnali stradali dati in omaggio con i modelli francesi della serie 1400, se ricordo bene. Mi pare che non fossero disponibili a parte. Ma non posso controllare e sto andando a memoria.
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Erano effettivamente diversi e nelle pubblicità la Dinky France lo specificava espressamente.
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In alcune confezioni vi era un foglietto con uno schema stradale per imparare le regole della circolazione per mazzo del segnali.
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Sì ma nel 772 non l’hanno mai messo.
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