Il “lusso” cinese

Come si è scritto altre volte, il concetto di “lusso” nei modelli prodotti in Cina e in altri luoghi ove il lavoro costa ancora poco è del tutto relativo, ancora più che da noi. L’esclusività oggi è vista come qualcosa da esibire; gli status symbol sono sempre esistiti ma oggi si legano sempre più all’ostentazione acritica piuttosto che alla ricerca della vera qualità.

Qualche tempo fa mi sono sentito dire da un rivenditore che certe gamme fatte in Cina devono soddisfare i collezionisti più esigenti. “I collezionisti più esigenti – gli ho risposto – questa roba neanche la guardano ma comprano i modelli di Patrice De Conto, non i CMC”.

Il problema del controllo qualità, poi, non è mai stato del tutto risolto, neanche su prodotti di fascia di prezzo alta. Sono note le grane di verniciatura su alcuni Exoto e anche un marchio come il già citato CMC non ne è esente. Basti osservare la Ferrari 250 GT SWB della foto di apertura, proposta da Carmodel del tutto onestamente a prezzo ridotto proprio a causa del difetto.

A fronte di svariate centinaia di euro richiesti per modelli di questo tipo, i collezionisti non hanno alcuna certezza della loro durata nel tempo. Dei processi di lavorazione della zamac e di verniciatura si continuano a ignorare i criteri fondamentali perché nei laboratori cinesi tutto è opaco e nulla trapela, neanche ai committenti diretti.

Una volta André-Marie Ruf mi disse: “I miei modelli costano molto anche perché utilizzo materiali della qualità maggiore possibile”. Questo almeno nell’epoca d’oro della sua attività, poi anche lui dovette fare dei compromessi ma questo è un altro discorso.

Oggi gli acquirenti di modelli costruiti in Cina senza alcuna passione e competenza (ma anche questo è un altro discorso) avrebbero bisogno di conoscere le prassi adottate dai migliori artigiani invece di ridicolizzarli in continuazione sui gruppi Facebook, accusandoli di scarsa “raffinatezza”. Perché alla fine, se parli di qualità, dovresti sapere che questa non coincide con la presenza dei guanti in cotone che fanno figo quando apri il modello su Youtube, della pennellessa per pulire le portiere dopo che le hai aperte per l’ennesima volta o – peggio – con le scritte dorate su una scatola dalle dimensioni gigantesche.

2 pensieri riguardo “Il “lusso” cinese

  1. Concordo anch’io. La Cina? Un altro mondo, che francamente a me non piace molto sotto svariati aspetti.

    Certo, non tutto ciò che proviene da quelle terre è robaccia, però… ecco, il senso del mio discorso è tutto in quel “però”!

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