La 908/3 di Porsche Story e la 917/10 di Solido

testo e foto di Riccardo Fontana

La Porsche 908/03 Turbo di Porsche Story, che si può anche incontrare con marchio “Ph. Story” ma è sempre lei, è un vero e propria mito della scala 1:43: uscì nel 1979 e fu l’opera di esordio di Phil Roche, che fu poi uno degli animatori di Starter assieme a Calligaro, e venne realizzata in un numero di esemplari non facilmente quantificabile ma comunque assai ridotto, che la rese pressoché da subito molto difficile da reperire. I modelli che oggi si possono incontrare sono quasi tutti dei factory built, ma non è impossibile trovare anche dei kit montati, con alterni risultati.

Resta comunque un modello eccezionale, stranamente mai ripreso nella produzione Starter “canonica”, ed ancora più stranamente, perché comunque il modello è abbastanza importante, passato sotto silenzio anche da tutti gli altri produttori che si sono susseguiti negli anni, se escludiamo il kit MA Collection, che era quello che i francesi chiamerebbero un “surmoulage” del Porsche Story, di qualità però minore. Io, da buon giovincello, ho scoperto l’esistenza di questo modello favoloso leggendo la monografia di Starter sul fu blog Grandiepiccoleauto (https://pitlaneitalia.com/2013/01/08/starter-partenza-lanciata-la-storia-del-marchio-con-le-scatole-a-scacchi-parte-i/). Rifece la sua comparsa, sempre sul blog, in un primo articolo a lui dedicato (https://pitlaneitalia.com/2019/04/06/la-macchina-del-tempo-porsche-story-e-la-908-3-martini/) e la sua storia mi incuriosì sempre di più, ma non avrei mai creduto, viste le premesse, di potermelo trovare dinnanzi e di poterlo addirittura acquistare, cosa che invece è successa all’inizio di quest’estate: stavo cambiando lavoro, avevo tempo libero, e una bella mattina stavo bazzicando un noto negozio di Milano, il cui proprietario aveva appena ritirato una grossa collezione di speciali.

C’era dentro di tutto, letteralmente di tutto, montaggi di livello assoluto e factory built di livello ancora più altisonante, roba da museo del modello artigianale: casse e casse di Starter, Provence Moulage, anche AMR, DVA, Madyero, e… E ad un certo punto lei. Scrivo a David mandandogli la foto: “È ciò che penso che sia?” “Sì, prendila subito”. E fu così che la Porsche Story venne a casa con me, e divenne uno dei modelli che vado più orgoglioso di avere un collezione. Avendolo, però, sorge automatico il desiderio di analizzarlo, per capirne la genesi, le sinapsi di chi l’ha fatto, anche un po’ il profumo del modellismo e della Provenza dei tardi anni ’70. Cosa traspare “studiandola”? Premessa: studiarla va benissimo, ma con molta cautela, perché è conservata in maniera spaziale, però è fragilissima, e muoverla dalla sua teca mi trova sempre molto restio (infatti le foto del fondino le feci ad acquisto appena effettuato, non abbiatemene ma non la scollerò più da dove si trova), ma acquisita questa doverosa premessa non resta che dire che la derivazione dalla Porsche 917/10 Can Am della Solido è lampante: è stata certamente molto e molto bene rimaneggiata, ma la base è lei, e guardando i fondini la parentela si fa ineluttabile.

Solido, ancora una volta, si rivela essere stata una formidabile miniera d’oro per moltissimi artigiani, che sfruttando le sue ottime basi hanno potuto semplificarsi il lavoro e ricavarne master di estrema finezza e qualità. Il lavoro di adattamento è stato come detto prepotente, e ciò emerge soprattutto sul muso (completamente diverso tra i due modelli) e sulla copertura superiore del cofano posteriore, nonché sulla meccanica visibile, per ovvie ragioni. Una curiosità riguarda le ruote di questo Porsche Story, che non sono di derivazione Solido, bensì Super Champion (sono le ruote delle 917K ed LH, con i cerchi solo leggermente modificati, mentre il battistrada degli pneumatici è assolutamente identico, vedi foto sotto).

Per il resto, la parola passa alle foto. Il modello, nonostante finiture adeguate agli anni ’70, come l’abitacolo completamente nero opaco e senza cinture, è di un effetto difficile da spiegare, ha una sorta di aura mitologica che si taglia col coltello. È una cerniera ideale tra il tempo dei Solido e quello dei Record e degli Starter, coi migliori pregi degli uni e degli altri, e solo per questo andrebbe collezionato (oltre al fatto che sia de facto un inedito, perché neanche Spark ha mai ritenuto di metterlo in cantiere). Il livello di fedeltà e di accuratezza che certi artigiani francesi si permettevano già quasi quarantacinque anni fa, comunque, era quantomeno notevole.

8 pensieri riguardo “La 908/3 di Porsche Story e la 917/10 di Solido

  1. Bel colpo!
    Una nota sulla rossa 917-10. Mi ci vollero anni per scoprire che riproduceva la vettura di Wilson Fittipaldi che si ritirò nella gara di Hockenheim del Campionato Interserie del 1973. Peccato che la parte inferiore della carrozzeria fosse del solito colore argenteo, non rossa. Almeno, così è nell’ unica foto che ho. Strano che Solido non abbia colto il dettaglio, che non è certo diverso dalle altre versioni. Fu anche proposta in versione kit.

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  2. Rileggendo mi sono reso conto che quello che ho scritto, corretto nelle intenzioni, da adito ad una interpretazione errata, scusate! Non fu proposta in kit questa specifica 917 Uniroyal, ma la 917-10 in altre tre versioni.

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  3. Esatto Marco.
    L’ho trovata la Uniroyal, ovviamente senza scatola, e l’ho presa perché è merce abbastanza rara, e io sulle Solido da corsa non transigo, da sempre.
    Avendo due pezzi abbastanza d’eccezione, mi è sembrato più bello fotografare la rossa accanto alla Porsche Story, piuttosto che tirare fuori la solita L&M di George Follmer trita e ritrita, anche solo per fare vedere un modello insolito a chi segue PLIT.

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  4. La cosa buffa in un certo senso, è che sia la L&M che la Bosch hanno le parti basse dei colori giusti, quindi la Uniroyal è ancora più inspiegabile.
    Uno dei tanti gustosissimi misteri di casa Solido.

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  5. La 917/10 sarebbe un altro nell’argomento, tirandoci dentro anche la seconda Guide Solido, con le istruzioni per elaborarla in quella di fine ’71, col muso più simile alla Bicicletta.

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