Floyd Vanwall Racing Team

testo e foto di David Tarallo

“Perché ci chiamiamo Vanwall? Perché chiamarsi Kolles era parecchio più brutto”. Così Colin Kolles, presidente del Floyd Vanwall Racing Team ha dato a Sebring una spiegazione scientifica del perché il team Vanwall si chiama Vanwall. Piglia e porta a casa. Sia come sia, insieme all’allegra combriccola di Jim Glickenhaus, la squadra austriaca – ma con sede in Germania, costituisce la quintessenza dell’outsider.

Alla 1000 Miglia di Sebring la vettura, denominata Vanwall Vanderwell 680, ha costantemente occupato i bassifondi della classifica, spuntando tempi più che altro degni di una LMP2 di metà schieramento. Poco importa: il team è lì ed essere presenti è già un successo. La vettura, piuttosto convenzionale (e ci mancherebbe altro) è mossa dal V8 Gibson atmosferico da 4,5 litri, accreditato di una potenza di circa 700cv.

Per quanto riguarda i piloti, Kolles ha fatto un colpaccio per lo meno mediatico, ingaggiando Jacques Villeneuve – che lo ricordiamo, ha corso a Le Mans nel 2007 e nel 2008 con Peugeot: nato il 9 aprile del 1971, Jacques non è certo un ragazzino ma ha l’aria di divertirsi parecchio, nella sua tuta di due taglie più grandi. Compagni di equipaggio di Jacques sono il francese Tom Dillmann, classe 1989, e l’argentino Esteban Guerrieri, nato nel 1985 e al suo debutto nel WEC. Il belga Esteban Muth è pilota di riserva.

La squadra di Kolles non è una novità nell’endurance, vantando 32 partecipazioni in gare titolate del FIA-WEC, di cui sei alla 24 Ore di Le Mans (2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020). Ancora prima, quando il FIA-WEC ancora non esisteva, Kolles aveva iscritto due Audi R10 TDI LMP1 nella Le Mans Series 2008 e nella 24 Ore di Le Mans del 2008 e del 2009, combinando però ben poco.

Ora Kolles e compagni ci riprovano, con un nome “ingombrante” che non ha mancato di sollevare discussioni e polemiche (inclusa una causa legale, tuttora in corso, con la britannica Sanderson International Marketing, che rivendica la possessione del marchio) e con una vettura che pur non essendo un fulmine di guerra, ha per lo meno dimostrato di essere sufficientemente robusta. Il team ha programmato un cambiamento di equipaggio dopo Le Mans, dove peraltro non sarà schierata una seconda macchina, come invece era stato inizialmente promesso.

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