testo e foto di Riccardo Fontana
Di Tiny Cars – celebre negozio milanese ormai da anni sulla cresta dell’onda – si potrebbero dire molte cose, certo però è che chi sappia e voglia avere la pazienza di spulciare negli angoli più nascosti del negozio possa trovare dei modelli estremamente particolari ed interessanti, forse non mainstream, ma comunque assai gustosi.
È il caso, ad esempio, di una recente infornata di Solido elaborate risalenti all’inizio degli anni ’80, quasi tutte ben conservate, veramente in grado di riportare un appassionato ad un’epoca bella – se non addirittura luminosa – per il modellismo: quella dei modelli semplici e relativamente a buon mercato, ma allo stesso tempo fedeli e propedeutici, capaci di permettere ai modellisti di esprimere al meglio la loro passione e la loro manualità.
Di quell’infornata di modelli, ho potuto prendere una Porsche 917/10 transkittata (magnificamente eseguita seppur estremamente difficoltosa nel ritaglio del cofano posteriore in zamak), una meravigliosa Ford Escort RS 1.8 ottenuta mediante un transkit dell’Equipe Tron, relativa al vittorioso Rally di Svezia 1978, una Opel Kadett GTE dell’Acropolis 1978 (una delle tre versioni del kit Solido), una celeberrima Porsche 934 Meccarillos di Le Mans 1977, e una BMW M1 BASF partecipante al DRM, rivisitazione di un Solido 2.
Più un paio di modelli per David, una BMW 528 Gruppo 1 Kinley e una Peugeot 505 Dinin, entrambe Top 43.
Un fattore che personalmente trovo incredibile è lo stato di conservazione – praticamente perfetto – di modelli che, per loro stessa natura, dovrebbero tendere ad un facile deperimento, sospesi come sono a metà tra un die-cast ed un vero e proprio modello speciale, e ciò ad ulteriore riprova del fatto che, davvero, “con i Solido ci fai tutto”, come dice sempre un amico.
Sono modelli che di ingenuo non hanno nulla neppure se guardati con gli occhi di oggi, e che denotano una competenza ed una passione estreme da parte di chi – a suo tempo – le ha così sapientemente elaborate: non so per quale ragione siano arrivate in vendita tutte insieme ed ordinatamente come le ho trovate sul bancone di Enrico, posso fare mille supposizioni, credo che nessuna di queste contempli la loro sostituzione con modelli più recenti da parte del proprietario, ma a questo punto preferisco non dilungarmi pensando a morti ed eredità, godendomi invece questi modelli e la loro storia.
Che si può toccare, e respirare.
Ad ognuno il suo, come si suol dire: a noi dunque questo, e ne siamo fieri.











La 917 è spaziale!
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Vero? Devo confessare che non ricordo più il promotore-produttore del transkit. Se la memoria non mi inganna ricordo anche alcuni transkit con il cofano posteriore in metallo bianco, da non confondere con i transkit GPM prodotti per la 917K di Pilen.
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La 917 è stata salvata a forza da un destino ingloriosissimo: era destinata ad essere vivisezionata per prendere le misure per ricavare un maxi-modello in scala 1:5.
Cosa che si poteva anche benissimo fare con una normale Solido, tanto più che c’era un kit vergine che ha appunto rimpiazzato questa, che è venuta a casa con me.
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Se sei modellista, un minimo dovresti capirle certe cose.
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La capacità di apprezzare certi modelli arriva con l’esperienza e, soprattutto, l’età.
Riccardo riesce sempre a stupirmi per la sensibilità che dimostra verso certi argomenti
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Io ho, tra i primissimi ricordi degli speciali o sedicenti tali della mia vita, l’acquisto di una bellissima Renault 20 4×4 dei Fratelli Marreau vincitrice della Dakar 1982, marchiata Top43.
Pagata 70 mila lire (tanto per dire che a fine anni ’90 costavano ancora tantissimo questi modelli ben eseguiti) all’Automobilia di Parma un sabato di primavera del 1998, per il mio sesto compleanno.
Purtroppo ci giocai con la R20, non molto perché ero già all’epoca uno molto garbato con le macchinine, ma solo maneggiandola decals, roll-bar, snorkel, e calandra se ne andarono ben presto per la tangente.
Ne ho trovata (sempre da Tiny Cars) e comprata un’altra uguale ma intonsa nel tempo, che tengo come una reliquia (in realtà anche la “mia” originale, che le dorme accanto), e ne avrei trovata ancora un’altra (ancora una volta da Tiny Cars) che non ho preso, perché non posso riempirmi di doppioni, ma ho vinto una tentazione notevolissima lasciandola li.
Questa è, forse, la spiegazione psicologica della mia passione per le elaborazioni su base Solido, che è veramente qualcosa di bruciante a dire poco.
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Per l’età quello che rappresentano per te i Solido per me lo rappresentano i classici degli anni ’60, soprattutto i Corgi Toys. Però avete ragione, elaborare un Solido, che fosse un “normale”, un kit, un transkit o altro, era divertente, coinvolgente e appagante. Ne ho modificati molti. Adesso non sono a casa, ma al rientro, se farete i bravi (e anche se non lo farete…) Ve ne propinerò qualcuno, ovviamente se David sarà d’accordo.
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Figurati se non sono d’accordo…
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Buonasera Mauro, grazie, si, posso fare una gallery della 917/10, senza ombra di dubbio.
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Ciao Riccardo, complimenti per la raccolta così ghiotta! Anche a me piace molto la Porsche 917 e Ti chiedo se puoi pubblicare altre foto per chi ne ha una e vuole elaborarla. A parte il cofano posteriore, le altre difficoltà consistono nelle decals AAV e colt (ma magari si ricavano da internet). Un saluto e Ti ringrazio per i tuoi articoli e suggerimenti.
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PS mi sono accorto di non essermi firmato,
Mauro Musso
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