
Trovandomi un po’ bloccato nel cuore della Francia, l’unico antidoto alla noia di una giornata non banale (elettorale) ma pericolosamente provinciale è stato quello di tuffarmi in una delle tante brocante che costellano le piccole città. Questa, non lontana dal circuito di Charade, è particolarmente grande. La gente partecipa, gira, confronta, conversa.
E’ un’occasione per socializzare, cosa che i diabolici architetti del sistema covid avrebbero voluto soffocare, fallendo però nei loro esperimenti d’ingegneria sociale. Sì, lo so, sono complottista, però anche Giulio Cesare venne ucciso da un complotto. Fine della divagazione.


Proprio ieri parlavo con l’amico Elio Venegoni della magia dei kit Solido. E, come nulla accade per caso, proprio stamani mi sono imbattuto, nel caos allegro della brocante, in alcune di quelle scatoline rettangolari che tanto ci facevano divertire quasi mezzo secolo fa (detta così fa quasi paura). “Erano di mio padre”, dice la titolare del banchino, che vende anche alcuni Solido montati, oltre a Burago, roba da edicola e così via. “A noi bambini vietava di metterci le mani dentro e ha sempre raccomandato di non montarli, perché avrebbero dovuto restare così come sono”. Non male.


Lo stato delle confezioni non è perfetto ma lo sono i contenuti: due Ford Capri (una scatola vecchio tipo, una nuova), la Citroën CX Rally, la Volkswagen Golf. In più, una VW Scirocco dell’ultima serie “storica” – ultradoppione ma a un prezzo stracciato non si poteva lasciare lì – e una simpatica R8 Major dell’ultima produzione francese prima del trasferimento in Cina.

Non male per un posto che sembrava promettere solo pezzi sfusi di Lego, bambole, tazzine e calendari del 2010. I kit forse li monterà Allinand, forse li monterò io oppure resteranno così, come avrebbe voluto il primo proprietario, che li comprò intorno al 1980. Resta, anche per me, la voglia di riprendere in mano alcuni di questi kit e di assemblarli come si sarebbe fatto nel loro periodo.
Ne riparleremo, di questi kit Solido, perché la loro valenza nella storia dell’1:43 è stata notevole. Abbiamo quasi sconfinato nel terreno delle rubriche “Storie di modelli” e “Modelli del passato”, che so essere molto apprezzate dai lettori di PLIT. Una domenica ronfante vivacizzata da qualche umile scatolina. Quasi un miracolo, no?

David, mi viene in mente quella pubblicità dei diamanti… parafrasandola, direi che “un Solido è per sempre”… 🙂
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Indubbiamente i modelli di questa marca hanno una magia particolare che molti altri modelli magari più sofisticati o “ricercati” non hanno.
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Ah Solido, la matière première de notre ami Bruno Allinnand 😉
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