Contro Spark non c’è proprio partita?

Ormai da svariati anni i modelli che fanno capo a Spark (inclusi i vari True Scale, Minichamps speciali ecc.) hanno fissato degli standard difficilmente raggiungibili nella loro fascia di prezzo. Per un effetto indiretto, ma indiretto fino a un certo punto, il loro irrompere sul mercato ha favorito la sparizione o la drastica riduzione di molti dei fabbricanti di kit tradizionali, leggi Tenariv, Mini Racing, JPS e compagnia bella. Alcuni, come Jade, sono sopravvissuti tentando la fuga nelle “nicchie delle nicchie”, mentre altri, come Renaissance, hanno puntato all\’alta qualità, sostenuti nelle vendite dalla presenza nelle loro gamme di molte Ferrari, che in qualche modo si vendono sempre e comunque. Fra i montati, la categoria che avrebbe dovuto risentire maggiormente della crescita qualitativa e quantitativa di Spark, il contraccolpo è stato abbastanza evidente per Minichamps o Ebbro, prigioniere dei loro stampi per la zamac e incapaci della stessa versatilità con cui la banda di Ripert riesce a sfornare variante su variante con un\’esattezza storica seconda a nessuno, a parte qualche inevitabile scivolone, come le strisce di colore sbagliato sulla Porsche 935 Swap Shop di Daytona (ma nessuno è perfetto).

Due Spark \”speciali\”, realizzati per raceland.de e per Kremer Racing.

Gli altri possibili concorrenti, quelli che producevano modello montati a basso costo, si son dovuti arrangiare: è vero che la maggior parte di essi ha in catalogo soggetti ai quali per il momento Spark non si è avvicinata, ma altri sono stati coinvolti dal ciclone e hanno dovuto prendere delle contromisure, peraltro non sempre efficaci. A farne maggiormente le spese sono piccole aziende artigianali che avevano già a suo tempo riconvertito la manifattura di kit realizzando serie limitate di montati a basso prezzo – basso per gli standard produttivi comunitari. Si può citare a questo proposito il caso di Gamma, sebbene parte del loro catalogo riguardi le vetture stradali italiane degli anni 50-60-70, che per il momento esulano dagli interessi di Spark. Altri marchi, come BBR o Renaissance, hanno continuato per la loro strada subendo magari delle flessioni dovute piuttosto alla crisi economica, ma non certo a causa della concorrenza diretta di Spark.

Qual è dunque il possibile scenario futuro? La variabile che finora è stata poco considerata è l\’aumento dei prezzi di vendita degli Spark, specie in alcuni paesi. La forbice fra il costo di uno Spark e un montato artigianale di fascia medio-bassa si sta progressivamente riducendo. Certo, questo non significa che gli Spark cesseranno di essere competitivi di qui a poco tempo, anche perché pur con i recenti aumenti del prezzo di listino il loro rapporto qualità/prezzo continua ad essere estremamente favorevole, soprattutto rispetto a un Gamma o a un Tron.
Una Porsche 917K di Fast: non è facile reggere la concorrenza di Spark e TrueScale, che hanno in catalogo lo stesso soggetto. Eppure uno come Paolo Mazzoni riesce a cavarsela trovando versioni sempre nuove e inedite.
Ma per gli artigiani-“artigiani” (anche Spark in un certo senso è un marchio artigianale) la partita non è chiusa. La chiave della sopravvivenza consiste nel migliorare ulteriormente il livello dei modelli e anche se il prezzo finale non sarà quello di uno Spark, all\’aumentare del dettaglio e della finitura di montaggio il divario potrà essere colmato facendo breccia nell\’interesse dei collezionisti.
Un prodotto magari anche affascinante, ma non più competitivo: un kit Starter montato dalla casa e venduto anni fa al triplo del prezzo di uno Spark. Ossia come non riuscire a rinnovarsi.
Magari, chissà, rispolverando vecchi stampi di kit, semplificandoli e tagliando al massimo i costi di montaggio, il che non significa necessariamente sacrificare la qualità finale: significa semmai preparare il tutto in modo che il montaggio sia il più facile e il più rapido possibile. Proprio una delle chiavi del successo di Spark in questi ultimi anni.
Lo speciale \”low cost\”, almeno quello di fascia media, per sopravvivere dovrà scendere ancora di prezzo.

14 pensieri riguardo “Contro Spark non c’è proprio partita?

  1. Scusa David ma non afferro il concetto che proponi come controffensiva a Spark. O meglio mi sembra d'aver capito che i vari Gamma o Beebop dovrebbero alzare la qualità lasciando il prezzo inalterato ma non so quanto la cosa sia possibile considerando il mercato limitato che possono avere certi modelli (per dire una OSCA Contro una Porsche 956 della Spark) e considerando anche la produzione in Italia.Sono assolutamente d'accordo che 70-80 € certi modelli non li valgano per come sono fatti ma la vedo dura che si riesca ad alzare il livello senza andare a sforare nel campo di BBR o MR. È vero il fare il modello inedito può premiare ma fino a quando? Fino al momento in cui il collezionista si accorgerà della ciofeca acquistata solo \”perché inedito\”. Mi viene in mente l'ARNA della Gamma, in certi forum osannata quando onestamente non vedo una linea corretta.. La soluzione a mio parere non puó lasciare immutato il collezionista, ma piuttosto convincerlo che i 20/30 € in piu (solitamente) corrispondono al vecchio adagio \”chi piu spende meno spende\”… E te lo dico avendo appena venduto 25 edicolosi per prendere 5 modelli da negozio..AndreaR

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  2. In effetti il concetto non riguarda comunque i modelli-ciofeca che tali sono e tali restano. E neanche si paventa la possibilità di competere in assoluto con la qualità degli Spark, che per quella fascia di prezzo è inarrivabile per un produttore come Gamma o Tron. Semmai – è questo uno degli scenari che prospetto – la soluzione per ottenere un po' di competitività nei confronti di Spark, almeno a livello di prezzo, potrebbe essere la riduzione della filiera di montaggio, riducendo i costi di produzione, e sono convinto che in alcuni casi questo sia possibile. Certo, a volte questo processo implica delle riduzioni dell'azienda perché spesso i costi aumentano se si hanno locali grandi, alcuni dipendenti, se ci si appoggia molto a esterni, ecc. Non è sempre facile. Con questo non voglio dire che sia questa la ricetta per contrastare Spark, ma dovrà essere necessariamente la tendenza, altrimenti saranno proprio quei \”medi\” che citi tu a rischiare di sparire. Probabilmente spariranno lo stesso, ma è necessario che qualche contromossa la organizzino. A volte, anzi molto spesso Andrea, la differenza fra questo tipo di modelli o uno Spark è maggiore rispetto ai 20/30 Euro di cui parli (quanto costa di listino un Beebop?). Sarebbe proprio impossibile fare qualcosa?

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  3. Vediamo se ricordo bene, sotto al prezzo degli Spark/Bizarre ci sono i Top Model e gli Exem,ormai \”morti\”, e sullo stesso livello i Gamma, coraggiosi ma meno dettagliati e che tradiscono maggiormente la loro diretta discendenza dalla stirpe Provence. A prezzo superiore, tutti gli altri. Peraltro,quando Ripert e soci producono per terzi (Ebbro, Truescale, Minichamps) i prezzi salgono. Anche perché diventano ulteriormente di nicchia. Curiosamente, i Neo costano un filo meno (perché non hanno le decals?), ma non ho ancora capitose escano dallo stesso \”polo produttivo\”. L'ultimo arrivato francese, Silas Models, fa cose interessanti con un prezzo intorno ai 70 euro, ma con tiratura esigua (100-300 pezzi). Contenimento dei costi di produzione in Europa? La vedo dura. In questi anni ho sentito di prove di delocalizzazione in Ungheria prima e romania poi, ma sembrerebbe con risultati impresentabili )I Kaiser non erano male, ma costavano un botto montati). Certo, un miglior engineering del modello da montare aiuta, ma poi, al momento della finitura, che soprattutto per le sportive post 1975 diventa laboriosa, si tratta di tempo e mani allenate. A quel punto che fai?

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  4. Silas Models è francese ma i modelli li fa fare in Cina se non sbaglio. Sono d'accordo che con alcuni soggetti è dura (vetture competizione a partire dagli anni settanta). Sulla delocalizzazione so di alcune produzioni soddisfacenti in Russia o nella Repubblica Ceca, ma ovviamente operazioni di questo genere non sono alla portata di tutti, perché richiedono in ogni caso viaggi frequenti, controlli accurati e gente fidata del posto che ti segue la produzione in maniera competente oltre che onesta. Continuo a pensare, al di là di questo, che certe produzioni nostrane potrebbero costare meno se ci si ingegnasse a razionalizzare i processi di montaggio.

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  5. …peraltro ho già scritto che l'allineamento dei prezzi sui livelli di Spark è per il momento impossibile, ma si potrebbe fare qualcosa aumentando la qualità e limando di qualcosa i prezzi, magari riducendo la filiera, che spesso è troppo lunga e ad ogni passaggio inevitabilmente ci mette del proprio. Nel thread ho parlato di tendenze: se ci fate caso i prezzi degli Spark sono in crescita, soprattutto in Italia. Prima o poi i prezzi si avvicineranno e a quel punto forse (forse!) i prodotti \”alternativi\” potrebbero tornare a dire la loro, ma solo e soltanto se la loro qualità fara un passo in più.

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  6. Sì, ero stato incompleto, Silas Models probabilmente utilizza le stesse fonti produttive cinesi. Rimane il dubbio su Neo: sono collegati col gruppo Ripert, che tu sappia?Quanto alla tendenza di crescita dei prezzi, non so se dipenda da questioni di cambio, aumento di costi di produzione in loco, nuove aggiunte di diritti di marchi automobilistici e/o sportivi (Royalties Le Mans, per esempio) o l'eterno problema di eccessivi ricarichi distributivi che, alla fine, mi sembrano un fatto sul quale sarebbe tecnicamente facile intervenire.Sulle produzioni delocalizzate, la capacità della manodopera credo conti parecchio. sarebbe intersssante scoprire per esempio, chi e come addestra i montatori di certi gioiellini russi…

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  7. L'aumento dei costi di produzione in loco è un fenomeno a medio-lungo termine che riguarda il costo del lavoro in Cina e che è destinato prima o poi ad avere la sua influenza sul prezzo. Quanto ai ricarichi distributivi, si potrebbe fare la scelta di Ottomobile, che per inciso produce in Cina: un loro modello in scala 1:18, nel negozio virtuale della Casa, costa dai 39 ai 44 euro.

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  8. Semmai non so se alcuni produttori italiani avrebbero le capacità e le competenze di gestire una vendita on-line diretta, a parte tutte le complicazioni fiscali e burocratiche che ne conseguirebbero. Bisognerebbe poi resistere alle pressioni dei vari negozi. Credo che Ottomobile l'abbia fatto, e tutti i loro prodotti che puoi vedere nei diversi siti di vendita hanno prezzi praticamente raddoppiati rispetto a quello di listino.

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  9. Forse giusto qualche One Man Band, ma più probabile che i problemi siano fiscali… e burocratici. Ma penso sia una strada obbligata.Notavo ieri che, non contando qualche cianfrusaglia edicolosa, sono esattamente due anni che non compro in un negozio a Milano. Solo via Internet e direttamente dai produttori a Novegro. Forse sono un'eccezione…

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  10. La ringrazio David. Da collezionista di vecchia data, sempre entusiasta, ma un po' \”impreparato\”, trovo l'argomento molto interessante.D'altronde mi sembra che temi simili siano sempre stati affrontati poco e solo superficialmente dalle riviste di modellismo d'auto (mi corregga se scrivo fesserie). Pertanto mi auguro che questa (per me insolita) \”conversazione\” tra voi, appassionati esperti, prosegua. Non nascondo il desiderio di poter vedere altre immagini di modelli Spark (meglio ancora se comparative), dato che ultimamente attirano la mia attenzione e in internet trovo difficile reperirne di buona qualità. Buongiorno. Marco.

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  11. Condivido il suo pensiero g.iodi: questi argomenti sono poco trattati, forse anche per mancanza di spazio. Internet è un terreno più favorevole allo sviluppo di certe tematiche. Non mancherà l'occasione di affrontare molto presto questi temi, anche con foto di particolari e di modelli presi da vicino.

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  12. Ho un amico che acquista direttamente Spark in Cina e si, sono aumentati, ma non sono certo arrivati alle cifre che chiedono qui i negozi, è chiaro che, se compri qui, paghi due passaggi in più, ma è altrettanto vero che i distributori italiani (fatti un paio di riscontri con altri prodotti) calcano un po' la mano su prezzi.Come battere Spark? Non certo sui prezzi, impossibile…se produci localmente non puoi (e non devi…) trincerarti dietro il logo Made in Italy, ma devi fare di più, aumentare la qualità dei montaggi e degli accessori utilizzati.Secondo me è proprio questo il punto di svolta, nessuno ha saputo realmente innovare, nessuno è riuscito (prima di Spark) a mischiare abilmente (come Spark) il meglio dell'artigianale con il meglio dell'industriale.Artigiani ed industriali hanno viaggiato su binari paralleli, spesso sovrapponendosi sugli stessi modelli, ma mai affiancandosi o collaborando.Alfonso

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