di David Tarallo
Da giornalista ricevo decine di comunicati stampa al giorno. I più interessanti finiscono anche su PLIT, a integrare quel bagaglio di notizie, magari non clamorose ma sempre utili, che danno una certa sostanza a un sito. Organizzatori, sponsor, produttori, scuderie, piloti, fornitori di servizi – citati in ordine sparso – con i loro aggiornamenti costituiscono un caleidoscopio di varia umanità. Oddio, varia: insomma. Ultimamente almeno gli organi più ufficiali (escluderei l’ACO per alcune ragioni che non sto a riassumere in questa sede) martellano con la bazza dell’elettrico, che si è aggiunta al condizionamento commerciale che almeno da cinque-sei anni a questa parte ha dato la stura a orripilanti produzioni di SUV dall’aspetto sempre più triste, anonimo e aggressivo.

Quando sul mercato ci saranno solo SUV elettrici mi comprerò un cavallo. Anzi no, andrò a piedi perché al cavallo va dato da mangiare. Ma mi sta anche bene che la schiera degli automobilisti ignoranti si compri quello che le case hanno deciso a tavolino di propinargli con la scusa che lo vuole il mercato (versione marketing del “ce lo chiede l’Europa”). In fondo i cavoli sono loro e i soldi pure. Ma una roba come quella che mi è arrivata da Alfa Romeo ieri mattina no. No, no e no. “Alfa Romeo Tonale Plug-in regina del Rallye Monte Carlo Historique 2023”. Regina? Regina di che? Cosa c’entra un cocomero con le ruote con le vetture partecipanti al Monte storico? Vorrei una risposta razionale e possibilmente documentata. Neanche il tempo di riprendersi da questa scempiaggine che ti arriva il comunicato del loro padrone, la Peugeot.

Dal 2030 la gamma europea sarà composta interamente da aspirapolveri. Ovviamente quella europea. Non quella indiana, africana, cinese o americana. Cinque anni prima del fatidico limite imposto al nostro continente. Il che ha anche una sua logica se si pensa che ormai nessun costruttore con un briciolo di senso si metterà a sviluppare una nuova gamma di motori termici sapendo che il loro ciclo di vita non supererà i dieci anni. E’ tutto ciò che è a monte ad essere assurdo e irragionevole. Spero per loro che siano almeno in malafede. E giù il commentino trionfalistico dell’amministratore delegato di Peugeot: “le projet E-LION définira la stratégie de PEUGEOT en tant que marque Electrique qui veillera à rester à l’écoute de la société pour offrir une mobilité qui respecte nos valeurs de marque.” Quali sono i valori del marchio? Notare poi l’onnipresenza delle maiuscole anche a sproposito, soprattutto quando si parla della nuova religione. Elettrico va scritto con la maiuscola perché è il nuovo nume tutelare del pensiero corretto, oltre che unico. Intossicato da tutta questa spazzatura me ne sono uscito di casa sperando in due cose (l’una non esclude l’altra): 1) che sia tutta un’enorme messa in scena; 2) di convertirmi al pensiero unico così da incavolarmi molto meno ogni volta che mi arrivano comunicati di questo genere. Ce ne sarebbe un’altra ma in questo caso tertium non datur: ignorarli. Ma non posso perché capire dove tira il vento è necessario per difendersi.
Mi viene da piangere, in questo frangente non riesco a trovare neanche una briciola, a cui appigliarmi, per fare una battuta.
Ma lo sanno loro che la maggior parte dell’inquinamento atmosferico viene prodotto nel far east?
E che il nostro passaggio all’elettrico, globalmente, non vale un fico secco?
Sicuramente l’aria delle nostre può essere migliorata, ma quanto dipende dalle auto?
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Detto in termini brutali e, tra virgolette, secchi e militaristi: lo sanno benissimo che l’inquinamento e le auto c’entrano un beneamato nulla, solo che loro sono psico-verdi (muffa, nel cervello), e fanno finta di non saperlo.
La Toyota e la GM gli hanno già risposto con un grandioso picche a quelle sole dell’UE, ora sta agli altri.
A tal proposito, apro una parentesi: chi mi assicura che, come hanno preso le bustarelle dal Qatar e dal Marocco, le di cui sopra sole non abbiano preso bustarelle anche da qualche trust legato all’elettrificazione?
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Ben detto Riccardo Fontana, dopo il Qatargate ho avuto lo stesso pensiero, troppa foga e testardaggine messa in questa via considerando tutti i lati oscuri che presenta questa scelta per non pensare male…
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Le sempre verdi massime andreottiane, vero? Per la serie “A pensar male si fa peccato…”
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Potessi, comprerei una Shelby Cobra 427, targa diplomatica, con Holley quadricorpo, marmitte a salame libere e 25mila litri di benzina full leaded, e girerei per il centro di Milano con donuts in ogni piazza, a puro scopo inquinante fino a esaurimento carburante.
Fatta questa battuta petrolhead, medito che è chiaro che la benzina finirà prestoche la scelta elettrica è nel migliore dei casi un tappabuco e non è affatto ecologica. Bustarelle? Non ce n’è bisogno. Pensiero unico? Basta opporsi. La macchina ibrida, il concessionario se la tiene, il cliente sceglie solo un motore benzina e al limite un usato. Tra un po’ secondo me, questi inutili SUV che impestano mezza europa non sapranno dove metterseli (e io un suggerimento ce l’avrei…)
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È davvero l’imposizione del pensiero unico.
Su Grace di questo mese, in copertina una Delta elettrica… Su Grace? La rivista di di chi ama la spussa di benza e il rumore? Bah!
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Premetto che, in campo automobilistico, quello che mi piace di più è scorrazzare su e giù per le Alpi con la mia Delta Integrale.
Detto questo non trovo che l’auto elettrica sia il diavolo, ma non sopporto l’ideologia, soprattutto se relativa a problemi essenzialmente tecnici come questi.
Due esempi, solo apparentemente fuori tema.
Anni fa lessi su di un quotidiano che una Università, non ricordo di quale Paese, ma non era italiana, faceva delle ricerche su come catturare le molecole di CO2 presenti in atmosfera e per ciò chiese finanziamenti pubblici. Gli ambientalisti si opposero perché quel progetto rischiava di perpetuare l’ uso dei fossili! Evidentemente questo era il Male Assoluto, non gli eventuali effetti negativi…
In tempi più recenti il quotidiano La Stampa ha dedicato una intera pagina a ITER, il progetto di centrale nucleare a fissione nel Sud della Francia, a cui collaborano vari Paesi tra cui l’ Italia. Beh…non ho trovato, né nei titoli né nell’articolo, una sola volta il termine nucleare, sostituito da ” l’ energia delle stelle”… evidentemente non si è osato scrivere la parola tabù per eccellenza…
Non so se ci sia o meno una organizzazione che miri al pensiero unico, ma trovo tutto ciò insopportabile e anche ridicolo.
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certamente i costruttori non sono interessati all’elettrico per ecologismo, ma perché hanno capito che possono fare una valanga di soldi. D’altra parte quando mai i costruttori sono stati interessati a ridurre l’inquinamento? Filtri, catalizzatori, EGR non li hanno mai adottati di spontanea volontà, ma solo per ottemperare ad obblighi normativi.
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