di Riccardo Fontana
E così è arrivato il momento: a seguito di tutti i “nuovi” elementi emersi, Felipe Massa ha reso pubblica la sua intenzione di chiedere la revisione del finale del campionato del mondo di Formula Uno 2008.
Sedi e modalità dell’azione verranno decise dai suoi legali, ma il pilota fa sapere di non essere interessato ad un risarcimento economico, quanto solo ed esclusivamente ad un riconoscimento di tipo morale, che non può che coincidere con una riassegnazione del titolo piloti nell’occhio del ciclone, o comunque con una novella coabitazione iridata da condividere con Lewis Hamilton.
Tutto questo a ben donde, oserei dire: le recenti dichiarazioni di Bernie Ecclestone a proposito del controverso finale di stagione 2008, quel “sapevamo (di Singapore, n.d.r.) ma non abbiamo voluto agire per salvare lo sport da uno scandalo senza precedenti, e comunque valeva la regola che le classifiche di campionato non si toccano dopo le premiazioni (come la Coppa FISA Piloti di Munari del 1977 e il Mondiale Piloti di Alen del 1986 dimostrano appieno, n.d.r.)” non poteva che fare intravedere la bufera che ne sarebbe naturalmente scaturita.
E guai se così non fosse stato, perché ci sono cose che non possono assolutamente passare sotto silenzio: benissimo fa Felipe Massa a voler agire come dichiara, e sarebbe un bellissimo segnale che questa faccenda si risolvesse favorevolmente nei suoi confronti, oltreché un inaspettato moto di credibilità da parte di uno “sport”, la Formula Uno, sempre più ridicolo ed inverosimile ad ogni appuntamento iridato.
È passato del tempo, certo, anzi molto tempo: quindici anni non sono certo quisquilie ma, e su questo l’affaire Lance Armstrong e la revoca dei suoi Tour de France possono fare scuola, non dovrebbero rappresentare nulla di insormontabile.
Ora, fin qui tutto parrebbe essere abbastanza chiaro e, tutto considerato, auspicabile, ma c’è un fattore da non sottovalutare assolutamente: Lewis Hamilton.
Hamilton, il campione più trendy dal 2007 ad oggi, da un anno e mezzo va strillando di essere stato “derubato” di un mondiale a fine 2021 (fatto sul quale si potrebbero aprire fior di parentesi che non è il caso di aprire), dovrebbe dunque accettare passivamente la “rapina” di un secondo alloro iridato, seppur macchiato dalla certezza della (altrui) frode sportiva?
Dovrebbe, ma non lo farà, e con lui non lo farà il suo entourage, Mercedes-Benz compresa, che con lui diventò iridata come motorista in quell’ormai lontano 2008.
Però, pensate per un momento a che bella sarebbe una storia del motorsport ridisegnata dalla “giustizia” quella vera: pensate alla Brabham squalificata per la benzina nel 1983 (altra porcheria di un reo-confesso Bernie Ecclestone) e ad Alain Prost che vince così il suo quinto mondiale, perdendolo subito per l’assegnazione di quello 1989 ad Ayrton Senna, e riguadagnandolo immediatamente per l’assegnazione di quello 1990 a se stesso.
Pensate al risultato di Valencia 2015 invalidato ed a Valentino Rossi che si ritrova campione del mondo per la decima volta, o a Schumacher che perde il titolo 1994 (anche su questo potremmo aprire tonnellate di parentesi, come del resto per il mondiale ’89 di Prost di cui sopra, ma anche in questa fattispecie è meglio soprassedere), a Jaroslav Falta campione del mondo motocross classe 250 1974, ad Hans Spaan campione del mondo velocità classe 125 nel 1990… In oltre cento anni di storia, i casi di papabile riesame sono veramente sterminati.
Andrà a buon fine il tentativo di Felipe Massa? L’amore per la giustizia e per lo sport porta inevitabilmente ad augurarsi di sì, ma solo il tempo saprà rivelarci se sì e se sarà il primo tassello di un gigantesco domino oppure se nulla di tutto questo saprà sublimarsi in fatti concreti.
La curiosità di tutti, di certo, non mancherà.
Nella foto di apertura (di David Tarallo), Felipe Massa alle Finali Mondiali Ferrari di Valencia nel 2010.
Posso aprire anche io una piccola parentesi?
Ecco…a volte la verità è talmente, ma talmente brutta da risultare indigesta a tutti.
Perché se è vero che,vda una parte, Massa è stato danneggiato, fino a perdere il titolo, è anche vero, dall’altra parte, che per quel titolo Hamilton ha lottato fino all’ultimo e, di suo, non ha rubato niente.
Purtroppo, come hai sottolineato tu, queste situazioni sono tutte figlie di una federazione non solo incapace, ma, aggiungo io, anche “omertosa”.
Certi retroscena, infatti, erano ben noti, ma la federazione ha preferito guardare altrove.
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