Porsche, Penske, Oreca e il lavoro sporco

La classe LMDh sembra godere del favore dei costruttori in procinto di puntare alle grandi classiche dell’endurance: se Toyota, Glickenhaus, Peugeot e Ferrari hanno puntato sul regolamento LMH, BMW, Acura, Alpine, Cadillac, Porsche e recentissimamente anche Lamborghini hanno preso la strada LMDh, che permetterà loro di correre negli Stati Uniti. La BMW, ad esempio, ha deliberato un programma esclusivo per l’IMSA, con debutto nel 2023.

Ma in questa rosa di costruttori uno dei nomi maggiormente attesi è senz’altro Porsche, che ritorna nelle classi regine dell’endurance dopo il ritiro a fine 2017, un ritiro anticipato rispetto a quanto annunciato, che aveva fatto irritare non poco l’ACO. La nuova vettura, che per il momento non ha ancora una sigla ben precisa, ha già mosso i suoi primi passi a Weissach e poi a Barcellona a inizio 2022. Dei dettagli si sa ancora poco: lo chassis è sviluppato in collaborazione con la canadese Multimatic Motorspors mentre il motore potrebbe derivare dal V8 4 litri a iniezione diretta biturbo montato sulla Panamera e sulla Cayenne.

In realtà è probabile che la linea risalga direttamente al V8 da 3,4 che equipaggiava la RS Spyder di classe LMP2, che partecipò alla American Le Mans Series ottenendo anche una vittoria assoluta alla 12 Ore di Sebring nel marzo del 2008. Questa unità costituì la base per il motore da 4,6 litri che equipaggiò la 919 Hybrid fra il 2014 e il 2015.

A proposito dei piloti, qualcosa è già trapelato e ce lo rivela la partecipazione del team Penske, che gestirà il programma LMDh dal 2023, nel FIA-WEC 2022: sì, perché la Oreca-Gibson 07 di classe LMP2 portata in pista dal team americano è da considerarsi una sorta di test collettivo per prendere contatto col campionato mondiale. La Oreca-Gibson 07 di Penske ha fatto il proprio esordio alla 1000 Miglia di Sebring lo scorso marzo.

Due dei piloti Oreca-Penske, Felipe Nasr e Dane Cameron faranno sicuramente parte del programma Porsche LMDh. Cameron è una vecchia conoscenza del team Penske: lo ricordiamo al volante della Acura DPi in IMSA dal 2018 al 2020, mentre Nasr era uno dei suoi avversari, con la Cadillac dell’Action Express Racing. Cameron e Nasr hanno vinto il titolo IMSA rispettivamente nel 2019 e nel 2021.

Quanto agli altri piloti, è probabile che saranno un misto di vecchie conoscenze e piloti emergenti. Si fa il nome di Makowiecki, che a Le Mans 2015 doveva fare equipaggio con Nico Hülkenberg e Nick Tandy sulla 919 che poi avrebbe vinto; Earl Bamber lo sostituì all’ultimo momento. Anche Kevin Estre dovrebbe rientrare nel novero dei prescelti.

Nel frattempo il team Penske, guidato da Jonathan Diuguid, sta accumulando esperienza nel WEC. A dar man forte a Nasr e Cameron vi è Emmanuel Collard, altro pilota ex-Porsche, che col suo statuto “silver” completa l’equipaggio del team americano: il regolamento sportivo del WEC prevede infatti che a due piloti dalla status professionistico (“platinum” o “gold”) si affianchi necessariamente un “silver”: Collard, che ha ormai superato i cinquant’anni di età, può correre come “silver”. Il team Penske ha preferito un pilota navigato come Collard piuttosto che un giovane con poca esperienza.

L’Oreca 07 americana viene curata in una struttura basata a Mannheim, vicino a un concessionario Porsche del gruppo Penske. Quello sarà il cervello operativo dell’operazione LMDh in Europa, mentre negli Stati Uniti il programma IMSA sarà gestito dal quartier generale di Mooresville, North Carolina.

Insomma, la Porsche non sta con le mani in mano e ciò che si cela dietro un apparentemente anonimo programma sportivo in LMP2 è da seguire già da ora con attenzione. Tutto questo non vi ricorda la Lola B2K/10 del Taurus Sport Racing che nel 2004, col sostegno di Caterpillar, montò un motore turbodiesel derivato da quello della Volkswagen Touareg? Molti dissero che la Taurus stava accingendosi a fare il “lavoro sporco” in vista di un programma ufficiale Audi col motore turbodiesel. Non avevano forse tutti i torti…

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