Focus su: Porsche 911 (964) Carrera RS 3.6 1992 di Solido

Tra le novità della seconda parte del 2023 di Solido spicca una versione molto speciale della Porsche 911 serie 964, la Carrera RS. Solido dimostra di voler ripercorrere in modo abbastanza completo la storia della 911, spaziando da un decennio all’altro e la scelta della 964 Carrera RS è da salutare con favore, trattandosi di una vettura ormai leggendaria, forse non quanto la Carrera RS 2.7 ma certamente abbastanza particolare da aver lasciato un segno profondo nella storia della Porsche.

Per chi non abbia presente questo modello, vediamo di riassumerne molto brevemente le vicende. Quasi vent’anni dopo la Carrera RS 2.7, Porsche decise di rispolverare la sigla RS con una versione “estrema” della 964. Presentata al Salone di Parigi nell’ottobre del 1990, venne prodotta a partire dal luglio dell’anno successivo. Se esteriormente la Carrera RS poteva assomigliare (magari anche troppo) a una normale Carrera 2, in realtà i contenuti erano ben diversi: la RS si poneva infatti a metà strada fra le versioni base e le vetture prodotte per la Cup. Motore e telaio erano stati interamente rivisti per un utilizzo sportivo, considerato anche che la Carrera RS doveva essere il modello di omologazione per la N/GT. In configurazione Carrera RS il 6 cilindri da 3,6 litri dava 260 cavalli a 6100 giri; la trasmissione era manuale a 5 rapporti. Contrariamente a quanto era accaduto con la Carrera RS 2.7, la versione base – la più diffusa – fu direttamente quella alleggerita e priva di ogni comfort superfluo (anzi, di ogni comfort e basta). La versione Touring, molto rara, era quella un po’ più civilizzata e ne furono prodotte veramente pochissime: in alcuni paesi non furono neanche importate. La versione N/GT, infine, era quella “pronto corsa”, dotata di equipaggiamento da competizione e di rollbar integrale Matter. Gli esemplari della Carrera RS 3.6 furono meno di 2400, fra il dicembre del 1991 e il luglio del 1992.

Avendo già prodotto la Carrera RS 3.6 nella gamma GT-Spirit in 1:18, Solido non avrà penato eccessivamente a passarla anche nella serie 1:43. Come al solito, la novità è uscita in due colori: maritime blue (S4312901) e star ruby (S4312902), due delle tonalità più celebri.

La 911 in genere non è un’auto facilissima da riprodurre, e la tipo 964 non sfugge alla regola. Solido ha fatto egregiamente il proprio lavoro con un modello armonioso, privo di squilibri o scompensi: a prima vista si riconosce che è lei, e questo fa davvero piacere visto che di modelli della 911 brutti in giro ce ne sono quanti se ne vuole.

La verniciatura non è lucentissima ma è realistica, molto uniforme e senza difetti notevoli. Anche su vari Solido (in primis il tetto della Mégane RS26) abbiamo assistito a reazioni tipo le classiche “fioriture” stile Minichamps. Speriamo che il problema sia stato risolto da una casa da sempre molto attenta alle ragioni della clientela. Del resto a un modello viene chiesta una sola cosa: restare se stesso senza autodistruggersi, non è che debba fare miracoli. E’ chiedere troppo?

I vetri sono tutto sommato più che accettabili, e recano in rilievo i contorni tampografati in nero. Una scelta economica e intelligente, che garantisce un buon risultato su modelli di questa fascia di prezzo (ricordiamo che in certi Leclerc Jouets in Francia è possibile trovarli a €19,99). Peccato che fra il pannello porta e il contorno vetro si intraveda il colore della carrozzeria. Certo, succede anche sugli Spark da 90 euro e su alcuni speciali da 230, quindi tutto sommato lo si può accettare, specie in presenza di colori scuri.

Tutto il resto è adeguato, dai gruppi ottici (ma alcuni fari sono montati con le nervature storte) alle scritte, dai tergicristalli in plastica nera agli specchietti, che non hanno la parte riflettente cromata ma semplicemente dipinta in alluminio.

Le ruote sono piuttosto ben fatte, con lo scudetto Porsche tampografato al centro. Sono stati riprodotti anche pinze e dischi freno. Ottimi gli pneumatici, con la corretta misura di spalla e la scolpitura tipica di quegli anni. L’assetto ci pare realistico, sufficientemente acquattato e con le ruote che possono essere ben centrate (c’è un minimo di tolleranza che permette appunto alcuni aggiustamenti a mano).

Gli interni hanno forme corrette, dal cruscotto al volante di dimensioni più piccole rispetto alla Carrera 2, dai sedili Recaro ai pannelli porta, ma domina la plastica nera senza la benché minima tampografia o decorazione supplementare. D’accordo che gli interni delle auto tedesche non erano brillavano per allegria ma qui si è voluti essere più reali del re! E comunque, è anche per queste ragioni che si spiega un prezzo così contenuto su prodotti di questo tipo. Smontare il modello non è difficile e chi ha tempo e voglia potrà anche migliorare o elaborare tanti piccoli dettagli. Sarebbe oltretutto interessante ricavare la versione N/GT, ma bisognerà essere abbastanza rapidi, dato che a quanto pare Solido ci sta già pensando.

In conclusione, questa Carrera RS 3.6 di Solido è un modello molto gradevole e che non teme più di tanto la concorrenza di prodotti di fascia superiore. Se poi ve ne capita uno a meno di venti euro, resistere alla tentazione diventa difficile.

Una opinione su "Focus su: Porsche 911 (964) Carrera RS 3.6 1992 di Solido"

  1. Un bell’articolo sulla 964, la versione della 911 che preferisco. Il modello in effetti non è affatto male (però che brutti quei pioli di fissaggio del gruppo ottico posteriore!) e penso che lo acquisterò, anche se normalmente mi dedico solo alle vetture da corsa, in particolare da rally…

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