Le novità Solido 1:43 sono tutte piuttosto intriganti. Certo, alcuni modelli valgono tutti i circa venti euro chiesti (anzi, ne valgono di più), altri no. Così, mai come in questi casi, è necessario fare una selezione. La Mercedes AMG W124, soggetto assolutamente interessante che pensavamo di recensire, non la tratteremo, perché alcune cose non ci piacciono a priori, come la stella sul radiatore in plastica. Ciò nondimeno, ci rendiamo conto che le fotoincisioni sono un elemento del tutto assente in questa gamma e quindi, se non si è disposti ad accettare un particolare grossolano che stona anzichenò, è meglio lasciar perdere e passare ad altro. L’Audi Coupé S2 della precedente infornata, ad esempio, era un altro “modello-no” e anche quello l’abbiamo lasciato andare.

Bella invece la Venturi 400GT, commercializzata per ora in giallo con cerchi alluminio (S4313402) e in blu metallizzato con cerchi bianchi (S4313401). Il Gruppo aveva già affrontato il tema Venturi 400 con gli OttOmobile in 1:18: nell’aprile 2011 era uscita una GT blu (OT033), nel gennaio 2013 una Trophy celeste con striscia arancione (OT096) e nell’ottobre 2017 una GT phase-2 rossa (OT663). Fin qui tutto bene. Senonché, la 400 di Solido 1:43, data come GT in catalogo, riporta sulla carrozzeria le scritte… Trophy. Qui, nei limiti del possibile, è necessario fare un po’ di chiarezza. Va innanzitutto distinta la 400GT (tipo TRY611) dalla 400 Trophy (modello CHL611), quest’ultima impiegata dal 1992 al 1995 nel Gentlemen Drivers Trophy organizzato dalla stessa Venturi. Non omologata per un uso stradale, la Trophy venne prodotta in 73 esemplari, col “solito” V6 PRV in versione biturbo da 408 cavalli. La vettura si caratterizzava esteticamente per i fari sotto protezione in plexiglas e tutto l’equipaggiamento agonistico. Alcune di queste auto vennero convertite ad uso stradale direttamente dalla casa, conservando comunque ben riconoscibili i tratti della competizione. Nel giugno del 1994 fu invece presentata la 400GT, versione stradale della Trophy, con la stessa concezione della vettura da corsa ma motore catalizzato e cambio sincronizzato della Renault 25, abitacolo “civilizzato” e carrozzeria adattata all’uso non sportivo. Sparivano le coperture in plexi dei fari, gli specchietti retrovisori erano di nuovo disegno e il cofano posteriore non si apriva più in monoblocco, ma separato dal bagagliaio. Quasi tutti gli esemplari ricevettero dei cerchi OZ in magnesio a cinque razze. Della 400GT vennero prodotte appena quindici unità, di cui solo due “phase-2”, con cofano anteriore e alettone dalle linee più morbide, tripli fari posteriori, nuovo volante e così via. Ciò che certo è che Solido ha riprodotto una 400GT phase-1, ma perché aggiungere di fianco e dietro le scritte “Trophy”? Forse perché alcuni proprietari di GT stradali aggiunsero questi sticker per vezzo? Boh. Oltretutto nel modello è stato montato un rollbar integrale, utile per quando vi cade il modello mentre ci state giocando sul tavolo della cucina.



Venendo alle qualità del modello, è da salutare l’arrivo di una Venturi in una gamma di tutt’altro che esclusiva, quando normalmente del marchio si erano occupati finora solo artigiani o realtà semi-artigianali, fatta eccezione per Spark, nel cui immane catalogo compare anche una 400GT stradale gialla. Evidentemente il nome Venturi è ancora presente nella memoria degli appassionati – soprattutto in Francia – e Solido non esaurirà qua il filone.
La miniatura è ben verniciata (nei limiti del possibile), piuttosto ben assemblata ed è sicuramente uno dei Solido 1:43 da non lasciarsi sfuggire. A distanza, sembra un vecchio Provence Moulage montato. Ora che ricordo, Provence Moulage la 400 GT la fece, tra l’altro scrivendo “Ven.” sull’etichetta della scatolina blu, con tutta probabilità per non incorrere nelle fameliche pretese di uno dei tanti marchi che iniziavano a pensare di aver scoperto l’America.




Belli i cerchi OZ, particolarmente d’effetto sulla versione blu. Per la recensione abbiamo scelto la gialla solo per il fatto che in foto i vari dettagli risaltano molto meglio. Fra i difetti più notevoli vi è l’assenza della riproduzione dei fari nelle nicchie: dimenticanza o impossibilità di trovare una soluzione tecnica compatibile con la fascia di prezzo? I sostegni dello spoiler posteriore mostrano qualche imperfezione, più evidente sul modello giallo. Ottimi i vetri, seppur nella solita plastica un po’ grossotta, mentre gli interni, per quanto ci riguarda, potrebbero anche non esistere da quanto sono neri. Per il resto, dettagli più che decenti (tergi, tampografie varie, dischi freno in vista), assetto “giusto” e presentazione generale corretta.
Ricordate lo slogan delle buste Ikea? Vi piace la busta gialla? Compratevi la blu! Idem per la Venturi di Solido.

Buonasera ( buongiorno). Domanda: all’ interno della scalfatura che arriva al parafango posteriore non dovrebbe esserci una presa d’ aria? Se si, come penso, magari una semplice tampografia avrebbe risolto il problema…
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Sì, stranamente non hanno messo nulla. Penso sia una dimenticanza.
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