Il giorno in cui Leclerc definì la rossa un camion

di Luca Battaglia

E se il 24 Settembre 2023 potesse accadere veramente ciò che accadde il 20 Ottobre 1991, quando Alain Prost (tre volte campione del mondo e reduce da un’annata strepitosa con la rossa nel 1990, ma un’annata altrettanto disastrosa nel 1991) disse testualmente che, durante il gran premio del Giappone, sembrava di guidare un orribile camion? Un affronto che, ricordo, lo portò al licenziamento immediato in favore del giovane Gianni Morbidelli.

E se tutto questo potesse capitare anche al pilota di punta di adesso, Charles Leclerc?

Certo, sono paragoni forti, Leclerc certamente non ha il curriculum del 4 volte campione del mondo francese né tantomeno l’esperienza, però la situazione che si presenta davanti al giovane pilota monegasco mi ricorda molto quella che toccò a Prost nel 1991.

Reduce da un’annata con una vettura stratosferica finalmente all’altezza della concorrenza, un compagno di squadra agguerrito (anche se poi nei fatti Nigel Mansell patì molto la presenza a fianco di un pilota del suo calibro, tantoché poi cambiò scuderia a fine anno, per sua fortuna aggiungerei) che sicuramente lo ha spinto a dare il meglio di sé e in cui ha potuto lottare per il mondiale, pronto per il riscatto con i migliori presagi.

Sì, ma poi che accadde?

Il Professore in una delle tante prestazioni imbarazzanti in quell’annata disastrosa: Imola, 28/04/1991

Nonostante i migliori presagi la vettura del 1991 si rivelò un fallimento totale che non portò mai Prost ad essere competitivo, né tantomeno impensierire il rivale di sempre Senna (ma anche la Williams) e il tutto degenerò fino allo sfogo e al conseguente licenziamento.

La Ferrari dei tempi recenti mi ricorda molto quella di quegli anni che vanno dall’89 al ’91: Veloce anche se inaffidabile, con piloti competitivi e agguerrita, ma anche vittima di una terribile disorganizzazione interna che, quest’anno, si sta cercando di tamponare con Vasseur che in teoria dovrebbe fare ciò che fece Jean Todt rimettendo ordine in un team allo sbando, ma su questo ho seri dubbi, anzi, la mia impressione è che questo repentino cambio abbia generato solo ulteriore confusione, in realtà Jean Todt stesso ci mise svariati anni a trovare una quadra.

Frédéric Vasseur può essere davvero lo Jean Todt di cui la Ferrari ha bisogno?

Ci sono stati anche segnali la scorsa annata di malcontenti di Charles Leclerc che però sono stati ripresi (in modo imbarazzante) da Binotto che ha pensato bene di rimettere in riga il giovane pilota come se fosse uno scolaretto capriccioso, forse il modo peggiore di approcciare a un pilota talentoso e ambizioso come lui.

Questa sarà un’annata critica: o la Ferrari finalmente torna ad essere un team serio e ambizioso con le dovute pretese mondiali o si rischia il collasso, la pazienza di molti è già stata messa a dura prova e se l’anno scorso poteva essere condonato per via dell’acerbità del progetto (e dei piloti) ora non ci sono più scuse, lo sanno sia i dirigenti che i tecnici che i piloti.

Purtroppo dai test le premesse non sono buone. Se è vero che il motore parrebbe aver raggiunto nuovi picchi di potenza e (forse) una piena affidabilità che oggigiorno è indispensabile, d’altro canto non si sono risolti i problemi di guidabilità della macchina, porpoising e consumo gomme, cose che se non possono essere risolte con l’assetto rischiano di compromettere il progetto in partenza come accadde per la Mercedes W13, il che significherebbe partire in salita, mentre la concorrenza partirebbe a fionda.

Con le limitazioni di oggi fra ore in galleria del vento e i nulli test in pista è impensabile recuperare in corsa.

“I see no difference”

Quindi tornando all’incipit, se tutto ciò dovesse accadere, se fosse un fallimento già preannunciato come accadde purtroppo più volte nella storia della casa di Maranello, perché non potrebbe anche ripetersi lo sfogo del campione?

Spero ciò non accada, ma molte cose mi riportano a quell’annata e temo che potrebbe essere l’inizio di un oblio che all’epoca portò a un lustro di prestazioni imbarazzanti e delusioni, fermato solo dalla rivoluzione di Schumacher che portò praticamente mezzo staff della Benetton con sé per risollevare il team.

Per Leclerc invece magari tutto ciò potrebbe portare a un mondiale, purtroppo non in tuta rossa. Dopotutto la passione arriva fino a un certo punto, poi quando è troppo è troppo.

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