di Roberto D’Ilario
Un giorno accade per caso che ti trovi a sfogliare un Autosprint del 1976 e l’attenzione viene catturata da un articolo che titola così: “Le 34.000 auto blu costano da sole 315 miliardi (di Lire)”. Poi un altro articolo dove Enzo Ferrari mette a fuoco l’ipocrisia dei governi sulla politica dell’auto per finire con “L’autocidio di Stato” relativo alla assurda proposta dell’allora Ministro Andreotti di istituire un doppio mercato della benzina, uno a prezzo calmierato e l’altro libero. Una follia.

Gli articoli sono duri, circostanziati, analiticamente lucidi, una protesta del popolo di cui forse Autosprint era portavoce. Anno 1976, ben 48 anni fa. Anni difficili quelli, lacerati da terrorismo, scioperi, incertezze, lotte sociali e quant’altro. Ma quegli articoli sono di un’attualità sorprendente, sembrano scritti oggi, cambiano le cifre ma non la sostanza: gli sprechi di Stato, la protervia e i privilegi dei politici, le vessazioni fiscali su cittadini e automobili, una pletora di auto blu che sottolineano lo status-symbol di chi ci governa. Oggi nulla è cambiato anzi, tutto è peggiorato mille volte di più.
Guardiamo le cifre: anno 1976 n.34.000. Anno 2005 n. 198.596. Anno 2010 n. 629.120, un record mondiale che sommando gli stipendi degli autisti, il carburante e i pedaggi autostradali delle auto di proprietà delle amministrazioni, quelle in leasing, in noleggio, in carico a Stato, Regioni, Province, Comuni, Asl, comunità montane, Enti pubblici, società miste pubblico-private e Società per Azioni a totale partecipazione pubblica, ci costavano oltre 21 miliardi di euro all’anno. Soldi nostri, frutto del nostro lavoro e sottrattici silenziosamente da un nugolo di privilegiati inattaccabili e prepotenti.

I Governicchi degli ultimi anni hanno cercato di ridurre il numero dei veicoli che sono passati dai 66.619 del 2014 ai 23.203 del 2015 ma con un cono d’ombra generato da quel 53% di Comuni e Amministrazioni che non hanno risposto al censimento, per cui è plausibile che la cifra effettiva fosse molto più alta di quanto dichiarato. Solo come riferimento, negli Stati Uniti le auto blu all’epoca erano circa 60.000, in Germania 35.000.
I dati ufficiali del censimento del 2022 riportano un parco auto di 30.665, aumentate del 21,6% rispetto al 2020 a causa della pand…vabbè quella…come dichiarato dal ministro brr…brrr…brunetta (volutamente minuscolo). Mantenere la propria auto in Italia costa più che in tutto il resto dell’europa (ri-volutamente ri-minuscolo) mentre questi vampiri scaricano i costi sul bilancio dello Stato, ovvero su di noi che, pecoroni, continuiamo a subire passivamente. C’è un’altra cosa che mi salta agli occhi: nessun giornale NESSUNO che si erga a difesa del cittadino, che faccia la voce grossa, che denunci abusi e sprechi; tutti debitamente sovvenzionati e giulivamente proni alla narrazione ufficiale del finto verde, della vera distruzione dell’economia e della pseudo-sicurezza.
Mi fa schifo tutto ciò e anche molto altro se è per questo. Non sarebbe ora di finirla?

L’ Italia è divisa tra chi ce la fa e chi non ce la fa più, e sarà sempre peggio. Ecco, se l’ Italia che non ce la fa più uscisse dal torpore rassegnato in cui è avvolta, forse, e dico forse, qualcosa potrebbe iniziare a cambiare.
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Articolo totalmente ineccepibile.
Certo, sarebbe ora che gli italiani (e, volendo, non solo loro) si svegliassero dal torpore ma… un momento, nei fine settimana c’è il campionato di calcio! Il resto? E chissene…
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