Provence Moulage, ricchezza e nobiltà
foto Umberto Cattani, David Tarallo
Parafrasando con qualche licenza uno dei film più belli interpretati da Totò, potremmo riassumere in questi termini il debutto di Provence Moulage. Nobiltà, perché il suo fondatore, Xavier de Vaublanc, è un marchese; ricchezza, perché alla base di questa firma c\’era un certa solidità economica. Vi racconteremo per sommi capi ma cercando d\’essere esaustivi la storia di questo fabbricante, partendo dai primi timidi passi.
Xavier de Vaublanc, protagonista del nostro racconto, si laurea in architettura alla fine degli anni settanta ma non intraprende la carriera professionale. Appassionato di modellismo, raccoglie, come fanno tutti, modelli Solido, Dinky e Corgi, la base di ogni collezione che si rispetti.
Provence Moulage curò per conto di Malot (DM Modèles) lo stampaggio di questa Alpine A110, la scatola stessa portava la firma della casa marsigliese. |
Sempre in quegli anni aderisce ad un club di Lione e si diletta in semplici elaborazioni per arricchire la sua raccolta: lui stesso amava ricordare i primi soggetti affrontati, come Peugeot 203 coupé e cabriolet o Simca Chatelaine. Con la collaborazione di un amico, Jean-François Croisy, produce una piccola serie di modelli in resina poliestere (XV Modèles), venduti essenzialmente in occasione di borse di scambio. Nulla di eccezionale, la qualità è discreta e grazie a numerosi scambi, la collezione personale diventa sempre più importante al punto che Xavier in breve si trasforma in un vero esperto della materia. E\’ arrivato il momento di fare della passione un lavoro.
I kit di Provence Moulage rispettavano fedelmente le linee ma non erano ricchi di dettagli. Per realizzare questa Talbot Samba era necessario aggiungere alcuni particolari indispensabili. Ref. K58. |
No, non siamo nel Bronx; il numero 29 di rue Chateauredon, a Marsiglia, come appare oggi. |
Nascono così delle riproduzioni di Peugeot 203 coupé, 203 fourgonnette, 203 break.
Uno dei pochi transkit realizzati per una base Solido, su cui si adattava la carrozzeria in resina. Il modello riproduce la Ford Thunderbird Coupé. Ref. TK20. |
CCC e Provence si spartirono stampate e prototipi delle DB Panhard. Questa Coach finì nel catalogo di Georges Pont (CCC) ma prima era stata una referenza marsigliese. Ref. K35. |
La resina poliestere, vetrosa e fragilissima, lascia il posto alla resina poliuretanica, più facile da trattare, ed è forse interessante rimarcare come Provence Moulage sia la prima ditta automodellistica a fare uso di questo materiale. La produzione prende sempre più piede e presto i locali, siti in rue Chateauredon, si rivelano insufficienti ad ospitare un\’attività in costante espansione. Il negozio, una vera mecca per gli appassionati di obsoleti, è ceduto in gestione. Provence Moulage nel 1987 si sposta ad Aubagne, in un capannone di oltre mille metri quadrati.
Belle stampate in resina, particolari netti e precisi, decals Cartograf: questa Giulietta SZ coda tronca può ancora dare dei punti allo Spark uscito in questi giorni. |
L\’investimento è importante ma il mercato tira che è un piacere, perché non adeguarsi ai tempi? Il passo successivo potrebbe essere una produzione in zamac come ha fatto Vitesse, ridando vita al settore con le sue realizzazioni di ottima qualità; la tentazione è forte ma il nostro architetto dimostra lungimiranza ed abbandona in fretta questo proposito. Vedremo poi più avanti come questa sia stata una decisione davvero lungimirante. Se Calligaro per Starter fu un ragioniere, Xavier de Vaublanc per Provence dimostrò doti da vero uomo d\’affari…
Se l\’Alpine A110 fu proposta in numerose varianti, anche la Gordini 3.0 non si sottrasse alla regola. Questa corse la Carrera Panamericana (Ref. K122). |
Ma anche le stradali, soprattutto se di marca francese, hanno un ruolo importante, e qui si nota l\’estrazione dello Xavier collezionista, legato agli anni d\’oro di Solido, Dinky, Norev e Corgi. Per le americane (Studebaker, Cadillac e altri marchi classici), Provence Moulage può contare sulla competenza di Chris Boyer. Le cifre di vendita sono impressionanti: ogni mese escono sei novità, la tiratura minima di ogni kit è di un migliaio di pezzi che raddoppiano nel caso di riproduzioni particolarmente interessanti e d\’attualità.
La Porsche 911, prima al Monte Carlo 1970, aveva decalcomanie francesi, presto abbandonate per le più qualificate Cartograf (Ref. K48). |
Fino al 1990, in seno a Provence Moulage lavorano venticinque dipendenti in grado di sfornare novemila kit al mese. Una parte del lavoro di confezionamento è affidata esternamente ad una cooperativa sociale, che si occupava dell\’inserimento di ragazzi disabili. Così come fa la concorrenza più agguerrita, anche Provence Moulage nel 1986 debutta con un suo catalogo a colori.
Un modello realizzato per conto dell\’Equipe Tron, riproduce la vincitrice della prima edizione della Carrera Panamericana. Fu commercializzata anche la versione stradale. |
Progressivamente Provence Moulage si interessò anche alle comprimarie che scendevano in pista a Le Mans. Questa Porsche 930 gr.B gareggiò nel 1984 (Ref. K73). |
Tra i clienti, l\’Equipe Tron, Ugo Fadini, Grand Prix Models, BAM, Try Kojima, oltre a Roland Devos e Bertrand de Latude, entrambi purtroppo scomparsi, grandi specialisti delle Citroën Traction Avant e della Peugeot 301.
Etienne Dhont passò una parte della sua gioventù nel sud della Francia, prima di creare Renaissance, il suo marchio attuale. Questa Renault R8 Gordini nasce da un suo master. Ref. K225. |
La prima edizione del catalogo fa da sfondo alla DB Panhard HBR5. Sul pianale, in metallo, si legge ancora la sigla MRF. Corsi e ricorsi storici. Ref. K26C. |
ABC ed Umberto Codolo (Remember) sono altri partner italiani per fari, gomme e componentistica varia, ma di questo aspetto parleremo nelle prossime puntate; insomma, se i concorrenti marsigliesi fanno tutto in casa, Provence cerca esternamente interlocutori qualificati.
I primi kit in catalogo, dopo la già citata Jaguar E, sono l\’Alpine A110 ali a pagoda, la Citroën SM Cabriolet e Rally Bandama, la Ferrari Daytona in versione Gr.4, stradale e spider oltre la 250 GT SWB ed un gruppo di Porsche 911 quali la 930, la SC in veste coupé e Targa, e la 3.3, in pratica tutti prodotti ripresi dai vecchi stampi MRF grazie alla recente collaborazione con Gauthier. La nostra rassegna fotografica riguarda, per questa prima parte, la produzione iniziale uscita ancora dai locali di Rue Chateauredon.
Anche la Lancia Delta HF 4WD fu commercializzata in diverse varianti. Questa è la vincitrice del Monte Carlo 1987. Autore del master, Patrick Cornu, uno dei più prolifici prototipisti di Provence Moulage. Ref. K195. |
Uno dei kit più rari, come tanti di questa marca. Riproduce l\’Alfa 75 al Rallye du Var 1986. Ref. K194. |
La battaglia con Record è già iniziata, in attesa di altre contendenti che presto si materializzeranno, generando incroci interessanti e ricchi di spunti creativi.
Sul pianale di molti kit inizialmente non era presente la firma dell\’autore. Resta quindi ignota la mano che scolpì questa bella Audi Quattro S1 prima a Sanremo nel 1985. Ref. K146. |
Un saluto a tutti,ho, da poco, completato il montaggio di un kit di Provance Moulage, la Rover BRM Le Mans 63 e, devo dire, che il risultato finale mi ha molto soddisfatto. Certo, il kit iniziale e' molto basico e, in alcuni particolari come il volante, completamente errati.Ma le forme della vettura sono state ben catturate e qualche particolare (come lo specchietto retrovisore) totalmente omesso.Le indicazioni delle colorazioni sono molto generiche e poco attendibili.Nel complesso, con un po' di olio di gomito, e' possibile ottenere un gran bel modello.Saluti,Giovanni La Rosagiovanni@fratelli-larosa.com
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Sono kit degli anni ottanta e novanta e all'epoca lo standard era quello. A ciò si aggiunga che alcune componenti, come appunto i volanti o addirittura le gomme, erano standard per la quasi totalità della produzione, per ragioni di economie di scala. Malgrado ciò, molti kit Provence Moulage restano ancora oggi la referenza per determinati soggetti, nonostante siano passati così tanti anni dalla loro commercializzazione.
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Davvero interessante, questa storia della Provence Moulage, ho appreso tante cose che non conoscevo. Aspetto con curiosità il seguito…
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Very interesting reading , production numbers of 1000 per kit are amazing ,it highlights how the market has changed with very few kit producers surviving , Spark and other manufacturers all coming small production runs , I feel lucky that I bought so many of the moulage range when new , most are still unbuilt ,some day they will be built
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Un articolo molto interessante del quale si sentiva la necessità
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In quegli anni avevo abbandonato gli speciali, dopo un abbuffata al loro esordio, quindi per me è tutto nuovo o quasi. Spero che seguano altre storie e altri marchi, magari anche industriali…
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Grazie a tutti! Nel blog ci sono diverse altre storie di marchi, come MRF, Record, Starter ma anche Vroom e altri.
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Davvero interessante.Mi permetto un'unica osservazione: a lungo termine, il mancato passaggio alla produzione in zamac potrebbe essersi rivelato un errore?
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Non credo, anzi. Ne riparleremo.
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Bello. Mi sono gustato, a suo tempo, gli articoli su MRF e Record. Mi manca Vroom, marchio la cui storia, tra l'altro, mi incuriosisce parecchio non sapendolo collocare minimamente nel tempo. Ho solo un loro kit, una Bizzarrini (Con luci di coda sbagliate, perché sono doppie come sulla ISO Grifo) che farò in versione Targa Florio. È un bel kit. Mi cercherò l'articolo su Vroom.Venendo a Provence Moulage, me ne sono tenuto alla larga per molto tempo, intimorito dalla scarsa qualità delle decals. Poi ho scoperto che molti dei kit più vecchi hanno delle ottime Cartograph. E allora giù! Si è aperto un mondo. A memoria ricordo di avere: Aston Martin DB4 Zagato del Rally des Routes du Nord, Jaguar MK VII del Monte '58, Alpine Monte '71 e Monte '76 (\”Gitanes\” Ragontti), Alpine Tour de France '63, e, fra le più rare, l'Alpine 16 soupapes '75 (Quella tutta gialla di Saby con un alettone posteriore mostruoso) e la Visa 1000 Pistes '83 (Quest'ultima con delle modifiche incomprensibili fatte dal precedente proprietario agli sportelli posteriori).Da poco ho ricevuto una splendida Ligier JS2 del Tour Auto '74, kit più recente: davvero finissimo.Ho anche qualche auto più moderna: una Lancer RAC '93, davvero bruttina e con decal pessime, una Corolla WRC notevole ma con decals anche in questo caso pessime, e una Lancer WRC '04 che si presenta molto bene.Ho montato una Xsara WRC (Catalogna 2001). Bel kit ma roll-bar tutto da inventare e, purtroppo decals ridicole.Le ho dovute sostituire con quelle prodotte da Racing43.
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j'ai des dizaines des kits Provence, MRF et transkits de la première heure et je dois dire je les préfère aux autres marques
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Vroom è un marchio che esiste tutt'ora, creato da Michel Ottenwaelder, che tra l'altro ho rivisto con piacere a Mulhouse la scorsa settimana. Quanto ai kit Provence, la storia del marchio è talmente lunga che in tanti anni di attività hanno cambiato fornitori e metodi di lavoro, oltre ovviamente ai proprietari. La storia della Provence Moulage può dividersi in almeno tre periodi ben distinti, e a volte non è semplice orientarsi nei meandri dei nomi e dei nuovi assetti societari. Proveremo a sbrogliare un po' la matassa con i prossimi episodi che speriamo di pubblicare presto. Oltretutto questo articolo è il primo pubblicato con la nuova configurazione dell'editor di blogger (voi non percepite la differenza all'esterno), dopo che per almeno tre mesi è stato possibile continuare anche con la vecchia. Come spesso accade, quella nuova era piena di bug che sono stati risolti solo in parte e iniziare a capirci qualcosa proprio con un articolo complesso come questo non è stata esattamente una passeggiata. Noterete alcune incoerenze nell'impaginazione e nella dimensione dei caratteri delle didascalie ma non è stato tecnicamente possible far meglio di così. Della serie: quando una cosa funziona ed è semplice, perché non renderla difettosa e più complicata?
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Un saluto a tutti, ben fatto e interessante, quando uscirono i primi kit della PM, io li snobbavo un po', allora il predominio era dei modelli in metallo bianco, poi per i soggetti scelti, dovetti cedere, chi avrebbe mai fatto una Panhard in metallo bianco? In seguito si sono conquistati il successo che hanno avuto.Quando con Umberto C., si andava, a consegnare gli accessori, era un vero spasso, pensate girellando per il capannone, scorsi una intera stanza, con scaffali, ricolmi di riviste, di automobilismo sportivo, ci sarebbe stato da passarci un mese a sfogliarli tutti, è questo che manca ai produttori odierni, la cultura automobilistica, ora vanno su google, vedono auto restaurate e tombola, cadono nell'errore. Xavier gran signore, ci offriva il pranzo da \”Buffalo\”, pranzo che poi gli restituivo acquistando una montagna di decals, bei tempi ragazzi, altro che lo schifo che ci tocca oggi.Dimenticavo facendo un ricerca su baibai non si trova gran che di PM tranne che quello che non interessa nessuno, chi li ha in casa se li tiene ben stretti, e questo la dice lunga.Madyero
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Grazie Pier Luigi. David nel suo spazio ci offre un'opportunità unica, quella di raccontare tempi che ben difficilmente potremo rivivere. Verranno altre occasioni ma quelle, saranno irripetibili. Averle vissute allora non sarà stato esaltante per certuni ma hanno costituito un'esperienza fondamentale per poter crescere. Raccontare storie come queste è per me un vero piacere, avere ripreso vecchie abitudini mi fa risentire più giovane e rivivere quegli anni fa bene al cuore. Per questo ringrazio di nuovo David che mi ha concesso un ampio ed ospitale spazio entro il suo Blog. Insieme, almeno lo spero, vi racconteremo altre vicende che siamo certi vi appassioneranno, sarà come ritrovarsi tra vecchi amici e narrare fatti ed episodi oramai persi nel tempo.
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Un saluto a tutti,ho, da poco, completato il montaggio di un kit di Provance Moulage, la Rover BRM Le Mans 63 e, devo dire, che il risultato finale mi ha molto soddisfatto. Certo, il kit iniziale e' molto basico e, in alcuni particolari come il volante, completamente errati.Ma le forme della vettura sono state ben catturate e qualche particolare (come lo specchietto retrovisore) totalmente omesso.Le indicazioni delle colorazioni sono molto generiche e poco attendibili.Nel complesso, con un po' di olio di gomito, e' possibile ottenere un gran bel modello.Saluti,Giovanni La Rosagiovanni@fratelli-larosa.com
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Sono kit degli anni ottanta e novanta e all'epoca lo standard era quello. A ciò si aggiunga che alcune componenti, come appunto i volanti o addirittura le gomme, erano standard per la quasi totalità della produzione, per ragioni di economie di scala. Malgrado ciò, molti kit Provence Moulage restano ancora oggi la referenza per determinati soggetti, nonostante siano passati così tanti anni dalla loro commercializzazione.
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Bello. Mi sono gustato, a suo tempo, gli articoli su MRF e Record. Mi manca Vroom, marchio la cui storia, tra l'altro, mi incuriosisce parecchio non sapendolo collocare minimamente nel tempo. Ho solo un loro kit, una Bizzarrini (Con luci di coda sbagliate, perché sono doppie come sulla ISO Grifo) che farò in versione Targa Florio. È un bel kit. Mi cercherò l'articolo su Vroom.Venendo a Provence Moulage, me ne sono tenuto alla larga per molto tempo, intimorito dalla scarsa qualità delle decals. Poi ho scoperto che molti dei kit più vecchi hanno delle ottime Cartograph. E allora giù! Si è aperto un mondo. A memoria ricordo di avere: Aston Martin DB4 Zagato del Rally des Routes du Nord, Jaguar MK VII del Monte '58, Alpine Monte '71 e Monte '76 (\”Gitanes\” Ragontti), Alpine Tour de France '63, e, fra le più rare, l'Alpine 16 soupapes '75 (Quella tutta gialla di Saby con un alettone posteriore mostruoso) e la Visa 1000 Pistes '83 (Quest'ultima con delle modifiche incomprensibili fatte dal precedente proprietario agli sportelli posteriori).Da poco ho ricevuto una splendida Ligier JS2 del Tour Auto '74, kit più recente: davvero finissimo.Ho anche qualche auto più moderna: una Lancer RAC '93, davvero bruttina e con decal pessime, una Corolla WRC notevole ma con decals anche in questo caso pessime, e una Lancer WRC '04 che si presenta molto bene.Ho montato una Xsara WRC (Catalogna 2001). Bel kit ma roll-bar tutto da inventare e, purtroppo decals ridicole.Le ho dovute sostituire con quelle prodotte da Racing43.
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Grazie Pier Luigi. David nel suo spazio ci offre un'opportunità unica, quella di raccontare tempi che ben difficilmente potremo rivivere. Verranno altre occasioni ma quelle, saranno irripetibili. Averle vissute allora non sarà stato esaltante per certuni ma hanno costituito un'esperienza fondamentale per poter crescere. Raccontare storie come queste è per me un vero piacere, avere ripreso vecchie abitudini mi fa risentire più giovane e rivivere quegli anni fa bene al cuore. Per questo ringrazio di nuovo David che mi ha concesso un ampio ed ospitale spazio entro il suo Blog. Insieme, almeno lo spero, vi racconteremo altre vicende che siamo certi vi appassioneranno, sarà come ritrovarsi tra vecchi amici e narrare fatti ed episodi oramai persi nel tempo.
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