Testo e foto di Andrea Rossignoli
Che senso ha mettere a confronto due modelli apparentemente molto simili e della stessa auto per di più? Quello che ci interessa andare ad analizzare non sta tanto nelle realizzazioni in se quanto in ciò che sta dietro un modello costruito per il pubblico europeo ed uno per quello asiatico/cinese. In questo caso ho scelto due modelli abbastanza recenti ovvero la Volkswagen Polo 3 porte di Schuco (promozionale per la casa madre, è l’esemplare nero) e la Polo 5 porte di marca ignota ma prodotta per la Volkswagen Shangai (la rossa). Le differenze formali tra i modelli sono solamente di allestimento: le frecce laterali hanno posizioni diverse (sugli specchi per la versione europea, sul passaruota per la cinese), i cerchi sono diversi così come c’è il tetto apribile (che fa molto anni 80/90) e le scritte identificative con ideogrammi sulla cinese.
Internamente la storia si ripete: non si può dire che la Polo cinese sia fatta male ma si è indietro per lo meno di una generazione rispetto ai nostri ultimi diecast. Nella Schuco bisogna ammettere che non manca nulla: si parte dal cielo in colore chiaro con dettagli interni riportati per finire alle cinture di sicurezza e relativi attacchi, passando naturalmente per la strumentazione tampografata. Quest’ultima è presente pure sulla versione cinese ma con una qualità decisamente inferiore come un po’ in tutti i particolari: si è preferito mettere tutti i dettagli sebbene la qualità non sia in generale eccelsa. La sensazione è come per l’esterno accentuata per i colori, la versione europea presenta infatti sedili e pannelli porta chiari mentre nella cinese è tutto in nero.
Le ultime righe le dedico al sottoscocca: sebbene sia un particolare che reputo non molto importante, mi ha stupito trovarli entrambi ben fatti, la Schuco con alcune finezze come il gruppo scarico-marmitta riportato con relativo rivestimento anti calore, il gancio traino ben fatto, e le ruote posteriori non dotate di asse che le collega per non rovinare l’insieme ma indipendenti l’una dall’altra.
Traendo le fila di questo confronto si potrebbe dire che i cinesi non sanno fare i modellini, considerando come un loro promozionale diecast (pagato 20€ + ss) abbia all’incirca la qualità di un nostro Motorama ben fatto. In realtà sappiamo bene che loro i modelli li sanno fare, ed anche bene: solamente che per il mercato interno non ritengono necessario sprecarsi più di tanto. In fin dei conti siamo stati noi occidentali ad insegnargli il mestiere con la tradizione che portiamo avanti dal dopoguerra in poi ma ancora non ritengono i tempi maturi per mettere pienamente a frutto queste conoscenze per i loro stessi modelli.
Grazie per questo interessante confronto, Andrea. Come avrai notato dalle foto pubblicate sul mio profilo Facebook, ho iniziato da qualche mese (da quando ho acquistato la Polo 6R 1/1) una (sotto)collezione di tutte le VW Polo prodotte in scala 1/43. Qualche settimana fa ho acquistato da un utente Ebay cinese, per 13€, questa versione della Polo 6R prodotta per la VW Shanghai. Non l'ho ancora ricevuta, quindi, mi riservo commenti più precisi per quando mi sarà consegnata. Per adesso posso soltanto notare l'estrema mediocrità del modello cinese, specie se confrontato con l'ottima Polo 6R prodotta da Schuco. Almeno sono riusciti a cogliere tutti i piccoli dettagli che distinguono la Polo prodotta per il mercato orientale da quella europea: sigle identificative, le frecce laterali sui parafanghi, la diversa conformazione del divano posteriore con i relativi poggiatesta e la bacchetta cromata alla base del portellone posteriore ( tra l'altro disponibile aftermarket anche per le Polo europee).Nicola Lettieri
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