Ciarpame in soffitta parte 2

testo e foto di Roberto D’Ilario

“…li farò quando andrò in pensione” frase tipica di chi, come me, accumulava kit preso dalla preoccupazione di accaparrarseli il prima possibile per poi ritrovarseli ancora intonsi in soffitta, per l’appunto. La pensione è arrivata ma loro sono sempre lì. Ne parlavo qualche tempo fa con il mio carissimo amico Willy, anche lui afflitto dallo stesso problema come presumibilmente tanti altri. Quanti scheletri ci saranno negli armadi dei modellisti? Difficile dirlo ma i produttori comunque ringraziano sentitamente, abbiamo dato il nostro contributo.

Possiamo farcene qualche idea alle borse scambio dove, come già evidenziato sulle pagine di questo sito, si vedono tanti pezzi provenienti da collezioni smantellate il che mi fa pensare ai miei eredi che dovranno liberarsi solo di un centinaio di kit 1/43 e una ventina in scale più grandi oltre alle centinaia di die-cast, accessori, decals e contorni vari. Problemi loro, ma il punto è cercare di capire il perché siano ancora lì in attesa di essere montati.

Credo che fondamentalmente sia questione di tempo o meglio del tempo che non troviamo più per pasticciare. Prima passavo pomeriggi e notti sul tavolo da lavoro, non vedevo altro e tutto il resto passava in secondo piano. Cosa è cambiato? Le priorità, la voglia, la passione, l’età, le preferenze per il mare o la moto o un bel giro in montagna? Non so, ognuno ha le sue risposte che mi piacerebbe confrontare per capire se è un problema solo mio o meno. Vorrei un giorno di 48 ore per fare tutto.

Davanti a  questo cumulo disarmante, arrivo alla seconda domanda: che farne? Venderli per liberare spazio e ricavarne qualcosa oppure continuare a tenerli nella speranza di farcela, prima o poi? Dopotutto anche i kit sono pezzi di cuore, ti ricordano i momenti, le situazioni, dove li hai comprati e le persone che hai incontrato, sono tocchi di colore nel quadro della vita quindi privarsene è dura, troppo dura. Essere o non essere, questo è il problema. Nel frattempo li contemplo, conscio di essere un vero collezionista… di kit da montare.

11 pensieri riguardo “Ciarpame in soffitta parte 2

  1. Come ti capisco!! Anche io ho più di cento kit 1/43 da montare, che fanno bella mostra di se dentro ad un armadio. Qualche tempo fa c’era stato un bel thread nel forum di Modelli Auto, dove si discuteva proprio di questo aspetto. Il problema è che il tempo da dedicare è poco, quando esce un kit che mi interessa, essendo sempre prodotti in quantità limitatissima, alla fine lo acquisto subito. Poi c’è anche il discorso ebay. Fino a quando non esisteva, o c’era un negozio nella tua città che li trattava, o andavi alle borse o, quando ti trovavi in qualche città diversa dalla tua residenza, andavi alla caccia spasmodica dei negozi di modellismo. Ora, su ebay, si trovano kit prodotti tanti anni fa che mai avrei pensato di trovare, e l’accumulo è aumentato. Qualche tempo fa, si spuntavano anche prezzi vantaggiosi, ora, non so come mai, c’è stato un aumento generale. Forse si sono accorti che Spark non è proprio il massimo, ed il kit ha ripreso vigore, con tutto il suo fascino.

    Riccardo D.

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  2. Non so perché ma tenere da parte dei kit ha sempre un effetto un po’ rassicurante, tranne appunto quando ci pensi di colpo e scopri che non li vedrai mai tutti montati manco se diventerai Matusalemme. Però è bello averli e penso che avranno una certa rivalutazione quando la gente si accorgerà dei difetti delle cineserie (vedi ad esempio i cerchi di alcuni Spark che iniziano a sciogliersi). Oggi quando esce un nuovo Spark vedi i kit Starter e Provence Moulage che spuntano su Grand Prix Models, su eBay o nei gruppi di Facebook. Questo fenomeno a mio avviso è destinato ad attenuarsi, se non addirittura a invertirsi.

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  3. Il “carissimo amico Willy” di problemi di accumulo ne ha eccome! Però tutta roba bella e in molti casi rara e appetibile. Siamo tutti drogati che bello.

    Robix

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  4. Per quanto mi riguarda, non ci sono dubbi: tra un montato di livello medio o medio alto ed un kit, sceglierei un kit senza nessuna incertezza. Bisogna tenere presente però un aspetto del quale si parla poco: da chi farli montare, i kit? Le problematiche non sono di poco conto: i prezzi dei singoli assemblaggi non sono certo bassi, se parliamo di montaggi di un certo livello. Inoltre i montatori bravi non sono poi così tanti, anzi! Ed infine (ma potrei andare avanti) i tempi di consegna sono generalmente lunghi, troppo lunghi… se non biblici!

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    1. Discorso giusto che vale moltissimo per quelli come me che non amano montare i kit personalmente. I costi di montaggio spesso sono esorbitanti e non sempre sono garanzia di qualità. A ciò si aggiunga il rischio che il montatore si tenga la tua roba senza più rispondere né a mail né a telefonate come accadde al sottoscritto con due kit Annecy dati a Magnette nel 2011 e mai più riavuti indietro. I montaggi saranno finiti a qualcuno dei collezionisti-squali che popolano il gruppo Facebook dedicato al marchio AMR.

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  5. Un kit da montare è una promessa di bellezza. Un montato mediocre è una delusione e basta. Ovvio che il collezionista scelga la fascinazione di un futuro da sogno piuttosto che cadere malamente sulla realtà del presente.

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  6. E’ verissimo, però anche i kit, dopo essere stati montati non a regola d’arte, diventano un delusione. E se la delusione di un montato costa sui 70/80 euro (riferendomi ad uno Spark, per fare solo un nome), quella per un montaggio eseguito non bene costa molto di più e non solo in termini economici ma anche in tempi di attesa, aspettative ben più alte frustrate ecc. ecc.

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