BMW 320iS E30: un motore con qualcosa intorno

testo e foto di Roberto D’Ilario

L’ignoranza anni ’80 era facilmente realizzabile: bastava prendere il corpo di una tranquilla berlina di produzione, incastrarci dentro un motore più potente, montare spoiler codolini cerchi larghi, qualche scritta tipo 16v o Turbo e il pilota della domenica era pronto a fare lo sbruffone al bar sotto casa.

Qui no, qui si faceva sul serio: prendi la M3 nata per le corse, togli i parafangoni, riduci la cilindrata da 2.3 a 2.0 per aggirare l’IVA al 38% imposta da politici illuminati e fai felici gli Italiani e i Portoghesi.

Il qualcosa intorno è composto dalle lamiere della E30 di serie più il pacchetto M-Technic con muso e alettone tamarro q.b., quattro BBS da 14 o 15” con tipico camber negativo, volante a tre razze, cambio Getrag “dog-leg” ad innesti rovesciati e basta. Solo un occhio allenato potrebbe distinguerla da una normale 320.

Il centro dell’universo è il motore S14/B20 M-Power da 1990cc di nobili origini, ottenuto accorciando la corsa del 2.3 e portando il limitatore a 7.000 giri. Settemilagirisettemila. Senza V-Tech, senza turbo e senza inganni.

Prodotti 1.405 pezzi della serie AC a quattro porte e 2542 esemplari serie AK a due porte, molte delle quali usate e distrutte sulle piste, rally e salite, altre pasticciate dai preparatori improvvisati. Auto rara già di per sé, trovarne una in condizioni umane è ancora più difficile.

Impugni il volante scarno ed essenziale, inserisci la prima in basso e ti senti teppista in automatico, pronto ad aggredire la strada con il sangue agli occhi e i canini scoperti. Mr. Hyde ci fa un baffo.

Assetto basso e rigido, sterzo immediato e quel motore che chiede solo di cantare a squarciagola rombando come un aereo. Guidi senza filtri, senza intermediari elettronici che comandano sempre loro, buttando ogni tanto un occhio sulle lancette solo per controllare se sei al limitatore, senza luci psichedeliche o effetti fantasmagorici; nessun bip fastidioso, nessuna modalità da selezionare, nessun parametro da settare, nessun controllo. Flat-out sempre. Emozione analogica pura.

Solo tu, occhi, fondoschiena, mani e piedi che si muovono a ritmo di punta-tacco e controsterzo. Senti le gomme e le buche, il differenziale che si lamenta disperato, l’aspirazione che ingurgita aria a più non posso, il clock secco del cambio, il motore che sembra esplodere e poi più nulla. Tutto intorno scompare. Lei ti spinge ma ti avvisa, salta e scoda, mai troppa confidenza dopotutto è una bestia corsaiola da domare.  È da libidine oggi, figuriamoci 35 anni fa.

Beve come un petroliera.

Nulla di superfluo, solo l’essenziale. L’essenza della guida per chi sa apprezzare, l’apoteosi dell’inutilità per chi viaggia su elettrodomestici comodi e impersonali. Non sanno cosa si perdono. Assurdo, bisogna tornare indietro di decenni per riassaporare il piacere della guida, alla faccia del progresso.

La KK Scale ha pensato bene di riproporla in 1/18 nei colori rosso bianco e grigio metallizzato con la denominazione “BMW 320iS E30 Italo M3” al prezzo di €75 circa. Presentazione con scatola trasparente e basetta con struttura perimetrale in plastica. La linea è corretta, verniciatura abbastanza profonda con una grana metallica fine, modanature stampate sulla scocca, specchi giusti e riflettenti, vetratura trasparente, tergi in plastica proporzionati, lunotto termico presente così come il doppio scarico. Fanali in plastica trasparente, gli anteriori e i fendinebbia con un pronunciato effetto lampadina inside, i posteriori con i giusti colori e ripartizioni ma troppo estesi in orizzontale. Niente fotoincisioni, serrature solo dipinte con maniglie riportate, alloggiamento dell’antenna, loghi in decal e nel portatarga la scritta 320is E30.

Il sottoscocca è sorprendente (per il target) con riproduzione del cambio e tutta la linea di scarico, bracci oscillanti, differenziale semiassi e alloggiamento ruota di scorta.

Qualche difetto lo troviamo: scudetto sul muso squadrato, alettone con una corda troppo ampia e bordo con andamento troppo secco e tagliato. Non convincono i cerchi piatti e le gomme grosse con spalla alta che alzano troppo l’assetto oltretutto senza camber e cabrato in avanti. Però le ruote sono sterzanti…almeno un po’, con il meccanismo collegato al volante. Ohi, il volante è la cosa che più salta all’occhio perché è un quattro razze anziché il bel tre razze M-Technic con la finitura colorata sulla razza verticale. Peccato!

Gli interni sono tristemente grigi ma con tutto a posto, plancia cambio specchio retrovisore e braccioli compresi.

Parere personale, a quel prezzo ci possiamo accontentare e con un po’ di pazienza si può rimediare agli errori, magari dipingendo gli interni in pelle Kardinalrot e sostituendo volante e gomme per poter continuare a sognare il ruggito del suo quattro cilindri feroce e leggendario.

6 pensieri riguardo “BMW 320iS E30: un motore con qualcosa intorno

      1. Con l’assetto sbagliato va a farsi benedire tutta l’aggressività espressa da quella vera.
        Il cino-dozzinale ormai lo conosciamo bene, il prezzo è invitante ma con poca attenzione in più potevano fare un bel lavoro. Peccato davvero.

        Robix

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  1. Faccio un commento che potrebbe sembrare malevolo verso chi l’ha fatto (Robix) ma che, mi si creda, non lo è affatto, anzi: tutto bello, ma 75€ per un die-cast cinese in scala 1:18 sarebbe un “prezzo invitante”?
    Scusate, ma stiamo parlando delle stesse 150 mila lire che intendo io o mi sbaglio? Questa è roba del livello di un Maisto o di uno Yat Ming di inizio anni 2000 (che se li pagavate 40 mila lire eravate già scontenti), è almeno il doppio più cara delle Colonne d’Ercole della decenza questa BMW, altroché invitante.
    Io mi ricordo quando, a Natale del 2001, mi arrivò la 312 T4 della Exoto, che costava appena meno di 350 mila lire, ed era non di fascia altissima, di più, peggio quasi di un Amalgam dei giorni nostri.
    Il problema è nostro, che ci siamo abituati a pagare gli equivalenti moderni dei Minichamps che costavano 50 mila lire 180 mila lire (idee su a chi mi riferisca? Spark, ovviamente, perché quelli sono i novelli Minichamps, non dei kit montati), e dei Maisto da due lire 100 e più euro.
    Invitanti come 1:18 die-cast cinesi forse – ed è già grossa – possono esserci i Solido che nei posti giusti si prendono a 39,90€, ma sempre di dubbie cinesate si parla.
    O meglio, è il presunto “premium” cinese che è una barzelletta, e qui mi sa che sarebbe ora di ricordarselo ed agire di conseguenza

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