Si svolge in questo weekend nel dipartimento francese dell’Allier una nuova manifestazione, chiamata Belles anciennes en Bourbonnais e organizzata da EBAVA Cusset e Les Pistons d’Or Paray-sous-Briaille. Nel parco del castello di Broût-Vernet si sono dati appuntamento ieri mattina veicoli d’epoca di ogni tipo: auto, camion, mezzi militari, autobus e trattori agricoli. L’evento si concluderà questo pomeriggio con un concorso di eleganza.
Fra i pezzi più interessanti, un bus parigino del 1932, un camion Citroën trasporto botti e una Martini di Formula Renault, giusto per rendere un’idea dell’eterogeneità dei veicoli partecipanti.
Presenti anche alcuni stand di memorabilia, pezzi di ricambio e modelli. In Francia è possibile trovare cose interessanti anche in manifestazioni tutto sommato di seconda o terza fascia come questa: buona era l’offerta di documentazione ufficiale Renault, Talbot e Peugeot anni settanta-inizi anni ottanta, con prezzi abbordabilissimi e comunque molto lontani da quello che viene chiesto in Italia. Come modellismo, senza pretendere la luna, qualche pezzo dignitosissimo spuntava dalle cassette.
Al di là di tutto, l’importante è che la cultura dell’auto continui a vivere e ad essere promossa, cosa a volte tutt’altro che scontata ora che molti partiti politici e mass-media schierati sempre dalla stessa parte tendono a colpevolizzare non solo la possessione di un veicolo d’epoca ma anche tutto ciò che attiene alla sua importanza storica. Del resto manifestazioni come Rétromobile, Epoqu’Auto o Auto e Moto d’Epoca attirano decine di migliaia di visitatori, e non certo tutti vecchi bacucchi, per forse l’autostorica ha un futuro. Conservare, restaurare e utilizzare un’auto del passato è abbracciare una mentalità diversa dall’arido consumismo odierno per ridonare agli oggetti un significato. Al raduno di questi due giorni un signore ha portato la sua Renault 4CV nera: “L’hanno comprata i miei genitori nel 1950”, mi ha raccontato. “Sul sedile del passeggero mia mamma, incinta di me, è stata accompagnata all’ospedale per partorire. Con questa macchina ci ho preso la patente e tornato dal servizio militare l’ho guidata ancora per qualche anno. E’ stata poi messa in garage dov’è rimasta a lungo, finché ho deciso di restaurarla”. Un oggetto, certo. Ma un oggetto che può diventare parte di una vita.















































Questi sono i posti che sanno proprio di glocal a livelli indicibili, così si fa.
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