In un periodo in cui AutoModélisme si è assestato su un livello di qualità decisamente mediocre, una rivista come Minauto mag’ può costituire una valida alternativa. Certo, si tratta di due prodotti piuttosto diversi: il primo dovrebbe, almeno in teoria, dedicare maggiore spazio agli artigiani, ai produttori minori e a tutto ciò che si allontani dal cosiddetto mainstream; il secondo è dichiaratamente un house organ, ma questo non gli impedisce di affrontare argomenti non correlati in modo diretto con gli interessi di Tacot. Minauto mag’ non pubblica articoli di approfondimento né visite ai fabbricanti ma presenta recensioni molto ben scritte, oneste e documentate. E se pensate che nel 2022 una rivista cartacea debba proporre le uscite dettagliate delle novità, Minauto mag’ fa per voi: la testata è in parte un catalogo e quindi fa il proprio dovere. Si potrebbe dire che di riviste che riportano con sistematicità le novità ne basta una quando non ne è d’avanzo, per citare don Lisander. Ah, leggete, se vi capita, l’editoriale di Pierre Wattebled sull’importanza degli incontri di persona, una bella ventata d’aria fresca in quest’epoca di restoacasisti convinti.



