La Citroën BX compie quarant’anni

Nel 1982 la Citroën associò il proprio nome alla Tour Eiffel, ancora una volta dopo il decennio 1924-1934, periodo in cui il logo aveva campeggiato sulla grande struttura parigina: possiamo immaginare la sorpresa della popolazione che il 16 settembre si trovava ferma nel traffico sul lungosenna o dei turisti sul Trocadero nel vedere, appesa al primo piano della Torre, un’enorme cassa di legno che molto lentamente scendeva verso terra.

Sabato 25 settembre 1982 la cassa toccò finalmente terra, tutt’intorno i giornalisti della stampa specializzata e Jacques Lombard, all’epoca Direttore generale di Citroën. Il lancio di una bottiglia di champagne determinò l’apertura della cassa da cui uscì la BX rossa fiammante, la prima di una nuova generazione di berline.

La nuova vettura era stata annunciata già mesi prima, anche se mantenere il segreto su un veicolo così innovativo si era rivelato impossibile. La prima novità era nel progetto stesso: il design era frutto della collaborazione tra il centro stile Citroën di Vélizy e lo stilista italiano Nuccio Bertone.

La volontà della direzione della marca di rinnovare profondamente il proprio stile, aveva portato ad una gara internazionale vinta proprio da Bertone, con un progetto che richiamava, nel frontale, le linee della GS Camargue (concept-car presentata nel ‘72) mentre nell’architettura generale si ispirava ad un altro prototipo di Bertone di quegli anni, la Tundra, entrambi frutto della matita di Marcello Gandini.

In un mondo Citroën fatto di berline dalle linee dolci ed affusolate, quali erano quelle di CX e di GS che la nuova nata avrebbe dovuto rimpiazzare, BX era decisamente originale, frutto della giunzione di rette che si incrociavano a spigolo, generando una sagoma assolutamente innovativa.

La BX fu presentata con tre propulsori a benzina: due da 1360cc, declinati con due livelli di potenza (BX e BX14) ed uno da 1590cc (BX16) capace di novanta cavalli di potenza. Numerosi anche i livelli di finizione disponibili, fino alle lussuose versioni TRS. Nel giro di tre anni, la famiglia si allargò ancora, con l’arrivo di motori Diesel da 1900cc (BX19D) e 1900 a benzina (BX19), infine arrivò, nel 1985, la versione Break, anch’essa disponibile con varie motorizzazioni a benzina e Diesel.

Il successo della BX fu immediato ed internazionale: la sua linea innovativa, i motori modernissimi e performanti, le doti di tenuta di strada e comfort garantite dalla sospensione idropneumatica ne fecero un assoluto best seller. Al successo contribuirono, parimenti, le versioni più semplici, come la BX11, nata appositamente per il mercato italiano, equipaggiata con un motore da poco più di un litro di cilindrata che però non rinunciava al comfort dell’idropneumatica ed alla sicurezza dei quattro freni a disco servoassistiti e la BX19 GTi 16 Valvole che con oltre 160 cavalli di potenza raggiungeva i 220km/h o le berline e Break 4×4, capaci di affrontare qualsiasi terreno.

In undici anni tra 1982 ed il 1993, furono prodotti oltre 2.135.000 esemplari, senza contare le versioni commerciali derivate, come la BX Entreprise, prodotta ancora per un anno dopo l’arrivo di Xantia, che dal ‘93 sostituì la BX nella gamma Citroën

In occasione del quarantennale, gli esperti de L’Aventure Citroën hanno invitato tutti gli appassionati a riscoprire la BX sabato 24 settembre al Conservatoire Citroën di Aulnay-sous-Bois (in basso, il logo ufficiale dell’anniversario).

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